Il “China-Central Asia Spirit”: un nuovo paradigma di relazioni internazionali

Mutuo rispetto, fiducia e benefici condivisi per un mondo multipolare più equo

379
Il “China-Central Asia Spirit”: un nuovo paradigma di relazioni internazionali


di Fabrizio Verde

Mentre il mondo è scosso da conflitti, instabilità e divisioni geopolitiche, con potenze come gli Stati Uniti e Israele che alimentano caos e guerra nella Repubblica Islamica dell’Iran in nome di interessi strategici e ideologici, la Cina sceglie una strada diversa. Nella regione dell’Asia Centrale — cuore geografico ed energetico dell’Eurasia — Pechino sta costruendo un modello di cooperazione basato su crescita condivisa, sviluppo sostenibile e partenariati win-win, ribadendo il proprio impegno verso un ordine internazionale multipolare. A cominciare proprio da quella zona di mondo che John Mackinder – uno dei padri fondatori della geopolitica – definiva Heartland.

L’ultimo esempio di questa visione è stato il Secondo Vertice Cina-Asia Centrale, tenutosi ad Astana, in Kazakistan. Il Presidente cinese Xi Jinping ha partecipato a oltre dieci eventi bilaterali e multilaterali, rafforzando legami storici e tracciando nuove direttrici per la collaborazione economica, infrastrutturale e politica tra la Cina e i cinque Paesi della regione: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. 

Un modello alternativo di leadership globale 

In un momento in cui l’Occidente collettivo si dimostra sempre più frammentato, disperato e guarrafondaio con Washington e Tel Aviv impegnati a destabilizzare teatri chiave del Medio Oriente e non solo, la Cina promuove un approccio opposto: coesione, integrazione e sviluppo comune . Il vertice di Astana ne è stata una dimostrazione tangibile. 

Nel corso dell’incontro, i leader delle sei nazioni hanno firmato la ‘Dichiarazione di Astana’, un documento che impegna tutti i firmatari a rafforzare la fiducia reciproca, espandere la cooperazione economica e perseguire un futuro di pace e prosperità per l’intera regione. Tra le novità più significative, è stata annunciata la firma di 12 accordi di collaborazione, che coprono settori chiave come la Belt and Road Initiative (BRI), il commercio, l’industria, le connessioni ferroviarie, l’estrazione mineraria sostenibile e la modernizzazione agricola. 

La Cina non cerca la modernizzazione in isolamento”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri Wang Yi al termine del summit. “Siamo impegnati nel progresso congiunto e nella cooperazione vincente per tutti”. Questo spirito, ribattezzato come “China-Central Asia Spirit”, si fonda su valori di rispetto reciproco, fiducia, beneficio congiunto e assistenza reciproca

Infrastrutture e tecnologia: motori dello sviluppo 

Uno dei punti centrali della cooperazione tra Cina e Asia Centrale è il potenziamento delle infrastrutture, pilastro fondamentale per l’integrazione economica e la crescita inclusiva. A tal proposito, le imprese statali cinesi stanno giocando un ruolo cruciale, realizzando progetti all’avanguardia che cambiano la vita quotidiana dei cittadini locali. 

Un esempio emblematico è la metropolitana leggera di Astana, inaugurata simbolicamente durante il vertice. Progettata e costruita interamente da aziende cinesi seguendo standard tecnologici avanzati, questa linea collega luoghi chiave della città come l’aeroporto internazionale e il Palazzo Presidenziale. Dotata di tecnologia di guida automatica, ridurrà drasticamente i tempi di percorrenza e allevierà il crescente problema del traffico automobilistico. 

Finalmente potrò arrivare in centro in 20 minuti invece di un’ora e mezza”, racconta Pakizat Anuarhan, una residente di Astana che lavora sul progetto. La popolazione locale guarda con entusiasmo alla nuova infrastruttura, apprezzando sia l’efficienza costruttiva cinese che il reale impatto sulla qualità della vita. 

Ma il progetto nella capitale non è un caso isolato. In tutto il Kazakistan, cinesi e kazaki hanno completato il ponte sull’Ishim River, costruito con acciaio speciale resistente alle temperature estreme, prodotto in Cina e assemblato in loco con tecniche modulari. In Turkmenistan, le aziende cinesi hanno realizzato oltre mille chilometri di strade; in Tajikistan, il treno Vahdat-Yavan ha unito nord e sud del Paese; in Uzbekistan, la “Olympic City” di Tashkent, il più grande complesso sportivo dell’Asia Centrale, è stato costruito seguendo standard cinesi. 

Questi progetti rappresentano molto più che opere fisiche: sono simboli di una cooperazione fondata su capacità tecnologica, competenza ingegneristica e volontà politica. Come affermato da Ji Chenglong, project manager del progetto di Astana, “la chiave è la preparazione, la tecnologia e soprattutto il rispetto dei tempi contrattuali. È questo che fa la differenza”.
 
Crescita economica e sicurezza condivisa 

Dal punto di vista economico, la cooperazione tra Cina e Asia Centrale sta già dando risultati tangibili. Dal primo vertice del 2023, il volume del commercio tra Pechino e i cinque Paesi della regione è aumentato del 35%, raggiungendo quasi 100 miliardi di dollari  nel 2024. Il trasporto terrestre ha visto una crescita esponenziale, passando dal 19,9% al 51,8% del totale del commercio con la regione. 

Ma non si tratta solo di numeri. I leader regionali riconoscono che la stabilità e la crescita economica sono due facce della stessa medaglia. Come ha sottolineato Sheradil Baktygulov, direttore dell’Istituto di Politica Mondiale del Kirghizistan, “la volontà politica dei leader è essenziale per garantire uno sviluppo sostenibile e rafforzare il meccanismo di cooperazione Cina-Asia Centrale”. 

In un contesto globale dominato da sanzioni unilaterali, conflitti armati e ricatti geopolitici, il partenariato tra Cina e Asia Centrale offre un’alternativa credibile: un modello multipolare, inclusivo e cooperativo, dove nessuna parte vince a scapito dell’altra. Solo cooperazione win-win senza prevaricazione.

Verso un futuro comune 

Come ha ricordato Sun Weidong, segretario generale del meccanismo Cina-Asia Centrale, “i capi di Stato hanno definito nuove linee guida per il futuro della cooperazione”. Le sei priorità identificate — commercio fluido, investimenti industriali, connettività, estrazione mineraria sostenibile, modernizzazione agricola e facilitazione degli scambi umani — costituiscono un piano d’azione chiaro e ambizioso. 

E mentre alcune potenze occidentali continuano a cercare vantaggi strategici attraverso conflitti e destabilizzazione, la Cina avanza lungo un percorso diverso: quello della costruzione paziente, del dialogo sincero e dello sviluppo condiviso

Il messaggio è chiaro: il futuro dell’Asia e del mondo non può essere disegnato da cannoni e bombe, ma da ponti, treni e reti di comunicazione. Ed è proprio su questi pilastri che Cina e Asia Centrale stanno costruendo un nuovo equilibrio geopolitico: un mondo multipolare, dove la pace e la prosperità non sono slogan, ma obiettivi concreti e tangibili. 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

Il nuovo paradigma dello "scontro di civiltà" di Loretta Napoleoni Il nuovo paradigma dello "scontro di civiltà"

Il nuovo paradigma dello "scontro di civiltà"

La Cina, la guerra tecnologica con gli USA e la resa del WSJ di Giuseppe Masala La Cina, la guerra tecnologica con gli USA e la resa del WSJ

La Cina, la guerra tecnologica con gli USA e la resa del WSJ

Apocalisse Gaza. Raccolta fondi per la Striscia di Michelangelo Severgnini Apocalisse Gaza. Raccolta fondi per la Striscia

Apocalisse Gaza. Raccolta fondi per la Striscia

Francesco Erspamer - Che ce ne facciamo di questa finta destra? di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - Che ce ne facciamo di questa finta destra?

Francesco Erspamer - Che ce ne facciamo di questa finta destra?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele di Giorgio Cremaschi Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele

Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti