di Federico Giusti
Prendiamo spunto da un articolo pubblicato in questi giorni da un portale di economisti liberal per discutere di famiglia, figli e del potere di acquisto perduto
Quanti figli? Tra condizioni socio-economiche e fattori culturali* - Lavoce.info
Tra le preoccupazioni degli economisti annoveriamo il basso numero dei nuovi nati in un paese nel quale gli occupati sono assai meno, se rapportati ai pensionati, di quanto fossero solo dieci anni or sono. Una popolazione avanti con gli anni e con tanti pensionati dovrebbe indurre qualsivoglia Governo a politiche espansive in materia di welfare e di sanità.
Al contrario perfino l'obiettivo di accrescere gli asili nido è finito nel dimenticatoio, i fondi PNRR sono stati destinati ad altri capitoli di bilancio e quindi continueremo ad essere tra i paesi con meno posti nei nidi in rapporto ai bambini di età compresa tra zero e tre anni
L’Italia ida anni presenta una forte denatalità accompagnata dal progressivo invecchiamento della popolazione, i dati sono disponibili per chi volesse consultarli.
Il calo delle nascite è da collegare alle carenze strutturali del welfare soprattutto misure destinate ai giovani, anche le politiche orarie in materia di lavoro non sono certo di aiuto. I motivi della denatalità sono innumerevoli: il caro affitti o l'aumento dei tassi di interesse sui mutui insieme alle difficoltà crescenti di vedersi accreditare un prestito dalle banche se si hanno dei lavori precari o part time, si diventa genitori in età avanzata quando si hanno maggiori certezze sul fronte occupazionale ma in quel caso i nonni sono in età avanzata e impossibilitati a supportare i figli per l'accudimento dei nipoti.
Non ci sono abbastanza asili nido e trattandosi di servizi a domanda individuale presentano costi ancora elevati, inaccessibili per le fasce medio basse della popolazione
La famiglia media vedeva la presenza dei due figli (oltre il 50% dei casi) ma oggi non è più cosi', da una parte le famiglie di migranti presentano prole più numerosa degli autoctoni ma sono anche i nuclei nei quali si offrono minori opportunità ai figli destinati in futuro alle scuole professionali per imparare un mestiere e entrare , il prima possibile, nel mercato del lavoro. E questa situazione denota differenze di classe che poi si uniscono alla scarsa mobilità sociale da tempo riscontrata nel paese.
Le madri con più figli sono quelle che vivono condizioni economiche peggiori mentre quelle con un figlio solo sono di solito con redditi più elevati e una qualità della vita migliore.
Se siamo alle prese con la denatalità bisogna quindi fare i conti con la situazione reale e non nascondere i problemi sotto il tappeto
La relazione tra reddito e numerosità non è la Bibbia ma resta innegabile che in famiglie con redditi elevati ci sono anche maggiori opportunità per i ragazzie, quindi si tratta di migliorare le condizioni di vita ma anche potenziare il potere di acquisto di tante famiglie per le quali il figlio unico rappresenta una imposizione e non una libera scelta, imposizione dettata da lavori precari , bassi salari, potere di acquisto ridotto e carenza di servizi educativi anche in orari diversi da quelli tradizionali (e la colpa è delle mancate assunzioni nei comuni per favorire l'apertura di nidi e materne comunali che invece sono demandate al terzo settore e al privato)
Le politiche di sostegno alla famiglia dovrebbero essere prese in esame insieme a misure inerenti l'età pensionabile, gli orari contrattuali, interventi sul mercato del lavoro, ricordiamoci che sono proprio le donne protagoniste assolute del part time incolpevole o degli alti tassi di disoccupazione
Ma nulla di quanto abbiamo detto rientra tra le priorità del Governo e quindi la facile ironia, di anni or sono, della destra sulla politica del figlio unico in Cina si ritorce contro di loro perchè governano un paese nel quale un secondo figlio diventa un problema per nuclei che a mala pena arrivano a fine mese.
Lo scenario futuro potrebbe essere invece quello di un ridimensionamento del welfare attuale per favorire qualche misura a sostegno dei giovani, un po' come accadde con il Governo Renzi quando si teorizzava la contrazione del peso previdenziale sulle casse statali per avere maggiori risorse per le fasce più giovani. Il problema da affrontare e risolvere è invece ben altro: abbiamo bisogno di maggiori risorse da spendere tanto per una popolazione la cui età è in continuo aumento e per restituire forza e dignità agli under 40, quindi politiche di welfare e aumento del potere di acquisto dei salari, opportunità per una casa in affitto a prezzi calmierati derivanti da quel piano casa che in Italia manca da oltre 60 anni
Mancano i soldi per questi interventi? Andiamo a prenderli da altri capitoli, ad esempio riducendo le spese militari che si annunciano in costante crescita.
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