Il sovranismo (di cartapesta) è nudo
di Clara Statello
Il diritto internazionale è importante…ma fino ad un certo punto. Finalmente il ministro degli Esteri Antonio Tajani lo ha detto fuori dai denti.
Il diritto internazionale vale quando serve ad invocare l’articolo 4 della NATO contro Mosca, se un drone russo invade lo spazio aereo della Polonia. Non vale più se le truppe speciali israeliane assaltano in acque internazionali una nave battente bandiera italiana o spagnola. La nostra territorialità può essere impunemente violata da Israele, senza scomodare l’ombrello atlantico.
La sovranità può attendere, prima gli interessi degli Stati Uniti e di Israele, per il nostro governo che ha ritirato la scorta alle navi italiane della Global Sumud Flotilla.
Gli irresponsabili, però, sarebbero i membri dell’equipaggio che “hanno cercato l’escalation”, secondo la fata madrina dei sovranisti europei, Giorgia Meloni.
Il sovranismo di cartapesta dei post-fascisti al governo
Quella di ieri è stata una giornata nera per nostre le forze armate. Non solo per il tragico incidente aereo di Sabaudia durante un addestramento, costato la vita a due militari italiani dell’aeronautica. Ma anche perché il ministero della Difesa ha inflitto una sonora umiliazione alla nostra Marina militare.
Ha dato ordine alla fregata Alpino, inviata in soccorso delle nostre barche, di ritirarsi dalla nella zona “ad alto rischio”, “presidiata” dalle navi militari israeliane, definita impropriamente “acque israeliane”.
Crosetto ha forse inteso la funzione del suo ministero come la difesa del diritto di Israele di fare ciò che vuole, incluso commettere atti di pirateria e genocidio, piuttosto che Difesa della territorialità, dei cittadini, della sovranità e degli interessi della Repubblica italiana.
I discendenti della Decima, gli eredi dell’arditismo, anziché difendere i “patrii interessi” sono fuggiti come conigli a 150miglia nautiche dalle coste di Gaza, abbandonando al loro destino navi e cittadini italiani, per evitare il confronto con le imbarcazioni del’lDF (Israel Defence Forces).
Fonti anonime informate riportano che in questi giorni di mediazioni, a chi chiedeva ragione del primato israeliano sulla tutela degli interessi italiani, il ministro Crosetto avrebbe risposto con due semplici parole: è così.
Il sabotaggio dell’Italia
Questa mossa ha fatto cadere il velo dietro il quale si nascondeva la vera natura dell’operazione, inizialmente assegnata alla fregata Fagan: non un soccorso umanitario, ma un vero e proprio sabotaggio.
Prima le massime autorità italiane (tra cui il presidente della Repubblica) assieme ai media hanno prospettato una situazione di alto rischio per i volontari della GSF, incluso un possibile bagno di sangue. Poi la Farnesina ha contattato i familiari degli attivisti, chiedendo di convincere i propri cari a fermarsi per la propria incolumità. Infine, martedì pomeriggio, la Alpino ha diramato un comunicato ufficiale via radio a tutte le barche per avvisare del ritiro e dell’ultima opportunità dell’”eventuale personale che desiderasse trasferirsi a bordo.
La marina militare ha esercitato un ruolo di pressione e dissuasione nei confronti dei volontari di bordo, con l’obiettivo di dividere l’equipaggio e interrompere la missione, evitando ad Israele il “lavoro sporco”.
Crosetto ha dimostrato che il suo ministero non difende la sovranità italiana e la sicurezza delle nostre navi in acque internazionali, piuttosto l’occupazione israeliana di uno specchio d’acqua del mediterraneo orientale che si estende fino a 150 miglia nautiche da Gaza e che nei fatti riconosce come una zona esclusiva israeliana.
Il doppio standard di Sergio Mattarella
Una riflessione a parte merita il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, simbolo dell’unità nazionale e garante della nostra Costituzione. Negli ultimi giorni di navigazione della flotilla umanitaria, da Astana, il nostro capo dello Stato invocava il diritto internazionale e chiamava alla difesa dell’”ordine internazionale basato sulle regole”, messo in discussione da nuove minacce globali (cioè Russia e Cina).
Allo stesso tempo cercava una mediazione con gli attivisti della GSF attraverso il cardinale Pizzaballa. Nel suo appello chiedeva di consegnare gli aiuti umanitari al Patriarcato Latino di Gerusalemme che li avrebbe poi distribuiti a Gaza, per tutelare sia l’incolumità dell’equipaggio che il fine della missione di portare soccorso “popolazione in sofferenza”.
Un doppio inganno.
Primo: la Chiesa non ha alcun potere di obbligare Israele a consegnare aiuti umanitari né può garantire la loro distribuzione a Gaza, come si è visto in questi due anni di massacro.
Secondo (e più subdolo): lo scopo principale della missione è quello di spezzare l’assedio militare imposto da Israele, che è la causa delle “sofferenze di Gaza”, sbandierate da Mattarella come esca per gabbare gli attivisti e l’opinione pubblica. Consegnando gli aiuti il senso stesso della flotilla verrebbe meno.
Gli trappola lanciata da Mattarella è secondaria rispetto alla gravità dei doppi standard utilizzati. Quel presidente che ha paragonato la Russia al terzo Reich, non ha detto una parola contro le violazioni del diritto internazionale commesse da Israele.
Anzi, al posto di richiamare Israele al rispetto delle regole internazionali, ha chiesto ai nostri attivisti di fermarsi per consentire indisturbatamente a Israele di occupare militarmente il mare nostrum.
L’arrembaggio in acque internazionali è un atto di pirateria, compiuto ai danni di barche e cittadini italiani da un Paese extra NATO. Perché il nostro presidente della Repubblica, garante della Costituzione, fa valere a corrente alternata il diritto internazionale?
Chi difende realmente la sovranità italiana?
Ciliegina sulla torta: rientrando dagli USA, il premier israeliano, ricercato dal tribunale penale dell’Aja, ha evitato il sorvolo di Spagna, Francia e Grecia. È invece entrato senza alcun problema nello spazio aereo italiano. Il paese in cui è stato firmato il trattato fondativo della CPI non ha alcun problema a calpestare il trattato di Roma. Questa è la cartina tornasole della nostra indipendenza e sovranità.
Dinnanzi a queste contraddizioni irrisolvibili, il capo del governo la butta in caciara. Tra Giorgia Meloni che accusa gli attivisti della GSF di non volere davvero il bene di Gaza (invece lei e il suo amico Netanyahu…) e il Papa yankee che benedice un’enorme palla di ghiaccio, l’Italia sembra essersi trasformata nel circo Barnum.
A mantenere alta la dignità del nostro Paese non sono le istituzioni, ma un gigante che sembra essersi risvegliato da anni e anni di letargo. Ieri sera, mentre l’IDF andava all’assalto delle nostre barche, decine di migliaia di italiani andavano spontaneamente all’assalto delle strade e delle piazze, bloccando stazioni e porti.
L’Unione Sovietica mandò l’armata rossa a fermare il nazismo e liberare Awschwitz, noi possiamo solo mettere solo i nostri corpi per fermare la follia sionista che minaccia non soltanto i palestinesi di Gaza ma la libertà e la pace dell’intera area mediterranea.
Protestando contro il genocidio, chi manifesta in queste ore difende anche il diritto internazionale. Difende la libertà di navigazione nel mediterraneo. Difende la nostra sovranità, la nostra territorialità violata impunemente dall’IDF. Fa ciò che il nostro governo, il nostro Capo di Stato, il Vaticano non riescono a fare: difendere l’umanità dal diritto della forza.