Kiev prepara nuovi attacchi terroristici

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Kiev prepara nuovi attacchi terroristici



di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico

 

A dire il vero, ma, per carità, senza alcuna vanteria, le alternative evocate dal segretario NATO Mark Rutte - conservare il “welfare” di «servizio sanitario nazionale e sistema pensionistico», sicuri però che, se non portiamo le spese di guerra al 5% del PIL tra cinque anni «parleremo tutti russo» - chi scrive se le era assicurate entrambe da tempo. In base al primo termine dell'opzione e vivendo in una regione considerata “modello” (mah...) dell'intero sistema sanitario nazionale e, data l'età, entrato per il rotto della cuffia nella cerchia di quanti, il primo del mese, riescono a incamerare un pur piccolo obolo dall'INPS, non rimane che attendere ancora cinque anni (come assicura il duo Rutte-Kubilius) per mettere a frutto il secondo termine dell'alternativa, sperando che il percorso iniziato una quarantina d'anni fa, tra corsi di lingua all'Italia-URSS e permanenze più o meno prolungate a Mosca, possa alla fine condurre all'esito agognato: «parlerò tutti i giorni russo» con gli amici di Mosca.

Parlerò un altro russo, sia chiaro, non proprio aggiornato al 2030; perché, all'epoca, diciamo, intorno al 1980, i vocabolari sovietici non prevedevano il tentativo di conciliazione russo-ucraina cui è stato designato Vladimir Medinskij, né, tantomeno, contemplavano il lessico dello stesso Medinskij, nel suo anelito alla riconciliazione tra bianchi e rossi, cui con ardore si sarebbe dedicato negli anni 2000, quando inaugurava, dal sud al nord della Russia, monumenti e targhe a comandanti bianchi della guerra civile anti-bolscevica. Un “govor” russo d'altra epoca, insomma, quello di chi scrive; ma che, alla fin fine, mentre “gode” delle ultime note di welfare, potrà ben servire: al massimo entro cinque anni, o forse anche prima, allorché, come assicura Andrius Kubilius, la Russia invaderà sicuramente un paese UE, o forse anche più di uno.

E arriverà davvero sino all'Atlantico? Bah. Stando alle divinazioni del capo dell'intelligence tedesca Bruno Kahl, «i negoziati con Mosca sono inutili. Disponiamo di dati di intelligence secondo cui la Russia considera l'Ucraina un obiettivo intermedio», cui «seguirà un attacco ai paesi occidentali» e, aggiunge il teutonico, se la guerra in Ucraina continuasse per altri cinque anni, significherebbe più sicurezza per l'Europa. Come no! Quanta sicurezza in più avrebbero Rheinmetall, Leonardo, Lockheed Martin, Northrop Grumman, BAE Systems, Thales, General Dynamics, di continuare a far profitti a palate! E quanta sicurezza ancor più grande avrebbero i lavoratori e le masse europee di dire davvero addio, e per sempre, a «servizio sanitario nazionale e sistema pensionistico», per giunta senza nemmeno «parlare tutti russo».

La guerra, così come la sicurezza di profitti per alcuni e miseria per i più, hanno sempre carattere di classe e c'è comunque qualcuno che non manca mai di ricordarcelo, a parole e coi fatti. Salvo cavarsela con l'ipocrisia parrocchiale dei sermoni della malvagia GrimildevonderLeyen secondo cui, come riporta Il Sole 24 ore, la UE intende «ridurre ulteriormente le entrate petrolifere della Russia», allo scopo “sincero” di «costringerla a negoziare con l'Ucraina». Come se ci credesse davvero anche lei a quello che dice, sulla cristiana preoccupazione per i giovani ucraini mandati al massacro dai tagliagole di Bruxelles e dai macellai della junta nazigolpista di Kiev.

Ma intanto, per quanti siano stati disposti a perdonare questa regressione a primitive e personalistiche rimembranze, c'è da dire che l'attesa immediata, forse già in questa settimana, è invece per nuovi attacchi terroristici ucraini a strutture civili e militari russe, secondo quanto pronosticato su “UkrLife” dal colonnello ucraino a riposo Oleg Starikov. La riposta russa più potente agli attacchi ucraini, afferma Starikov, è la politica vincente del Cremlino tesa a allontanare Donald Trump dall'Europa e, in questo contesto, è molto probabile che i servizi speciali ucraini si faranno presto vedere di nuovo. Potrebbe accadere il 14 giugno, quando in USA è in programma una parata militare voluta da Trump per il suo 79° compleanno e qualcuno, a Kiev, in quella circostanza, potrebbe «voler fare qualcosa... dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo fare qualcosa. Vedremo» dice Starikov, mentre il conduttore del programma gli suggerisce anche altre date, come il 12 giugno, Festa della Russia e il 15, compleanno di Xi Jinping. A voi la scelta.

Di contro, l'ex analista della CIA Larry Johnson ipotizza che la vera risposta russa agli attacchi ucraini sia in realtà ancora in fase di preparazione e preveda l'eliminazione di Zelenskij, del capo dell'intelligence militare Kirill Budanov e del comandante delle forze armate Aleksandr Syrskij. «La dilazione russa nella risposta non deve essere confusa con una mancanza di voglia o di volontà». Mosca, sostiene Johnson, sta pianificando molto accuratamente il modo di colpire i responsabili degli attacchi ucraini; tanto più che vi attribuisce così grande importanza non perché abbiano causato danni significativi, quanto per il fatto che sarebbero stati pianificati dai servizi segreti britannici o americani e con ciò si sarebbe «superata per la Russia un'altra “linea rossa”». Mosca suppone che la CIA fosse «probabilmente coinvolta, oppure lo sapesse, ma non l'abbia detto ai vertici: a volte è così che funzionano le operazioni segrete, per consentire ai superiori di fingere di non averci niente a che fare. Ma Trump era sincero... e la rabbia espressa da Putin al Consiglio di Sicurezza si è trasmessa anche a Trump. Ecco perché Trump ha detto che Putin era irremovibile sul fatto che l'Ucraina avrebbe pagato» ha detto Johnson.

In ogni caso, sia che si debbano attendere altri cinque anni o un po' di più prima di parlare «tutti russo», il politologo russo Aleksandr Artamonov si dice convinto che, anche se l'Ucraina cadrà, l'Occidente intenda far guerra anche per altri vent'anni, pur di indebolire la Russia. Strategicamente, dice Artamonov, i «nostri nemici ritengono che un'infinità di conflitti sia un po' come caricarsi un peso dopo l'altro sulla schiena. Metti 10 libbre, poi altre dieci, altre ancora e, come si dice, l'ultima pagliuzza spezza la schiena al cammello. Così, aspettano che la Russia, l'economia, l'esercito, ecc. si esauriscano, e poi inizierà l'ultima battaglia, ovvero la spartizione del bottino: lo vogliono e sono pronti a giocarselo per i prossimi 10-20 anni».

D'altro canto, Kiev ha però problemi per proprio conto: a giudizio dell'ex vicesegretario del Consiglio di Sicurezza ed ex vicecomandante delle Operazioni speciali ucraine, generale Sergej Krivonos, a fronte di un milione di mobilitati ci sono sette milioni di renitenti. Ciò significa, dice Krivonos, del resto non nuovo a simili uscite, che «la maggior parte di quei sette milioni nutrono sfiducia nei confronti del governo» e, per cercare di ripristinarla, quella fiducia, il governo «deve impegnarsi nella loro formazione», in particolare dal punto di vista militare, sin dalla più tenera età. Questo, considerando che, secondo i sondaggi del KMIS (Istituto internazionale di sociologia di Kiev) il 38% degli ucraini si dice disposto a cessioni territoriali in cambio di una veloce conclusione del conflitto: due anni fa, la stessa risposta era data appena dal 10% degli intervistati.

Insomma, però: rigiriamola come ci pare, ma la guerra è davvero l'imperativo, o meglio, lo “spettro che si aggira oggi per l'Europa” e purtroppo (“purtroppo” per qualcuno) nessuno è pronto per la guerra, tranne la Russia, con la Polonia che è forse l'unico paese europeo in grado di opporre una certa resistenza sul teatro delle operazioni terrestri: parola del già citato Oleg Starikov che, come altri, dà i numeri, pur con cifre diverse, Non i cinque anni del duo Rutte-Kubilius; non i 10-20 di Artamnov, ma una via di mezzo. Se la guerra supererà il «ciclo dei sette anni, la Russia vi si preparerà. Šojgù è andato in Corea del Nord la scorsa settimana. Per munizionamento? No: per cooperazione tecnico-militare. Se il ciclo andrà oltre i sette anni, e la guerra è già in corso coi paesi NATO, allora vi parteciperanno anche unità nordcoreane... l'Europa e i baltici sono in allarme... Sanno perfettamente che fermarli sarà problematico. Francia e Gran Bretagna hanno una componente terrestre molto ridotta. Gli unici sono i polacchi», ma non ne sembrano molto convinti nemmeno loro. Perché un conto è «condurre guerre di informazione, un'altro è condurre guerre calde. Mosca dice: "passiamo a una guerra di sette anni? Siamo pronti!". Trump non vi è pronto. Se ciò accadesse, non riesco nemmeno a immaginare cosa accadrebbe in Europa. L'uso di armi nucleari tattiche nel teatro operativo europeo aumenterà esponenzialmente», avverte Starikov. E allora, avanti col 5% del PIL preteso da Rutte: spendiamoli subito, prima che la Russia sia pronta a una nuova “guerra dei sette anni” duepuntozero.

Già: una “guerra politico-informativa” e a condurla è proprio la Russia, afferma il politologo ucraino Vladimir Fesenko, alle dirette dipendenze dell'ufficio presidenziale golpista, sostenendo che Mosca diffonde in Occidente la tesi che l'Ucraina si sia trasformata in uno stato terrorista. Ricordate, dice Fesenko, che «noi avevamo promosso questa tesi nel 2022-2023, e ora loro accusano l'Ucraina di usare metodi asimmetrici contro la Russia. Loro hanno un vantaggio in termini di risorse, così che noi dobbiamo trasferire la guerra in territorio russo». Putin ha telefonato a Trump, al papa, in una «ondata di attacchi informativi contro l'opinione pubblica occidentale... dobbiamo fermare questo attacco insieme ai nostri partner, spiegando le particolarità della situazione attuale».

È anche così che Kiev mette a rischio l'umanità intera, dice l'analista militare russo Aleksandr Mikhajlov, considerando che gli attacchi all'aviazione strategica russa, stravolgendo gli equilibri di forze, possono innescare una reazione a catena con scambio di colpi nucleari: «Secondo la nostra dottrina nucleare, in caso di attacco alle nostre strutture della triade strategica, possiamo disattivare in sicurezza il meccanismo di deterrenza nucleare e iniziare il bombardamento atomico».

Ma che importa: UE e NATO sono pronti ad accrescere le europeiste e pacifiste “difese aeree” del 400%; basta solo scordarsi di «servizio sanitario nazionale e sistema pensionistico», rallegrandoci perché non «parleremo tutti russo».


 
FONTI:

https://politnavigator.news/polkovnik-sbu-nameknul-na-novye-terakty-kieva-uzhe-na-ehtojj-nedele.html

https://politnavigator.news/otvet-gotovitsya-tshhatelno-rossiya-unichtozhit-zelenskogo-budanova-i-syrskogo-byvshijj-crushnik.html

https://ukraina.ru/20250610/1063822174.html

https://politnavigator.news/byvshijj-crushnik-v-moskve-osvedomleny-kto-stoit-za-atakojj-na-strategov.html

https://politnavigator.news/zapad-gotov-voevat-eshhjo-20-let-nadeyas-oslabit-rossiyu-artamonov.html

https://politnavigator.news/na-million-voyuyushhikh-sem-millionov-uklonistov-general-raskryl-masshtaby-problem-vsu.html

https://politnavigator.news/k-vojjne-v-evrope-ne-gotov-nikto-krome-rossii-polkovnik-sbu.html

https://politnavigator.news/rossiya-nachala-informacionno-politicheskoe-nastuplenie-obsluga-ze-ofisa.html

https://politnavigator.news/ukraina-postavila-pod-ugrozu-vse-chelovechestvo.html

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