Le tre ragioni della crisi diplomatica tra Cina e Germania

Berlino protesta per le restrizioni sui semiconduttori e il sostegno di Pechino a Mosca, mentre la visita del ministro Wadephul viene formalmente rinviata per la mancanza di appuntamenti confermati dal lato cinese.

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Le tre ragioni della crisi diplomatica tra Cina e Germania

 

di Francesco Fustaneo 

 

L’improvviso annullamento del viaggio previsto dal ministro tedesco degli Esteri in Cina  ha messo in luce le crescenti tensioni tra Berlino  e Pechino. La motivazione ufficiale, fornita da un portavoce del ministero di Berlino, è che la Cina non ha confermato altri appuntamenti oltre all'incontro con il suo omologo diretto, Wang Yi.

La mossa arriva in un momento di forte attrito tra i due paesi su diverse questioni. Poche ore prima dell'annuncio, il Ministro dell'Economia tedesco, Katherina Reiche, aveva dichiarato che Berlino avrebbe presentato una protesta diplomatica ufficiale contro le restrizioni cinesi all'esportazione di semiconduttori, vitali per l'industria tedesca.

 

Le ragioni della tensione

I punti di contesa sono chiari e, per Berlino, sempre più interconnessi:

 

  1. Dipendenza tecnologica e restrizioni commerciali: l’economia tedesca, fortemente dipendente dai chip, è stata "duramente colpita" dalla carenza. Wadephul aveva in programma di fare pressione su Pechino per allentare le restrizioni all'esportazione non solo di semiconduttori, ma anche di terre rare, fondamentali per la transizione verde e l'industria high-tech.
  2. Il sostegno cinese alla Russia: il ministro Wadephul ha più volte sottolineato pubblicamente che Pechino fornisce un sostegno "cruciale" alla Russia, rendendo di fatto possibile la prosecuzione della guerra di Putin in Ucraina. Spingere la Cina a usare la sua influenza per costringere Mosca ad approdare a dei negoziati era un altro obiettivo chiave della visita.
  3. La questione di Taiwan: le tensioni erano già emerse prima del viaggio, dopo le critiche di Wadephul “alle minacce cinesi” contro Taiwan. Pechino ha replicato duramente, accusando la posizione tedesca di equivalere a un sostegno per le "attività indipendentiste di Taiwan".

 

Le conseguenze e il passo indietro

Di fronte alla mancanza di un'agenda più ampia da parte cinese, Berlino ha preferito il rinvio. "Rimandiamo il viaggio a un momento successivo", ha dichiarato un portavoce, aggiungendo che ci sarebbero stati "problemi urgenti" da discutere, "soprattutto in questi giorni".

Mentre Wadephul e Wang Yi pianificano ora un colloquio telefonico, l'Unione Europea prosegue per i suoi canali diplomatici: Bruxelles ha confermato che la prossima settimana si terranno riunioni tecniche ad alto livello con le controparti cinesi.

Al di là delle dichiarazioni di facciata, quanto accaduto nei fatti,  e’ un vero e proprio schiaffo diplomatico dato dalla Cina alla Germania e di riflesso, all’intera Unione Europea.

Pechino sa di avere le credenziali politiche, economiche e militari per trattare anche con la prima potenza economica europea senza cedere a pressioni, minacce o ricatti e non esiterà a far di tutto affinché il proprio status, la propria immagine e i propri interessi siano rispettati.

Francesco Fustaneo

Francesco Fustaneo

Laureato in Scienze Economiche e Finanziarie presso l'Università degli Studi di Palermo.
Giornalista pubblicista dal 2014, ha scritto su diverse testate giornalistiche e riviste tra cui l'AntiDiplomatico, Contropiano, Marx21, Quotidiano online del Giornale di Sicilia. 
Si interessa di geopolitica, politica italiana, economia e mondo sindacale

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