"Morire per Washington". L'Europa tra nucleare iraniano e gas russo

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"Morire per Washington". L'Europa tra nucleare iraniano e gas russo

 

L’accordo sul nucleare iraniano è l’altra faccia di quella che per l’Unione Europea è diventata una parola d’ordine: “Morire per Washington”. Stiamo già morendo per Washington, siamo agli inizi di quelli che saranno gli effetti delle politiche sanzionatorie contro la Russia che porteranno rincari nelle filiere produttive, nei servizi, sui beni di prima necessità, un vero baratro.

Ci potrebbe pure essere una possibilità per far fronte al gas e al petrolio russo. Si chiama Iran. Teheran non può commerciare idrocarburi con l’UE dal momento che subisce feroci sanzioni da Washington che colpirebbero chiunque faccia affari con la repubblica islamica.

L’accordo sul nucleare iraniano poteva essere una possibilità per l’Europa, anche se Teheran non farebbe mai l’utile idiota del blocco europeo per danneggiare Mosca. Gas e petrolio iraniano avranno, giustamente, comunque un prezzo più alto rispetto a quello che pagavamo alla Russia.

Proprio ieri, durante un incontro virtuale dei produttori mondiali di petrolio e dei loro dieci produttori alleati (noti come OPEC+), il ministro del petrolio iraniano Javad Oyi ha fatto riferimento all'aumento dei prezzi del gas naturale in Europa, precisando che il continente avrà urgente bisogno di maggiori forniture di petrolio e gas dall'Iran per evitare una grave crisi del carburante questo inverno.

"Questa è una realtà che l'aumento dei prezzi del gas nel mercato europeo sta spingendo i consumatori a utilizzare petrolio e prodotti petroliferi ed è molto probabile che la domanda di greggio aumenterà nel continente", ha indicato il ministro del Petrolio iraniano.

Nel frattempo, ha evidenziato che l'Iran sarà completamente pronto a rendere disponibili tali maggiori forniture se le sanzioni statunitensi contro il paese persiano verranno revocate. "Siamo pronti [a svolgere] il nostro ruolo nella fornitura di petrolio greggio e prodotti petroliferi e per contribuire a promuovere la sicurezza energetica globale senza fare politica ed evitare qualsiasi uso politico dell'energia".

L’intesa sul nucleare iraniano però è in una fase pericolosa di stallo.

Il capo della politica estera dell'Unione europea (UE), Josep Borrell, ha dichiarato di essere "meno ottimista" su un rapido accordo per rilanciare l'accordo nucleare con l'Iran rispetto a poco tempo fa.

"Mi dispiace dire che oggi sono meno fiducioso di 28 ore fa sulle prospettive di un accordo ora", ha aggiunto Borrell nelle dichiarazioni riportate dai media iraniani.

In una conferenza stampa, Borrell ha spiegato che il suo testo iniziale "accuratamente equilibrato" era stato "ben accolto" e che sembrava che le parti stessero convergendo su una posizione comune.

Borrell ha lamentato che non c’è un clima di armonia nei negoziati sul nucleare iraniano. Tuttavia, ha annunciato i colloqui continueranno.

Nel frattempo, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, ha affermato che un accordo nucleare potrebbe essere raggiunto "se l'altra parte mostra la volontà politica e intraprende un'azione costruttiva".

"L'Iran ha espresso le sue opinioni nel testo proposto e attende la risposta dell'amministrazione statunitense mentre pone fine alle indagini dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica come parte delle garanzie che cerchiamo di raggiungere un accordo nucleare sostenibile". ha spiegato il portavoce iraniano.

Intanto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha riferito al primo ministro israeliano ad interim Yair Lapid che un rinnovato accordo nucleare con l'Iran non impedirebbe a Israele di difendersi, prendere di mira gli impianti nucleari di Teheran o rintracciare i suoi gruppi affiliati in Siria.

Alla fine, facendo una semplice valutazione, anche sul nulceare iraniano così come sul conflitto Russia-Ucraina, a farne le spese è l'Unione Europea. Oggi più che mai Bruxelles è il servo sciocco di Washington. 

Fin a quando i popoli dell'eurozona potranno sopportare rincari, riduzioni dei servizi, erosiane dei salari, peggioramento della condizioni di vita? 

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