"Non solo Venezuela": Trump ipotizza attacchi di terra contro i narcotrafficanti
In un clima di forte controversia internazionale, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che Washington sta valutando l’avvio di attacchi terrestri contro chiunque produca e venda droga destinata al mercato statunitense. Dopo settimane di operazioni militari nel Mar dei Caraibi e nel Pacifico - che Caracas definisce “esecuzioni extragiudiziali” - Trump ha affermato che colpire “a terra” sarebbe “più facile”, aggiungendo che gli USA “sanno dove vivono i cattivi”.
Secondo il Pentagono, 21 imbarcazioni classificate come “narcolance” sono già state distrutte, con 82 morti, tutti etichettati come “narcoterroristi”, senza prove pubbliche a sostegno. Mentre cresce l’indignazione in America Latina, Trump ha tenuto una lunga conversazione telefonica con il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. La chiamata, di 40 minuti, ha toccato temi commerciali e cooperazione contro il crimine organizzato, sullo sfondo delle critiche alle operazioni statunitensi in acque internazionali.
Lula ha definito “positiva” la rimozione del dazio del 40% su alcuni prodotti brasiliani, ma ha chiesto un’accelerazione sulla revisione delle restanti barriere commerciali. Entrambi i leader hanno discusso di azioni congiunte contro le reti criminali transnazionali.
La telefonata avviene mentre la Casa Bianca è sotto pressione per un secondo bombardamento nel Mar dei Caraibi che avrebbe ucciso sopravvissuti feriti, episodio che parlamentari statunitensi definiscono potenziale “atto illegale”.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati

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