Siria, quasi 8.000 morti in sei mesi, il 75% sono civili
Una premessa è doverosa, a partire dalle rivolte in Siria, 15 marzo 2011, quando incominciarono le rivolte nel paese arabo, sull’onda delle sedicenti primavere arabe, (alla fine chi prima o dopo ha distrutto solo gli stati laici e contro Israele, vedi Libia e Siria?), il cosiddetto Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), con sede in Gran Bretagna, era la fonte indiscussa degli eventi nel paese arabo di notizie in cui si accusava il governo di Bashar al Assad ogni genere di crimine e nefandezze contro civili inermi.
Oggi, non c’è più al Assad al potere in Siria, è in esilio in Russia dall’9 dicembre 2024 e non si hanno neanche più notizie di lui e della sua famiglia.
Eppure, l’ultimo report del SOHR, nonostante sveli delle atrocità commesse dagli amici dell’Occidente, dai media occidentali è stato completamente ignorato.
Secondo quanto ha riferito l'8 giugno l’osservatorio, infatti, almeno 7.670 persone, per lo più civili, sono state uccise in Siria dalla caduta di Assad e dall'istituzione di una nuova autorità di transizione, il numero include più di 2.130 "esecuzioni extragiudiziali" e "omicidi basati sull'identità", oltre a lanciare un allarme contro un “modello di violenza organizzata” che si sta diffondendo in tutto il Paese.
Nel report sono state documentate "l'uccisione di 7.670 persone in tutta la Siria dall'8 dicembre 2024 al 6 giugno 2025", aggiungendo che tra le vittime ci sono "5.784 civili, tra cui 306 bambini e 422 donne".
L'SOHR ha ricordato che "questo triste bilancio è il risultato della violenza e delle violazioni in corso da parte di parti locali ed esterne, insieme al caos diffuso della sicurezza", una testimonianza "della fragilità della situazione della sicurezza e il crescente pericolo per le componenti più vulnerabili della società".
Le oltre 2.130 esecuzioni, tra l’altro, si specifica, sono state “commesse in modo brutale”.
A marzo di quest'anno, le forze governative siriane hanno compiuto una serie di brutali massacri contro i civili alawiti sulla costa siriana. Damasco ha dichiarato che avrebbe avviato un'indagine, i cui risultati non sono stati ancora chiariti. Il SOHR ritiene che solo durante i massacri di marzo contro gli alawiti sono state registrate "1.726 esecuzioni".
Stime non ufficiali dell'epoca indicavano che il numero poteva essere molto più alto, forse diverse migliaia. Le uccisioni furono perpetrate in risposta a una rivolta armata contro le forze di sicurezza scatenata da elementi delle forze armate del precedente governo.
L'osservatorio ha proseguito ha sottolineato che dal crollo del governo di Assad sono stati uccisi 1.886 combattenti non civili, tra cui 496 membri dei Ministeri della Difesa e degli Interni siriani. Tra le vittime figurano anche 627 membri di diverse fazioni armate, molti dei quali legati alle nuove autorità di Damasco.
Secondo l'SOHR, sono stati uccisi anche oltre 250 membri della milizia curda sostenuta dagli Stati Uniti, le Forze democratiche siriane (SDF).
Infine, il SOHR ha evidenziato che il 75 percento di tutte le vittime sono civili.
Il nuovo esercito siriano è dominato da Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un'ex branca di Al-Qaeda con una storia di crimini di guerra e un'ideologia violenta e settaria. Diverse altre fazioni estremiste, tra cui gruppi noti come Jaish al-Islam, sono state incorporate nelle forze di Damasco.
Gli alawiti continuano a essere presi di mira dall'esercito siriano e dai gruppi sotto il suo comando. Negli ultimi cinque giorni, almeno 18 alawiti sono stati uccisi in una nuova ondata di violenza contro la minoranza.
Nel frattempo, il paese si trova ad affrontare un'occupazione israeliana su larga scala e bombardamenti regolari.
Il nuovo rapporto dell'SOHR arriva mentre la Siria esce da anni di isolamento, con Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea che prendono provvedimenti per revocare le sanzioni imposte al Paese per 14 anni, in cambio anche di una postura differente nei confronti di Israele.
L'UE fornirà alla Siria circa 200 milioni di dollari (175 milioni di euro) per promuovere la ricostruzione, il settore sanitario, l'agricoltura e l'economia del Paese, ha annunciato il Commissario europeo per il Mediterraneo Dubravka Suica durante la sua visita a Damasco il 4 giugno.
Il presidente siriano Ahmad al-Sharaa, ex capo di Al-Qaeda e ISIS noto con il nome di battaglia Abu Mohammad al-Julani, ha incontrato i leader mondiali, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente statunitense Donald Trump.
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