I “diritti umani” yankee nell'Ucraina golpista

I “diritti umani” yankee nell'Ucraina golpista

Se per il Donbass si auspica il napalm, per la popolazione ucraina è lo stesso governo golpista che si preoccupa di incrementarne il “diritto umano” alla mortalità. Secondo le stesse fonti ufficiali, nei primi quattro mesi del 2018 si sono avute appena 54 nascite ogni 100 morti e, tra gennaio e aprile, la popolazione di è ridotta di 85,7 mila unità, scendendo dai 42,9 milioni nel 2015 agli attuali 42,3 milioni di abitanti

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di Fabrizio Poggi
 

Quale “cloaca di pregiudizio” potrebbe denunciare Nikki Haley per quel blogger ucraino che ha pubblicamente dichiarato che il Donbass andrebbe cosparso di napalm per eliminare l'intera popolazione, tanto, quel che interessa all'Ucraina è il territorio, non i suoi abitanti? O per i consiglieri comunali di Sumy, 50 km dalla frontiera con la Russia, che hanno deliberato l'esposizione della bandiera di OUN-UPA accanto a quella nazionale, sugli edifici pubblici per tutte le manifestazioni cittadine? Nonostante tutto, Washington qualifica come terroristi i complici delle SS di OUN-UPA.


Non ha infatti parlato di “cloaca di pregiudizio politico” la rappresentante yankee all'ONU, nell'annunciare la decisione USA di abbandonare il Consiglio dei diritti umani, a causa del “continuo pregiudizio” nei confronti d’Israele? Non ha detto, l'ineffabile Haley, che il Consiglio “si fa beffe dei diritti umani”: intendendo evidentemente con ciò i “diritti umani” dei soldati israeliani che fanno strage di manifestanti palestinesi, o quelli dei coloni che festeggiano ogni uccisione di donne e ragazzi di Gaza?


E' così che l'annuncio statunitense ha ottenuto il plauso entusiasta non solo di Israele, ma anche dei nazisti di Kiev. Non a caso, pressapoco nelle stesse ore, nel rapporto dell'Alto commissario ONU per i diritti umani si denunciavano infatti le responsabilità ucraine per la gran parte delle vittime del conflitto nel Donbass, nel periodo febbraio-maggio 2018. In “201 testimonianze degne di fede relative a 321 violazioni di diritti umani” è detto nel rapporto, “il governo ucraino è responsabile per il 61% e le formazioni armate per il 17%”. Tra il 16 febbraio e il 15 maggio, è detto, l'ONU ha registrato 19 morti e 62 feriti tra la popolazione civile; 33 vittime (6 morti e 27 feriti) “possono essere ricondotte alla sfera delle responsabilità del governo ucraino. Già prima, l'ONU aveva condannato Kiev per il ricorso alla tortura e per il gran numero di attacchi contro i giornalisti. Secondo le cifre più “ottimistiche”, dal 1 gennaio al 15 maggio, i civili uccisi nelle regioni di Lugansk e Donetsk sono stati 25 e oltre 80 i feriti. Il sito colonelcassad nota che “per chi segue la guerra in Ucraina” il rapporto ONU “è un segreto di Pulcinella”; ciò nonostante, è importante che “i fatti siano ora registrati in un documento internazionale”. Effettivamente, è quantomeno controverso il peso da attribuire alle cifre ONU, che stimano in 2.725 il numero dei civili uccisi nel Donbass dall'aprile 2014 a oggi e in 7-9.000 il numero dei civili feriti. Nessuno ha mai infatti ufficialmente smentito il numero di circa 50.000 vittime (tra morti e feriti, militari e civili) adombrato già due anni fa dall'intelligence tedesca: semplicemente, è calato il silenzio.


La missione ONU in Ucraina ha anche richiamato Kiev per il sabotaggio nelle indagini sulle stragi di majdan e alla Casa dei sindacati di Odessa; ha denunciato i continui attentati a libertà di espressione, dei media, di riunione e di associazione, nonché i “casi di discriminazione, uso del linguaggio dell'odio e della violenza contro le minoranze”. Nessuna “cloaca di pregiudizio” evapora dalla bocca di Nikki Haley, neppure ascoltando le denunce che provengono dalla stessa Ucraina, in cui i politologi denunciano come il governo golpista usi i gruppi dell'estrema destra per mantenere alto il livello di paura degli avversari politici. Sembra che il governo, ha detto ad esempio l'analista Aleksej Jakubin, si adoperi per far sì che gli ucraini non si sentano mai al sicuro, che sappiano che ci sono squadre che in ogni momento possono troncare le iniziative pubbliche scomode e bastonare i partecipanti.


Eppure, nient'altri che l'ex coordinatore della famigerata USAID, Jonathan Cohen, mette ora in guardia lo stato ucraino dall'aperto appoggio ai neonazisti, dal “pubblico contributo alla crescita dei sentimenti neonazisti”, dal ricorso al terrore di stato, come fa ad esempio il Ministero della gioventù e dello sport, sponsorizzando i nazisti di “C14”: "praticamente nessuno si sente al sicuro", ha dichiarato Cohen, che si dice preoccupato della possibilità che tali formazioni possano dirigersi contro l'autorità ufficiale – sottinteso: di cui Washington ha così bisogno.


Peccato che Nikki Haley non abbia ancora vomitato “cloache di pregiudizi” sui ricchi stranieri in cerca di “emozioni” a pagamento, nei safari umani organizzati per loro dalla 30° brigata ucraina nell'area di Marjnka e dalla 93° brigata in quella di Dokuchaevsk; vittime predestinate: i civili del Donbass. Non stringe certamente il cuore, apprendere ora che esemplari di tali danarose belve avessero trovato, già in passato, adeguati compensi: un volontario serbo racconta di come, già nel 2014, nell'area di Pantelejmonovka, a nord di Donetsk, avesse eliminato due cecchini che sparavano contro i civili con fucili ad alta precisione: la verifica dei documenti aveva rivelato trattarsi di due ricchi finlandesi in cerca di “avventura” e nel febbraio scorso, era stata la volta di “cacciatori” americani e tedeschi, freddati nell'area di Gorlovka.


D'altronde, se per il Donbass si auspica il napalm, per la popolazione ucraina è lo stesso governo golpista che si preoccupa di incrementarne il “diritto umano” alla mortalità. Secondo le stesse fonti ufficiali, nei primi quattro mesi del 2018 si sono avute appena 54 nascite ogni 100 morti e, tra gennaio e aprile, la popolazione di è ridotta di 85,7 mila unità, scendendo dai 42,9 milioni nel 2015 agli attuali 42,3 milioni di abitanti. Secondo il Ministro degli esteri Pavel Klimkin, circa un milione di persone avrebbe lasciato il paese nel 2017: un dato estremamente ribassato. Altre cifre sull'emigrazione ucraina in cerca di lavoro variano dai 2 milioni dell'agenzia Bloomberg ai 7 milioni di alcuni deputati della Rada (che però considerano solo l'emigrazione verso paesi UE e non anche quella verso Russia, USA e Asia) ai 12 milioni calcolati da altri deputati ucraini. Di fatto, secondo l'Istituto di demografia dell'Accademia delle scienze di Kiev, la popolazione si aggirerebbe intorno ai 32 milioni, mentre un calcolo basato sul consumo di pane e farina, la darebbe addirittura a meno di 25 milioni.


Ora, cifre riportate dalla CIA, che sopravanzano addirittura quelle governative (per non parlare di quelle dell'Istituto di statistica) fissando la popolazione a oltre 44 milioni nel luglio 2017 e che registrano come zero il numero di emigrati, lasciano il tempo che trovano. Ciò nonostante, è indicativo come lo stesso World Factbook della CIA registri un tasso di crescita negativo della popolazione del -0,41% nel 2017 (220° posto mondiale su 230 paesi esaminati: appena un po' meglio di Croazia, Bulgaria o Paesi baltici). A ciò si aggiunge un tasso di nascite di 10,3 per mille abitanti (189° posto mondiale); tasso di mortalità di 14,4 ogni mille (5° posto); mortalità di donne in gravidanza: 24 ogni 100.000; mortalità infantile: 7,8 ogni mille nati vivi (158° posto); aspettativa di vita alla nascita: 72,1 anni (150° posto).


E' questa la situazione dei “diritti umani” nell'Ucraina golpista, dettata dai “partner” occidentali e praticata dall'oligarchia neonazista locale.


Il deputato del partito “Per la vita”, Vadim Rabinovic ha denunciato alla Rada come proprio i “partner europei”, mentre parlano di assistenza economica, abbiano condotto l'economia ucraina “in una trappola, per saccheggiare le ricchezze nazionali". La Banca Nazionale ucraina ha pagato 455 milioni di dollari di interessi al FMI; ora “ci dicono che l'Europa ci darà 1 miliardo di euro, ma non ci dicono che, in cambio, chiede la revoca della moratoria sulle esportazioni di legname” e la perdita dei Carpazi. Secondo Rabinovic, prima della fine del 2018, Kiev dovrà pagare 12,5 miliardi di dollari di debiti e, entro il 2045, 117 miliardi. Kiev si aspetta di ricevere 1,9 miliardi di dollari dalla Banca Mondiale: in compenso, si dovrà aumentare ulteriormente di un altro 65-70% il prezzo del gas alle famiglie, mentre l'aumento già disposto del 9% alle imprese, ha detto Rabinovic, ha già portato alla chiusura di “DneprAzot”, una delle strutture strategiche del paese.


Questi i “diritti umani” alla Nikki Haley, in una Kiev trasformatasi, tra le altre delizie, nella capitale europea del neo nazismo mondiale, con i rappresentanti dei battaglioni “volontari” in giro per il mondo a reclutare adepti. I quali, a loro volta, solo in rari casi vanno in trincea nel Donbass, ma stanno più comodamente al sicuro nelle redazioni filogovernative a condurre la loro “guerra informativa”, prima di rientrare in patria ad arruolare nuove reclute per quella che sta diventando un'autentica “internazionale nazista”.


Questi i “diritti umani” ucraini, rappresentati in giro per l' Europa, da personaggi quali lo speaker della Rada Andrej Parubij, di cui qualcuno, fortunatamente, denuncia almeno “il passato” fascista. E' accaduto la scorsa settimana in Scozia: dopo la sua visita a Edimburgo e a differenza delle sue “vacanze romane”, buona parte dei deputati hanno chiesto che, d'ora in avanti, il Parlamento venga messo in anticipo a conoscenza di chi è invitato, così da poter “decidere chi meriti un caloroso benvenuto e chi no".


Ognuno recita per quel che sa fare: chi firma accordi con strette di mano ai nazisti e chi, ai nazisti, quantomeno chiude la porta in faccia.

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