La vergogna di 800 miliardi di euro sprecati in armi

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La vergogna di 800 miliardi di euro sprecati in armi

di Michele Blanco

Oggi ci troviamo ad un vero e proprio delirio bellicista nell’Unione Europea dovuto a una incredibile deriva fanatica e irrazionale che non riconosce i veri interessi dei popoli europei. In realtà dietro questo riarmo ci sono solo gli interessi economici, vergognosi e inconfessabili di ricchi speculatori.

Nella narrazione dei mezzi di disinformazione di massa, tutti di proprietà, o comunque controllati, dagli stessi azionisti delle fabbriche d’armi si vuole dare per scontata l’idea che siamo in pericolo perché l’Europa sta per essere invasa dalla Russia, ipotesi assolutamente priva di qualsiasi fondamento politico economico e, soprattutto dal punto di vista pratico-militare. La federazione Russa ha 143,8 milioni di abitanti (2023), ma al tempo stesso è la nazione più grande per estensione territoriale al mondo, con ricchezze minerarie incredibili, ha il problema che territori immensi come la Siberia sono scarsamente popolari. Solo i paesi aderenti all’Unione Europa hanno 449,2 milioni (2024) di abitanti, una invasione è assolutamente improbabile. Purtroppo l’UE si è fatta custode dell’ortodossia ideologica neoliberale e globalista, inoltre l’UE è umiliata innanzitutto da se stessa, dai suoi tecnocrati antidemocratici dai propri madornali errori politici, dalla propria cecità, è preda della più grande isteria.

Nonostante la propaganda forsennata alcuni eccellenti studiosi hanno messo in luce non solo l’infondatezza, ma la fragilità e l’assoluto autolesionismo della posizione UE sull’Ucraina. L’esito fallimentare della politica imposta dai “democratici” statunitensi, subito accolta in modo del tutto subalterno dai “governanti” europei era prevedibile, ed era stato previsto. Infatti se ci poniamo la domanda su quali sono le cause profonde che alimentano l’attuale declino delle società occidentali europee, in particolare, e della sempre meno partecipazione democratica dei cittadini? Credo che al primo punto ci sia lo scarso rispetto delle opinioni dei cittadini. Un esempio ci basti pensare come la stragrande maggioranza dei cittadini italiani ed europei siano contrari alla guerra e all’aumento delle spese militari, preferendo l’aumento delle spese in sanità, istruzione e sociali, ma i governanti europei e italiani fanno l’esatto contrario, tagliano le spese sociali e aumentano sconsideratamente le spese militari. E a questo punto domandiamoci: può una comunità che si autodefinisce democratica prosperare senza rispettare le opinioni della maggioranza dei suoi cittadini, senza credenze condivise, senza un orizzonte collettivo di convivenza e benessere che dia significato e coerenza al vivere sociale?

Tutte queste considerazioni rimangono in mente dopo la lettura dell’ultimo lavoro di Emmanuel Todd, antropologo e storico francese, di chiara fama mondiale, noto ai più per aver previsto il crollo dell’URSS già nel 1976 a soli 25 anni, in Emmanuel Todd, “Il crollo finale: saggio sulla decomposizione della sfera sovietica” (1976). Todd è tornato alle stampe con una chiara e giustificata provocazione: l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti, è avviato verso un declino irreversibile, non solo geopolitico, ma soprattutto culturale e morale.
In “La sconfitta dell’Occidente”, l’ultimo saggio di Emmanuel Todd, pubblicato nel 2024 da Fazi Editore, la principale e più superficiale tesi è semplice: Todd prevede che la guerra in Ucraina sarà il punto di svolta che accelererà la decomposizione del blocco occidentale.

L’Europa “politica”, ad oggi illusoria e antidemocratica, dove i governanti  riescono a concepire 800 miliardi di spese in armi non sorprende, essendo oggi l’UE uno strumento di assoluta spoliticizzazione antidemocratica e tecnocratica. 

Nonostante il dispiegamento di mezzi potenti, soprattutto sul piano mediatico, non c’è consenso tra i cittadini europei per queste spese inaudite che porteranno tagli sanguinosi alla sanità, all’istruzione e a qualsiasi spesa sociale.

L’UE è esattamente l’opposto di come viene descritta non è un embrione di Europa politica, non ha la forza morale per essere una potenza civile, ma è nelle mani di un oligarchia eurocratica antidemocratica, neoliberale, liberista e globalista.   

Oggi L’Unione Europea politicamente non esiste ha solo una moneta senza Stato né governo politico dell’economia, Tutto questo impedisce una vera integrazione economico-finanziaria solidaristica e politiche fiscali comuni, ha un parlamento, ma non è una vera democrazia rappresentativa, perchè la rappresentanza politica del conflitto sociale è assolutamente inibita. In breve, è un sistema di dominio tecnocratico-finanziario, centrato su un’ipertrofia giuridica e sulla governance non democratica come gestione tecnica. 
Inoltre ha contribuito a depotenziare l’Europa una serie di rovesci clamorosi, all’inaudita austerità imposta e alla dissennata e poco lungimirante gestione della crisi finanziaria innescata dai mutui subprime americani, presentata falsamente e strumentalmente come crisi dei debiti sovrani, in realtà dei debiti privati, cioè delle banche, soprattutto tedesche e francesi. Fino al totale fallimento in Ucraina e al vergognoso e orribile sostegno di fatto al massacro di Gaza.

La verità è che quando una vergognosa “classe dirigente”, assolutamente inadeguata, fallisce così clamorosamente e colpevolmente, se ne deve andare a casa. L’oligarchia eurocratica, tanto a Bruxelles, a Francoforte, a Strasburgo e in Lussemburgo, quanto nelle capitali dei paesi membri, invece lotta per sopravvivere. Il problema vero è che assolutamente disposta a far pagare qualsiasi prezzo ai popoli europei.

In primo luogo fanno annullare le elezioni ed esclude arbitrariamente candidati sgraditi, come in Romania, ma è evidente che questa tendenza può estendersi, il “politico” o presunto tale, Calenda in Italia ha fatto già qualche vergognosa proposta in tal senso. Si tratta di una deriva postdemocratica, già iniziata da tempo, ma ora apertamente antidemocratica, è in atto, la lettera Trichet-Draghi e il ricatto alla Grecia ne furono chiare avvisaglie.

Si tratta del “fascismo degli antifascisti” di cui scriveva sempre Pier Paolo Pasolini: “esiste oggi una forma di antifascismo archeologico che è poi un buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale. Si tratta di un antifascismo facile che ha per oggetto ed obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e che non esisterà mai più. (…) Ecco perché buona parte dell’antifascismo di oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo, o è ingenuo e stupido o è pretestuoso e in malafede”. 
Oggi si esalta il riarmo che dovrebbe portare a chissà quali esiti storici, una presunta unità europea, garantire l’autodifesa europea con il risultato profondamente ingiusto: I soldi per le armi si, per gli ospedali e tutte le spese sociali no.

L’UE sta andando esattamente nella direzione opposta rispetto a ciò di cui ci sarebbe bisogno: cogliere l’opportunità per una tregua che, attraverso un giusto e duraturo compromesso, ponga le basi di una pace stabile e ci faccia uscire dall’incubo di una guerra infinita. Si deve auspicare che in Europa risorga finalmente una politica basata sulla solidarietà tra i popoli, di cooperazione tra Stati basata innanzitutto sul rispetto della democrazia e dell’effettivo pensiero dei popoli europei che vogliono da sempre vivere con più stato sociale garantito, istruzione e cure gratuite per tutti e crescita del lavoro e del benessere diffuso a tutti.

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