Negoziati con gli USA in Oman, L’Iran avverte: "Non può esserci opzione militare"
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha avvertito che non può esserci un approccio militare per risolvere le divergenze tra Stati Uniti e Iran.
Il capo della diplomazia iraniana ha confermato in un articolo sul Washington Post che sabato prossimo inizieranno in Oman negoziati indiretti con gli Stati Uniti, nel tentativo di colmare il divario nel programma nucleare di Teheran.
"Per andare avanti oggi, dobbiamo prima convenire che non può esserci alcuna 'opzione militare', tanto meno una 'soluzione militare'", ha ricordato il diplomatico.
Araghchi ritiene che spendere i soldi dei contribuenti per aumentare la presenza degli Stati Uniti in Medio Oriente non porterebbe a un risultato diplomatico e ritiene che il popolo iraniano "non accetterà mai la coercizione o l'imposizione" della volontà di qualcun altro.
Secondo il funzionario iraniano non si può immaginare che “il presidente Trump voglia diventare un altro presidente americano impantanato in una guerra catastrofica in Medio Oriente, un conflitto che si estenderebbe rapidamente a tutta la regione e costerebbe esponenzialmente più dei trilioni di dollari dei contribuenti bruciati dai suoi predecessori in Afghanistan e Iraq".
L'Iran, un paese aperto
Araghchi ha chiarito che, nonostante "molti a Washington dipingano l'Iran come un paese economicamente chiuso", Teheran è " aperta ad accogliere aziende da tutto il mondo".
Ha evidenziato che "sono state le amministrazioni statunitensi e gli ostacoli del Congresso, non l'Iran, a tenere le aziende americane lontane dall'opportunità da mille miliardi di dollari di accedere alla nostra economia".
Lunedì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva annunciato che Washington sta conducendo trattative dirette con Teheran e che "raggiungere un accordo sarebbe preferibile all'ovvio ". Tuttavia, non ha escluso una possibile azione militare contro il paese persiano se i colloqui dovessero fallire.
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