Ucraina: la guerra delle potenze coloniali contro il Sud del mondo

2684
Ucraina: la guerra delle potenze coloniali contro il Sud del mondo

 

Uno dei temi più ricorrenti della narrazione riguardante l’Ucraina, discendente dal tema della lotta dei Paesi liberi contro la tirannide russa, è che essa sia condotta a nome e per conto del mondo intero, per garantirne la libertà.

Tale tema è condensato nella formula, tanto spesso ripetuta da assumere le caratteristiche di un mantra, di una lotta necessaria per preservare l’ordine mondiale basato sulla libertà e sulle regole forgiato dopo la Seconda guerra mondiale e la sconfitta della tirannide nazifascista.

Democrazia contro tirannide?

Tale assunto dogmatico non ammette alcun cedimento, essendo la vittoria l’unico esito accettabile, dal momento che non si può trattare contro un nemico esistenziale. Nessun negoziato è possibile con la Russia né con il tiranno Putin.

Un articolo di Branko Marcetic pubblicato su Responsible Statecraft che ha un taglio originale ma non eccessivamente interessante – avendo come focus una dialettica alquanto ristretta – evidenzia, però, come il dogma suddetto sia distaccato dalla realtà.

Infatti, l’idea che non si possa accettare un negoziato non appartiene al mondo. La a prospettiva di una guerra senza fine, con i rischi di escalation nucleare connessi, scrive Marcetic, “ignora, ovviamente, gli enormi costi pagati in modo sproporzionato dal Sud del mondo a causa del prolungamento della guerra e il fatto che i paesi in via di sviluppo – che continuano a lottare con l’eredità di secoli di colonialismo occidentale – richiedano in modo schiacciante l’apertura di negoziati“.

Il mondo diviso in due parti…diseguali

“Un elenco breve e incompleto degli Stati che hanno lanciato appelli a favore di negoziati che pongano fine alla guerra comprende CinaIndiaTurchiaIndonesiaPakistanMessicoSud Africa, Lega Araba (22 gli Stati membri) e Unione Africana (55 gli Stati membri). A quell’elenco possiamo aggiungere il Brasile, dove lo sconfitto Jair Bolsonaro, di estrema destra, e il suo vittorioso sfidante di sinistra Lula da Silva, hanno entrambi chiesto colloqui per porre fine al conflitto. Insieme, tutti questi governi e organismi sovranazionali rappresentano oltre 5 miliardi di persone, ovvero circa il 65% della popolazione mondiale” (1).

“I 30 Paesi della NATO – tolta la Turchia [che ha tentato di mediare ndr], – al contrario, sono tutti situati nel Nord del mondo e molti di essi sono le ex potenze coloniali che in passato si sono spartite il mondo, soggiogando i paesi sopra elencati”.

“Essi rappresentano poco meno di 950 milioni di persone; e se a questi aggiungiamo i potenziali nuovi membri [della Nato], Finlandia e Svezia, più la popolazione ucraina prebellica, tale numero sale a poco più di un miliardo di persone, cioè circa il 13% della popolazione mondiale”.

La posizione di tali Paesi, continua Marcetic, “non sorprende se si tiene conto dei costi sproporzionati pagati dal mondo in via di sviluppo a causa degli effetti economici prodotti a catena dalla guerra”.


Colonie e colonialisti

“Tra gennaio e settembre più di 90 paesi sono stati colpiti da proteste – che a volte hanno causato vittime – per l’aumento vertiginoso dei prezzi del carburante; un terzo di questi paesi non aveva assistito a proteste simili nell’anno precedente”.

“Lo stesso ambasciatore di Washington presso le Nazioni Unite ha avvertito ad agosto che la guerra sta facendo precipitare 40 milioni di persone nell’insicurezza alimentare, principalmente nell’Africa subsahariana, mentre la missione permanente della Francia presso le Nazioni Unite ha stimato che 13 milioni di persone in più potrebbero morire di fame tra questo e il prossimo anno”.

“[…] Forse questo è il motivo per cui un diplomatico africano ha espresso perplessità ad agosto per la posizione occidentale nei confronti della guerra: ‘La cosa più sconcertante per noi – ha detto – è l’idea che un conflitto come questo sia in sostanza incoraggiato a continuare indefinitamente'”.

Quindi, dopo aver indugiato anche sulle sofferenza del popolo ucraino,  Marcetic prosegue: “Questa visione – che la guerra debba continuare indipendentemente dai rischi e dalle sofferenze sopportate sia dagli ucraini che dal resto del mondo, se è dominante nella narrazione occidentale, attira scarso consenso altrove e in particolare nel Sud del mondo, dove risiede la stragrande maggioranza della popolazione mondiale”.

È solo una frazione relativa degli stati-nazione del mondo – concentrati nelle ricche ex potenze imperiali e nei loro alleati nel nord del mondo – che appare indifferente alla sofferenza dei loro ex sudditi coloniali; e la loro visione vuole che l’idea di porre fine alla guerra non appena possibile sia del tutto fuori luogo”.

Così il dramma attuale non fa altro che rinnovare i tragici fasti del colonialismo. L’idealistica narrazione della lotta della liberta contro la tirannide ne esce a pezzi.

(1) Non solo il Brasile, anche altri Paesi latino-americani si sono espressi per l’apertura di negoziati, dal Venezuela alla Colombia all’Argentina, per citarne solo alcuni. Anche questi Stati, per restare nel tema con l’articolo, hanno un passato (anche recente) di sudditanza all’Occidente…

 Piccole Note

Piccole Note

 

Piccole Note è un blog a cura di Davide Malacaria. Questo il suo canale Telegram per tutti gli aggiornamenti: https://t.me/PiccoleNoteTelegram

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte) di Giuseppe Masala Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran di Francesco Santoianni "Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

Quando il tennis oscura un genocidio di Paolo Desogus Quando il tennis oscura un genocidio

Quando il tennis oscura un genocidio

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Necropolitica e Tanatopolitica di Giuseppe Giannini Necropolitica e Tanatopolitica

Necropolitica e Tanatopolitica

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Questo mondo ingiusto di Michele Blanco Questo mondo ingiusto

Questo mondo ingiusto

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti