"Una moneta di distruzione di massa". L. Christensen

Per il Ceo di Saxo Bank l'euro è "un esperimento pericoloso, irresponsabile che non deve essere mai più ripetuto"

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"Una moneta di distruzione di massa". L. Christensen


Il Ceo e co-fondatore di Saxo Bank Lars Seier Christensen nel suo blog TradingFloor.com torna a occuparsi dell'euro.
 
Dopo aver ribadito come la moneta unica sia "una monumentale cattiva idea", Christensen sottolinea come l'euro ha creato un numero infinito di vittime nel suo tragitto, ha costretto de facto al fallimento numerosi paesi, ha prodotto la perdita di intere giovani generazioni nell'Europa del sud e, infine, ha condotto l'Europa nella direzione di un super stato totalitario.
 
Potrebbe scomparire un giorno non così lontano, prosegue il Ceo di Saxo Bank, lasciando solo un ricordo triste e desolante di un esperimento pericoloso, irresponsabile che non deve essere mai più ripetuto. Lascerà dietro di sè immensi costi sociali e umani, ma sarebbe molto meglio subire queste perdite inevitabili il prima possibile. La ripresa inizierebbe molto prima se la causa alla radice del malessere attuale venisse rimossa.
 
Christensen ammette nel prosieguo del suo articolo che sarebbe naive pensare che la situazione dell'euro potrebbe essere risolta in tempi rapidi, data la grande quantità di capitale politico che è stato investito. La burocrazia e tecnocrazia europea, in particolare l'elite politica che ha costruito l'Ue, farà di tutto per impedire la fine dell'euro, almeno fino a quando questo non diventerà inevitabile. E lo diventerà o per la pressione da parte degli elettori – anche se sono stati consultati molto raramente in questa struttura politica post-democratica – o dai mercati, che devono riassumere il loro ruolo che è stato fino ad ora bloccato durante la crisi, vale a dire i ruolo di allocare il capitale, dare un prezzo alla moneta e agire razionalmente. 
 
Nell'affrontare questa "moneta di distruzione di massa", non dovremo almeno cercare di farci qualche soldo?, si chiederanno i mercati. In quest'ottica Christensen sottolinea che un'assunzione razionale sia oggi quella per cui l'euro ha già raggiunto il suo massimo storico superando 1.4000. E utilizza alcune considerazioni a supporto di questa affermazione:
 
1)L'economia è estremamente debole in tutta la zona euro e l'euro non avrebbe semplicemente mai dovuto essere creato in principio.
 
2)La zona euro vuole un euro più debole perché ne ha bisogno. Questo livello è tropo dannoso anche per una Banca centrale come la Bce.
 
3)La deflazione è dietro l'angolo e Christensen ritiene che la probabilità è maggiore di quel 20% indicato da FMI e altri studi.
 
4)Anche la Bundebsank sembra rinunciare alla sua nota resistenza al quantitative easing. Non un buon segnale per Christensen, dato che sono l'ultimo guardiano di moneta sana in un mondo di svalutazione competitiva. Tuttavia è quello che sta accadendo. L'alternativa sono i tassi d'interesse negativi, entrambi gli esiti costringerebbero l'euro a scendere.
 
5) Ci sarà poi sempre più sollevazione sociale in Europa con i giovani disoccupati e i dipendenti del settore pubblico che creeranno una strana coalizione con le piccole e medie imprese dato che i loro interessi sono gli stessi e contrari a quelli delle grandi industrie, grandi banche e le coalizioni di élite al potere. Non dimenticate mai che le PMI creano lavoro, ma non hanno più accesso al credito.
 
6)Le popolazioni europee continueranno a ribellarsi contro la Bruxelles antidemocratica e cercheranno di costringere misure intrusive più intelligenti. L'ovvia e rara opportunità di esprimere il dissenso saranno le elezioni europee di maggio. I movimenti di protesta faranno molto bene in Francia, Regno Unito e Italia, ma non solo. 
 
Senza considerare, conclude Christensen, poi l'andamento fuori controllo del rapporto debiti/Pil dei vari paesi, il settore bancario fragile e l'incapacità geopolitica imbarazzante dell'Europa di affrontare shock esterni provenienti, tra gli altri, da Cina e Russia.

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