11 Ottobre Sciopero generale, possibili sorprese

2514
11 Ottobre Sciopero generale, possibili sorprese

Lo sciopero generale di lunedì prossimo, 11 Ottobre, non sarà un evento seppur importante ma isolato nel contesto della mobilitazione. Questo sciopero che ha visto le sigle del sindacalismo di base unite, non senza divergenze, può aprire nuove prospettive.

di Sergio Cararo - Contropiano

Lunedì 11 ottobre tutte le organizzazioni sindacali di base, conflittuali e di classe, hanno convocato unitariamente uno sciopero generale contro le politiche del governo Draghi.

Non accadeva da anni è già questa è una novità rilevante. L’altra è che è il primo sciopero contro un governo blindato e santificato da tutti i partiti, da Bruxelles e dalla Confindustria, che sta procedendo come un caterpillar nella ristrutturazione antipopolare del paese in ogni piega della vita economica e sociale.

In questo clima di consenso forzato intorno al governo Draghi e alla sua strategia, rompere l’incantesimo e mettere sul piatto le contraddizioni sociali e politiche che sono venute emergendo con la pandemia è decisamente una sfida di prima grandezza.

La convocazione dello sciopero è stata decisa questa estate e in questi mesi agli obiettivi originari se ne sono via via aggiunti altri. Nella piattaforma iniziale ci sono sicuramente i licenziamenti e le numerose crisi aziendali; ci sono i buchi evidenti nella destinazione dei fondi del Pnrr (dalle abitazioni al lavoro, dalla scuola alla sanità), dove si sente parlare di miliardi in arrivo ma destinati a capitoli non certo declinati sulle esigenze popolari.

Ma poi si sono aggiunti altri temi imposti dalla realtà, come il carovita con le ripetute stangate sulle bollette della luce e del gas e sul prezzo dei carburanti; l’accanimento ossessivo del ministro Brunetta contro i dipendenti pubblici, l’inaccettabilità della strage dei morti sul lavoro, infine le crescenti proteste sui luoghi di lavoro contro la discriminazione tra i lavoratori introdotta dal green pass.

Quasi naturalmente, intorno allo sciopero generale dell’11 Ottobre si è andato coagulando un malessere sociale spesso sotterraneo ma esteso, andando a configurare una sorta di contro-programma per il paese rispetto a quello rappresentato dalle scelte materiali del governo Draghi e dai diktat dell’Unione Europea sull’uso del Recovery Fund.

In tale contesto il “consorzio” rappresentato da CgilCislUilUgl balbetta o tace, allettato magari da un possibile ritorno alla “concertazione” in stile 1993, ma preoccupato che Confindustria e tecnocrazia di governo vogliano fare a meno di loro.

La contraddizione è diventata talmente evidente che in diverse fabbriche anche delegati sindacali aderenti alla Fiom hanno deciso di aderire allo sciopero, mentre in altre hanno deciso di lasciare i sindacati complici e aderire a quelli conflittuali vedi i Rider di Catania o vedi all’ex Ilva di Genova

Lo sciopero dell’11 Ottobre dunque sta via via perdendo il sapore di una scadenza in qualche modo già vista e può diventare qualcosa di politicamente significativo.

La politica ha abdicato completamente alle esigenze sociali in nome dell’unità nazionale e dell’asservimento a Bruxelles e i sindacati sono costretti a misurarsi ormai sul piano politico, più che su quello strettamente vertenziale.

Ogni vertenza infatti richiede ormai soluzioni “politiche”, perché le relazioni sindacali non hanno l’ossigeno né gli spazi di manovra del passato. Dall’Alitalia all’Ilva, dalla Gkn alla sanità, dal pubblico impiego al mondo dell’istruzione e della ricerca, le soluzioni ai vecchi problemi ed a quelli aggravati dalla pandemia non paiono risolvibili con estenuanti “tavoli” privi di qualsiasi strumento concreto di risoluzione.

E’ questo, oltre che la dimensione generale, a rendere quello dell’11 Ottobre uno sciopero molto “politico”. Perché chiama in causa scelte che non riguardano questo o quell’aspetto dell’attuale sistema, ma l’intero edificio costruito in oltre trent’anni di neoliberismo e di strapotere padronale.

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

Loretta Napoleoni - Come Trump ha spaccato il Canada in due di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Come Trump ha spaccato il Canada in due

Loretta Napoleoni - Come Trump ha spaccato il Canada in due

La rottamazione dell'occidente e un "nuovo 1990" alle porte di Giuseppe Masala La rottamazione dell'occidente e un "nuovo 1990" alle porte

La rottamazione dell'occidente e un "nuovo 1990" alle porte

Mondo multipolare dal rapporto della MSC: opportunità e sfide   Una finestra aperta Mondo multipolare dal rapporto della MSC: opportunità e sfide

Mondo multipolare dal rapporto della MSC: opportunità e sfide

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano... di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti” di Geraldina Colotti Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Maria Corina Machado, un'antipatria alleata dei “Patrioti”

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

L’ERA DEI QUISLING L’ERA DEI QUISLING

L’ERA DEI QUISLING

L'altra faccia della propaganda: il revisionismo storico di Giuseppe Giannini L'altra faccia della propaganda: il revisionismo storico

L'altra faccia della propaganda: il revisionismo storico

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

LIBIA: UN MOVENTE TACIUTO E’ UNA BUGIA INTERA di Michelangelo Severgnini LIBIA: UN MOVENTE TACIUTO E’ UNA BUGIA INTERA

LIBIA: UN MOVENTE TACIUTO E’ UNA BUGIA INTERA

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Il presidente Mattarella non ricorda? di Michele Blanco Il presidente Mattarella non ricorda?

Il presidente Mattarella non ricorda?

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti