Cronache (sconcertanti) dagli Emirati Uniti d’America di Trump.
di Alberto Negri*
In un post avevo definito la Casa Bianca una sorta di Emirato. Oggi abbiamo la prova che siamo di fronte alla nascita degli Emirati Uniti d’America. Il New York Times ci informa che il procuratore speciale Robert Mueller sta indagando su un flusso di denaro diretto a Trump da un triangolo così composto: George Nader consigliere del principe ereditario degli Emirati Mohammed bin Zayed, Kiril Dimitriev, ex Goldman Sachs, incaricato da Putin di gestire un fondo russo, Erik Prince, fondatore della Blackwater (ora Academi), compagnia militare di mercenari legata al Pentagono, consigliere di Trump nel periodo di transizione. Ipotizziamo uno scenario. I russi, sostenuti da amici arabi e americani, aprono un canale con Trump e il suo entourage per capire se è possibile togliere alcune sanzioni a Mosca messe dopo l’Ucraina.
Dimitriev ne aveva parlato pubblicamente con entusiasmo appena dopo l’elezione di Trump. Ma come in tutte le corti dell’Emiro la manovra solleva le obiezioni di israeliani e sauditi che vedono nelle sanzioni uno strumento di pressione su Putin per condizionare eventuali accordi su Siria, Iran e Medio Oriente. Intanto dalla corte dell’Emiro Trump se ne va Gary Cohn, ex Goldman Sachs, principale consigliere economico ma contrario all’imposizione dei dazi, l’arma della Casa Bianca per gettare fumo populista negli occhi dell’elettorato. Chi sarà il prossimo a lasciare? Tillerson, segretario di Stato, per esempio non piace agli Emirati perché troppo debole con il Qatar.
*Post Facebook del 7 marzo 2018. ubblichiamo su gentile concessione dell'Autore