Interessi nazionali e politica estera. L'esperimento di Alessandro Orsini su Facebook

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Interessi nazionali e politica estera. L'esperimento di Alessandro Orsini su Facebook


di Alessandro Orsini*

Ieri ho fatto un esperimento sociologico usando questa pagina (Facebook, ndr). Ho pubblicato un post che, invocando la difesa degli interessi nazionali dell'Italia, invitava l'Italia a non promuovere politiche ostili alla Russia prendendo le distanze dai Paesi baltici che propongono soltanto guerra guerra e ancora guerra contro la Russia per bocca di Kaja Kallas.

Negli Stati Uniti, il post di un professore universitario che inviti il governo americano a essere egoista in politica internazionale non suscita alcuna indignazione giacché, nella cultura politica americana, pretendere che il governo difenda l'interesse nazionale è un fatto normale. Gli americani passano il loro tempo a dire: "Questa politica non è nel nostro interesse nazionale quindi va evitata". In Italia, invece, dire che le politiche bellicose di Ursula von der Leyen danneggiano l'interesse nazionale dell'Italia causa una grande quantità di insulti violenti. Il mio primo libro, scritto a 24 anni, era dedicato alla seguente domanda: "Perché gli italiani hanno un sentimento d'identità nazionale così debole rispetto a francesi, americani, tedeschi, inglesi?".

Nel mio ultimo libro, "Casa-Bianca Italia", spiego che gli italiani vengono educati ad anteporre gli interessi degli Stati Uniti a quelli dell'Italia. Politici come Carlo Calenda, Pina Picierno, Mario Draghi, Enrico Letta e molti altri, esprimono questo fenomeno sociologico. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, questi politici non si sono chiesti quale fosse l'interesse nazionale dell'Italia. Si sono preoccupati unicamente di difendere l'interesse nazionale degli Stati Uniti. Hanno promosso politiche utili a Biden, ma esiziali per gli italiani. Le conseguenze disastrose per l'Italia sono davanti agli occhi di tutti, anche se vengono nascoste da un sistema dell'informazione sulla politica internazionale corrotto. La guerra in Ucraina ha impoverito le nostre imprese e non soltanto, ma nessuno ne parla. Uno Stato satellite non può mai domandarsi quale sia il suo interesse nazionale perché deve sempre dare conto di tutto ciò che dice alla potenza straniera da cui è dominato. L'Italia sta agli Stati Uniti come la Bielorussia sta alla Russia. 

*Post Facebook del 2 maggio 2025
 
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Il post dell'"esperimento" pubblicato il primo maggio:

Se un giorno la Russia invadesse i Paesi baltici, questo sarebbe un problema loro. I Paesi baltici dovrebbero assumersi in perfetta solitudine tutta la responsabilità delle loro politiche anti-russe. L'Italia dovrebbe rimanerne completamente fuori e non fornire nemmeno un proiettile. Qualcuno dirà: "Ma esiste l'articolo 5 della Nato!". Certo, ma quell'articolo non dice quale tipo di armi inviare al Paese eventualmente aggredito. L'Italia potrebbe limitarsi a dare caschi e scarponi.

Se l'Italia sbaglia qualcosa, paga in prima persona. Se Estonia, Lettonia e Lituania, sbagliano a porsi verso la Russia, se propongono soltanto guerra guerra e ancora guerra, è giusto che paghino con i soldi loro e con le loro vite per le loro politiche sbagliate. Se una nullità come Kaja Kallas vuole entrare in guerra con Putin, si accomodi pure. Nessun genitore italiano, nessun papà italiano, nessuna mamma italiana, mette i figli al mondo per poi mandarli a morire al fronte sotto la guida di Kaja Kallas. Noi italiani dobbiamo stare lontani dalle guerre. Se certi Paesi europei hanno tutta questa voglia di fare la guerra alla Russia, facciano pure.

Noi italiani rimarremo a guardare gli europei morire sotto le bombe russe senza muovere un dito. Noi italiani abbiamo i nostri problemi. Noi italiani abbiamo i russi in Libia e siamo senza difesa aerea. Ci basta e avanza. Avere Roma a tiro è più che sufficiente per noi italiani. Ci manca soltanto una guerra con una superpotenza nucleare. Noi italiani abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con i russi e va benissimo così. Se a Kaja Kallas non piace, chi se ne strafrega. Fare parte della Nato non significa seguire un gruppo di idio [...] che corre verso un baratro. Viva l'Italia, amate l'Italia, proteggete sempre gli interessi dell'Italia.

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