L'ennesimo regalo alle destre trumpiane degli “europeisti per la guerra”

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L'ennesimo regalo alle destre trumpiane degli “europeisti per la guerra”


di Paolo Desogus*


La manifestazione per l’Europa proposta da Michele Serra potrebbe apparire solo come l’espressione senile di un borghese benestante e soddisfatto che confonde la realtà con le proprie personali rappresentazioni. È anche tutto questo, non c’è dubbio. Ma è anche una manifestazione per la continuazione della guerra in Ucraina, senza gli Stati Uniti e dunque contro Trump.

Sfilare con Serra e con tutti i vecchi rottami dell’ex sinistra rischia per questo di essere l’ennesimo regalo alle destre trumpiane, a cui è stata data in dono la bandiera della pace. Non che Trump abbia un reale desiderio di pace. Si direbbe anzi che la sua strategia sia proprio quella di alimentare la polarizzazione con l’Europa per spingerla a proseguire il conflitto a sue spese.

Detto in altre parole, ho la forte sensazione che gli “europeisti per la guerra” si stiano muovendo dentro il perimetro strategico del governo americano, il quale ufficialmente si serve della bandiera della pace, ma in realtà intende scaricare la responsabilità del conflitto ai suoi alleati. Per carità, è solo un’ipotesi. Magari mi sbaglio e forse non è così. Ma in tutti i casi resta il fatto che l’Europa non è in grado di formulare una propria proposta di pace autonoma, ovvero una proposta dettata non da una propensione di adesione o di rifiuto di Trump, ma dal proprio specifico interesse geopolitico.

Questo è dovuto al fatto che la parola Europa non designa nulla. Non rimanda e non ha mai rimandato a un insieme culturale unitario, a un punto di vista sul mondo plurale e dunque a una prospettiva politica comune e coesa. Proprio per questo Serra e i suoi amici sono costretti a cercare l’unità europea in contrapposizione a Trump, senza essere in grado di esprimere una lettura dei fatti ucraini sulla base dell’interesse e della propensione culturale continente.

Insomma, la manifestazione di Serra è solo l’ennesima espressione della subalternità dell’intellettualità benestante e soddisfatta italiana che crede di essere migliore perché “europea”, senza essere capace di dare a questo aggettivo un senso politicamente e culturalmente autonomo dagli USA e dal trumpismo.

*Post Facebook del 2 marzo 2025

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