Massimo Cacciari e il fascismo oggi

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«Le condizioni storiche, sociali, culturali di quel caratteristico fenomeno totalitario (non esiste il totalitarismo, come in genere non esiste alcun "ismo" in nessun campo) non hanno alcun remoto riscontro nella realtà attuale di nessun Paese», sulle colonne del quotidiano ‘La Stampa’ il filosofo Massimo Cacciari definisce il pericolo fascista evocato in Italia una «farsa dolorosa». 

Per il filosofo il pericolo fascista «è altrettanto realistico dell’entrata di un’astronave in un buco nero». 

D’altronde al momento dell’instaurazione circa un secolo fa il movimento fascista poteva contare sul sostegno «diretto o indiretto di settori decisivi dell’industria, della finanza e di apparati dello Stato ad altissimo livello». E nessuna di questi poteri attualmente «ha il benché minimo interesse a sostenere prospettive analoghe». 

«La verità - continua Cacciari sul quotidiano torinese - è che i movimenti che si richiamano a quella tragedia sono farse, per quanto dolorose, che nulla politicamente potranno mai contare, e il cui unico risultato è e sarà quello di ridurre tutto al bianco-o-nero, di impedire ogni seria discussione sull’incredibile susseguirsi di emergenze in cui viviamo e sulla possibilità di affrontarle con spirito democratico». 

Per questo motivo il filosofo afferma che «nessun fascismo sarà comunque nei nostri destini». Ma «il pericolo che cresce quotidianamente è tutto un altro: che la persona scompaia fagocitata dalle paure, dalle avarizie, dalle invidie, dai risentimenti dell’individuo, in cerca affannosamente di chi lo rassicuri, lo protegga, lo consoli – quell’individuo che non riconosce nessuno oltre se stesso e che insieme esige forti pastori – che in nessuno confida se non in chi di volta in volta gli sembra potente abbastanza da servire al proprio individuale interesse». 

Con il rischio di ritrovarci in un regime. «Un regime che assolutamente nulla ha a che fare con i mantra democratici che continuiamo a ripetere, pietoso velo del naufragio che ha subito fino a oggi ogni tentativo di riforma del nostro sistema istituzionale e del rapporto tra le sue funzioni e i suoi poteri». 

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