Myanmar: la storica visita di Obama

Il momento più atteso: l'incontro con Aung San Suu Kyi nell'abitazione della sua detenzione

1315
Myanmar: la storica visita di Obama

"Sono venuto qui per porgere la mia mano in amicizia". Storica visita lunedì di Barack Obama, primo presidente americano in carica ad essere accolto in Myanmar. Dopo un colloquio con il presidente Thein Sein nel parlamento regionale dell'ex capitale Rangoon, in cui Obama ha ribadito il pieno sostegno americano al processo di riforme in atto e verso la transizione democratica, il momento più atteso è stato l'incontro con il leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi nella sua abitazione a Rangoon, dove aveva trascorso 15 anni di arresti domiciliari. “Lo scopo di questa visita è quella di sostenere il cammino della Birmania verso la democrazia”, ha dichiarato Obama, che è stato accompagnato da una folla festante fino al suo arrivo alla casa del premio nobel per la pace. La leader dell'opposizione birmana, subito dopo l’incontro, ha lanciato un appello ai birmani e alla comunità internazionale di diffidare del “miraggio del successo” delle riforme birmane: “Il momento più difficile in una fase transizione è quando il successo è in vista. Quindi dobbiamo stare molto attenti a non essere ingannati dal suo miraggio”.
Il presidente Usa, Barack Obama, ha poi tenuto un discorso all'università di Rangoon dove ha fatto un appello per la fine delle violenze nello Stato del Rakhine, tra le comunità buddista e musulmana; e ha detto che "non c'è scusa per la violenza contro gli innocenti" e dove ha ribadito che gli Stati Uniti intendono sostenere il percorso di riforme avviato dal Myanmar, "uno straordinario cammino che ancora deve continuare". "La riconciliazione nazionale richiederà tempo, ma per il bene della nostra comune umanità, e per il bene del futuro di questa nazione, è necessario mettere fine all'incitamento alla violenza". Dallo scorso giugno, nelle violenze contro la minoranza musulmana Rohingya nello Stato del Rakhine, nell'ovest del Myanmar, sono morte oltre 180 persone e più di 100mila sono state costrette a fuggire dalle loro case. Secondo un rapporto dell'International Crisis Group di una decina di giorni fa, le violenze interetniche potrebbero portare il paese al collasso e rovinare ttute le riforme intraprese. Inoltre, diversi attivisti hanno accusato il governo di non aver fatto tutto il necessario per garantire la sicurezza alla minoranza musulmana e, per questo, criticato la scelta di Obama di visitare il paese.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

L'Europa che non c'è di Loretta Napoleoni L'Europa che non c'è

L'Europa che non c'è

RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza” di Michelangelo Severgnini RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza”

RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza”

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo di Francesco Santoianni Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente di Francesco Erspamer  Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Il vocabolario è saturo di Paolo Desogus Il vocabolario è saturo

Il vocabolario è saturo

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino di Gao Jian Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000 di Alessandro Mariani Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi" di Marinella Mondaini Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi"

Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi"

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania di Michele Blanco Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania

Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti