Oggi mia madre è morta, oggi è morta l'umanità

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Oggi mia madre è morta, oggi è morta l'umanità

 
di Frank Iodice*
 
 
Stamattina mia madre è morta. Quando ho avuto la notizia, ero in hotel. Il mio turno era quasi finito, stavo dando il resto a una coppia di inglesi che faceva il check-out. A un certo punto gli inglesi hanno incominciato a insultarmi non so più in quale lingua, perché sono rimasto con i loro soldi in mano e non potevano far aspettare il taxi. I tassametri a Ginevra costano cari, se ne fottono della vita e della morte.
 
Per prendere il primo volo per Napoli, che era alle 17:55, sono andato nella farmacia di turno della mia città. Oggi era domenica e non ce n'erano altre. E ho chiesto se facessero il test PCR obbligatorio per chi vuole prendere un'aereo. C'erano una ventina di persone in fila, sentendo di qua e di là erano tutti ipocondriaci il cui amico di un amico di un amico era risultato positivo senza alcun sintomo. In più, erano tutti plurivaccinati contro la Covid-19. Per cui non capivo che bisogno avessero di fare un tampone. 
 
Quando è arrivato il mio turno, ho chiesto di stampare il mio pass perché non ho nessuna applicazione né avevo intenzione di mettermi a scaricarla proprio stamattina. Se lei non è vaccinato, il test sarà a pagamento, mi ha detto l'impiegata. Ora che ci ripenso avrebbe dovuto essere il contrario. L'importante è che mi diate una copia del pass entro le tre, le ho risposto, perché devo andare in aeroporto, ho un volo urgente per Napoli. (Questo è successo ad Annecy, dove vivo io, che dista un'ora circa dall'aeroporto di Ginevra).
 
Dopo aver fatto il test sono andato all'interno della farmacia per pagare la fattura. Ne ho approfittato per comprare uno spazzolino, un pacchetto di vitamina E, che mia madre mi ha consigliato di prendere fino a quando ha avuto fiato, e un pacchetto di salviettine imbevute per pulire il culo del cane di mio Fratello. Il cane di mio fratello si chiama Leila, sta da noi da circa un mese perché lui è rimasto a Napoli durante la degenza in ospedale di nostra madre.
 
Il proprietario della farmacia mi ha fatto il conto e mi ha chiesto il numero di telefono per mandarmi, una volta pronto, un QR code da mostrare in caso di controllo. Alla mia richiesta di un foglio di carta, si è incazzato e mi ha detto che in quel caso avrei dovuto aspettare fino alle due del pomeriggio perché erano pieni di lavoro. L'impiegata che mi aveva fatto il test, gli aveva detto che io non ero vaccinato, e il proprietario della farmacia mi ha chiesto: non ce l'ha il pass sanitario? No, gli ho risposto, e gli ho chiesto di nuovo di darmi il foglio stampato il prima possibile perché mia madre era morta e dovevo andare in aeroporto. Avevo già perso un'ora per la prima fila.
 
Ci sono un sacco di persone nella sua stessa situazione, mi ha detto il proprietario della farmacia. Nella mia situazione, lo dubito. Si rimetta la mascherina per favore. Tu dammi quel cazzo di foglio stampato, subito! È inutile che si agiti, non servirà ad accellerare le cose. Ti sto dicendo che devo partire perché mia madre è morta, e tu ti metti a fare il forte con me, con una persona disperata, e non puoi stamparmi un cazzo di foglio prima degli altri? la prima fila di un'ora l'ho fatta, ora fai un'eccezione! Si calmi e non mi minacci. Ma quale minaccia!
 
Mi sono reso conto in quel momento che ciò che stava accadendo era la dimostrazione di almeno due fenomeni: che l'umanità è davvero fottuta, e che c'è una parte della popolazione, schierata coi poteri forti, che ormai si sente autorizzata a odiare chi non è vaccinato, senza neanche conoscere la ragione. 
 
Se avesse avuto il pass sanitario, avrebbe evitato questa attesa, mi ha ripetuto il proprietario della farmacia. È una situazione particolare, gli ho risposto, credo l'unica tra tutti i clienti che avrai avuto oggi, e tu ti metti a parlare di pass e vaccini! Il proprietario della farmacia non aveva occhi cattivi, sarebbe troppo facile definirli così. Il problema è che la cattiveria non esiste neanche più. Erano occhi pieni di cinismo, disumani.
 
A questo punto sono successe varie cose, che non ricordo con nitidezza perché dovevo essere in uno stato un po' confusionale. Ho tentato di fermare la ragazza che stampava i certificati, ma il proprietario della farmacia me lo ha impedito. Poi un cliente che stava al bancone accanto si è messo a ridere e ha detto, testuali parole: nelle situazioni particolari sono quasi sempre le stesse persone che se ne approfittano. E alla fine, in pochi secondi, il pass è venuto fuori dalla stampante.
 
Oggi mia madre è morta, oggi è morta l'umanità, mi ripetevo. E la gente, con quelle faccione gonfie dopo il cenone di capodanno, rideva, ve lo giuro, rideva. Due bambini guardavano un film in un telefonino messo in orizzontale. Non alzavano neanche la testa per capire chi stesse urlando così forte. I vecchi passavano davanti alla vetrina e continuavano a giudicare: questa gente che non si fa vaccinare, e poi se la prende con noi... 
 

*Frank Iodice (Napoli, 8 febbraio 1982) è scrittore e traduttore. A vent’anni è partito per gli Stati Uniti, dove ha svolto i lavori più disparati. Ha pubblicato numerosi romanzi e racconti, tradotti in diverse lingue. Attualmente vive ad Annecy (Francia) con la sua famiglia. 

 

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