Pompeo ci lascia i compitini a casa scritti su Repubblica

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Pompeo ci lascia i compitini a casa scritti su Repubblica


di Aurelio Armellini
 
 
Dopo la batosta presa da uno stato sovrano, il Vaticano, e dopo aver impartito ordini alla sua colonia italica, l'ex capo della Cia può finalmente tornare nel suo disastrato paese. Non prima però di averci assegnato i compitini a casa per i prossimi mesi e averci ricordato con le cattive di non sfidare più la madrepatria con velleità da nazione indipendente. Altrimenti Mike torna in Italia. Ad abbaiare.
 
Quale terreno più ideale, amico e servizievole per Pompeo del giornale della Fiat-Chrysler in particolare del suo direttore jihad-atlantista Maurizio Molinari?

Ed ecco qui che il povero Mike deve chinare la testa al Vaticano di quel Papa che si oppose con fermezza alle "bombe intelligenti" già pronte contro il governo di Damasco sui falsi rapporti delle "armi chimiche di Assad". "Noi abbiamo gli stessi obiettivi ma con approcci differenti", con la Santa Sede che non si è piegata all’improvvisato teologo della Cia e proseguirà nel disgelo delle relazioni con la Cina. Try again Mike!
 
Ma veniamo alle note dolenti e alla brutta figura fatta dal governo Conte. L'arroganza di Pompeo tramite Molinari arriva a sancire come sulla "minaccia cinese" e contro gli "atti predatori del regime cinese" il buon Mike ha avuto le rassicurazioni che l'"Italia sta dalla parte degli Stati Uniti". Del resto, il silenzio del premier Conte e il ministro degli esteri Di Maio alle incredibili dichiarazioni sovversive e bellicose contro il partito comunista cinese e il governo di Pechino dell'ex direttore della Cia erano stati già eloquenti. E questo mentre l'interscambio con la Cina, paese sovrano e leale che sta rispettando gli accordi siglati a Marzo (governo Conte 1) con il Memorandum - tiene letteralmente in vita intere filiere dell'economia italiana. Ma non dite nulla a Molinari...
 
Non una domanda chiaramente sulle bombe nucleari presenti nel nostro territorio per le mire imperialiste di un paese in guerra in 223 anni dei suoi 245 anni di storia. Non una domanda sulle criminali sanzioni ed embarghi che anche in epoca pandemia mondiale si accaniscono contro popolazioni che hanno il solo torto di cercare una via indipendente e sovrana di sviluppo. Non una domanda sulle decine di golpe e guerre degli ultimi anni. Non una domanda sull’invasione della Libia e i danni prodotti alle popolazioni di Iraq, Iran, Yemen, Siria, Ucraina, Venezuela, Bolivia…. per citare solo i casi più recenti. Non una domanda, infine, su un modello finanziario economico che produce povertà, sottosviluppo e disoccupazione. Solo sinofobia e jihadatlantismo da parte del direttore di Repubblica, preoccupato, quello sì del futuro della Nato. E quando Pompeo lo rassicura con l'aumento della presenza militare ad Aviano può tranquillizzarsi. L'intervista è finita. Ah chiaramente una decisione presa senza che voi siete stati chiamati ad esprimervi, senza che il Parlamento ne sappia nulla, ma questo lo sapete già… E' la democrazia, bellezza!
 
Con la cessione del Porto di Trieste ai tedeschi e con nuove forze di occupazione Usa in arrivo, l'Italia si appresta a buttare altri 20 anni da colonia sottosviluppata di euro e Nato. La domanda ora la dovete fare a voi stessi: siete ancora disposti a tollerarlo senza neanche un minimo scatto di orgoglio nazionale?
 

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