Bielorussia e Navalny: le ultime 2 infamie del Parlamento europeo
di Fabrizio Verde
“Le elezioni presidenziali tenutesi in Bielorussia il 9 agosto si sono svolte in flagrante violazione di tutti gli standard internazionali”, quindi il Parlamento europeo “riconosce Sviatlana Tsikhanovskaya presidente eletta e leader ad interim fino a quando non avranno luogo le nuove elezioni”. Inoltre il Parlamento chiede a Minsk che “le nuove elezioni si svolgano il prima possibile sotto la supervisione internazionale”.
In una risoluzione adottata oggi con 574 sì, 37 no e 82 astensioni, il Parlamento europeo ha respinto i risultati ufficiali delle "elezioni presidenziali" che si sono svolte in Bielorussia il 9 agosto, prospettando per Minsk uno scenario già visto in Venezuela.
I parlamentari italiani si sono così schierati rispetto alla risoluzione. A favore del testo PD, M5S, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Mentre la Lega ha optato per l’astensione.
A Bruxelles si è votato anche sul presunto avvelenamento del russo Alexei Navalny. In occidente accreditato come l’oppositore numero uno di Putin, ma in patria semi-sconosciuto personaggio di seconda fila.
La Lega ha votato no alla risoluzione adottata oggi dal Parlamento europeo che condanna fermamente l'avvelenamento di Alexei Navalny. Il M5S ed il PD si sono spaccati: i dem hanno votato a favore insieme a Forza Italia, mentre gli eurodeputati pentastellati si sono astenuti insieme a Fratelli d'Italia. La risoluzione chiede l'avvio immediato di un'indagine internazionale sul caso e alla Russia di cooperare e invita gli Stati membri a prendere una posizione chiara, in particolare mettendo rapidamente in atto misure restrittive ambiziose contro la Russia e rafforzando quelle già esistenti.
La risoluzione mira ad alimentare ancor di più la russofobia e spianare la strada a nuove e più pesanti sanzioni contro Mosca.
Da segnalare in entrambi i casi la posizione dignitosa assunta dalla Lega. Il Carroccio ha mostrato in questo caso un punto minimo di autonomia, al netto di atlantismo e sinofobia dilagante che comunque imperano nel partito guidato da Matteo Salvini che per noi resta una vera e propria calamità per l’Italia al pari del Partito Democratico. L’altra faccia della stessa medaglia atlantista e liberista. A cambiare sono solo sfumature.
Da notare, infine, l’appiattimento del Movimento 5 Stelle sulle classiche posizioni liberal-liberiste del Partito Democratico. La coabitazione di governo, evidentemente, ha causato questo ulteriore scivolamento dei pentastellati nel campo dell’ipocrisia liberale. Le due risoluzioni di oggi ne costituiscono prova plastica.