In Venezuela, Capitan Cabello guida l’allegra ciurma del voto popolare

In Venezuela, Capitan Cabello guida l’allegra ciurma del voto popolare

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In Venezuela, la democrazia partecipata e protagonista gode di buona salute. La giornata elettorale del 27 giugno, ne è stata una dimostrazione. Il Partito socialista unito del Venezuela (Psuv), il più grande dell’America Latina, ha chiamato i suoi quasi 8 milioni di iscritti a votare i pre-candidati alle primarie che si svolgeranno l’8 di agosto, e nelle quali si deciderà chi parteciperà alle elezioni regionali e comunali del 21 novembre. La qualità e quantità della risposta politica hanno impresso un sorriso raggiante sui volti della Commissione elettorale del partito, diretta da Diosdado Cabello, durante la prima conferenza stampa dopo il voto.

Oltre 30.000 i pre-candidati proposti dalla base, alla quale il presidente Maduro - che ha felicitato il capitan Cabello e la ciurma festosa del Psuv per la realizzazione di una straordinaria festa elettorale, trasparente e innovativa -, ha dato facoltà di decidere. All’articolo 6 dello statuto, il Psuv prevede diverse forme per prendere decisioni. In questo caso, si è deciso di combinare vari metodi, che iniziano con le pre-candidature decise dai militanti.

“Ce la giochiamo con la base”, aveva detto Maduro al termine della plenaria del Psuv a proposito delle elezioni interne. “Nos resteamos con la base” (Ci schieriamo con la base) è diventato così lo slogan delle primarie. Domenica campeggiava alle spalle dei dirigenti durante il primo bilancio fornito dal vicepresidente del Psuv nel Teatro Principale di Caracas. “La linea? È che non c’è una linea, tutto è lasciato alla libera e profonda espressione della militanza”, hanno spiegato i dirigenti Psuv a proposito di questo processo elettorale.

Il capitan Diosdado ha illustrato lo svolgimento della giornata, il lavoro delle Assemblee elettorali, durato anche 10 ore giacché si trattava di impostare, governare e scrutinare praticamente 6 turni di voto, di proposta e di appoggio, alle pre-candidature relative alle elezioni di governatori, sindaci e consiglieri. Un processo che ha coinvolto 14.221 Unità di Battaglia Bolívar Chávez (UBCh), una delle strutture di base del partito, attivate in tutto il territorio nazionale.

Centrale, nel procedimento di voto, l’assoluta parità di genere. Si doveva, infatti, necessariamente proporre sempre una donna e un uomo. E i risultati delle postulazioni per le regionali hanno mostrato che le donne pre-candidate a dirigere le governazioni sono state 2.361, contro 1.232 uomini. Anche i primi risultati relativi ai sindaci hanno mostrato una maggioranza di pre-candidate donne (2.946 contro 2.079 uomini).

Largo anche alla voce e alle scelte dei giovani. Rodbetxa Poleo, vicepresidenta Psuv per la gioventù e segreteria generale Jpsuv, e deputata al parlamento ci spiega: “Bisogna ricordare che oltre 3 milioni di iscritti al partito sono minori 35 anni. Per statuto, a partire dai 15 anni, tutti i militanti hanno diritto a partecipare alle assemblee per le postulazioni, anche se non hanno l’età per iscriversi al registro elettorale. I giovani hanno così espresso il proprio voto anche in questa occasione. Ci prepariamo in questo modo alla vera battaglia del 21 novembre contro il nemico storico, che nega gli alimenti e le medicine al nostro popolo”.

Nella chiamata telefonica durante la conferenza, Maduro, presidente della Repubblica e del Psuv, ha felicitato i dirigenti e le dirigenti delle strade, comunità e UbCh per la disciplina, l’organizzazione e l’impegno dimostrato nell’interpretare e applicare i meccanismi innovativi di un processo elettorale il cui fine – ha detto – è quello di “dare potere al popolo, credere nel popolo. È un esempio per il mondo – ha aggiunto – vedere un popolo che da battaglia con le idee e non con le armi come alcuni vorrebbero”. E una volta che si conoscano i risultati, ha detto ancora Maduro, ogni candidato e candidata deve appoggiare chi ha vinto, affinché “non si scatenino basse passioni, ma tutto sia grandezza e ideali. Dobbiamo lavorare per conservare l’unità che ci caratterizza in quanto partito di Chávez, per la rivoluzione popolare”. A proposito dei risultati, che in una elezione tradizionale sono molto rapidi per via del sistema altamente automatizzato e sperimentato di cui dispone il Venezuela, e che in questo caso prendono un po’ più di tempo, Cabello ha ironizzato: “Di sicuro faremo prima del Perù, dove Castillo ha vinto la presidenza, ma si considera normale ritardare la proclamazione”.

Le elezioni interne, che si svolgeranno l’8 agosto, saranno aperte a qualunque persona iscritta nel registro elettorale. In quell’occasione potranno aggiungersi anche le postulazioni del Gran Polo Patriótico (GPP), la coalizione delle forze alleate, alla quale il Psuv garantisce uno spazio, dato che la direzione si riserva il diritto a prendere decisioni rispetto agli incarichi nazionali. La differenza con le precedenti consultazioni – ha detto Cabello – è che per la prima volta si realizza un processo di consultazione nel pieno delle minacce esterne e del blocco economico-finanziario imposto dagli Stati Uniti.

Geraldina Colotti

Geraldina Colotti

Giornalista e scrittrice, cura la versione italiana del mensile di politica internazionale Le Monde diplomatique. Esperta di America Latina, scrive per diversi quotidiani e riviste internazionali. È corrispondente per l’Europa di Resumen Latinoamericano e del Cuatro F, la rivista del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV). Fa parte della segreteria internazionale del Consejo Nacional y Internacional de la comunicación Popular (CONAICOP), delle Brigate Internazionali della Comunicazione Solidale (BRICS-PSUV), della Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e della Rete degli Intellettuali in difesa dell’Umanità.

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