Incontro Von der Leyen-Trump: i limiti della politica UE

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  Incontro Von der Leyen-Trump: i limiti della politica UE

 

In questi giorni si parla dell'incontro tenutosi in Scozia tra i vertici europei e Donald Trump, durante il quale Ursula Von der Leyen ha accettato le pesanti condizioni imposte da Trump pel riequilibrare la bilancia commerciale tra gli USA ed il Vecchio Continente. 
Il vero problema non è stato l'incontro tra la Von der Leyen e Trump, incontro che non era nemmeno in programma.
Il problema vero è ciò che si è verificato nei giorni precedenti e che ha costretto la VdL ad andare in Scozia a mettersi in ginocchio davanti a Trump.
 
Il 24 luglio la VdL, Costa e la Kallas si sono presentati in Cina, con il dichiarato scopo di vendere qualcosa ai cinesi cercando di ammortizzare almeno una parte dei problemi che la politica di Trump ora come di Biden prima ci causerà con i dazi. Arrivati in Cina, i tre rappresentanti europei, sono stati ricevuti quasi come se fossero dei semplici turisti, attesi da dignitari di basso rango e trasportati su un semplice autobus.
 
Arrivati al dunque, si sono trovati di fronte il gran capo in persona e, a fronte di tutto quello che avrebbero potuto ottenere da Pechino e di tutte le cose di cui avrebbero potuto parlare coi cinesi, i nostri tre eroi hanno iniziato ad attaccare la Cina con la stanca retorica dei diritti umani, non di quelli dei palestinesi ovviamente e ad avanzare pretese a proposito della guerra in Ucraina. Sia la VdL che Costa hanno chiesto alla Cina di aiutare a mettere fine al conflitto usando la sua influenza. Il tutto partendo sempre dal presupposto, che tutti sappiamo essere falso, di un appoggio diretto della Cina alla Russia in termini di armamenti o altra tecnologia bellica.
 
La Cina si è sempre "limitata" a coprire la Russia a livello diplomatico, giustamente potremmo aggiungere, e ad ampliare la sfera commerciale tra i due paesi. La cosa è stata ribadita dal ministro degli esteri cinese in mille occasioni, senza mai spostare di una virgola la propria posizione.
 
Xi, nella conferenza stampa, ha detto che "i vertici istituzionali dell'UE dovrebbero imparare a trattare in modo appropriato le differenze di posizione e gli attriti tra le parti" ed ha aggiunto che "le sfide che l'Europa si trova ad affrontare non sono poste dalla Cina". Poi Xi ha salutato ed ha dichiarato chiuse, con largo anticipo, le trattative, invitando la controparte a levare le tende. Con relativa crisi di nervi della Kallas inclusa nel prezzo.
 
Fatto sta che la UE, da una posizione di debolezza, invece di collaborare con i cinesi, a causa della propria arroganza è riuscita addirittura a peggiorare i rapporti. non ottenendo nulla. E questo a fronte della continua ed impetuosa crescita del disavanzo della bilancia commerciale della Cina nei confronti dell'UE in via di deindustrializzazione. 
 
Così, con le pive nel sacco, la megera tedesca, la buzzurra estone ed il sonnolento portoghese sono andati in Qatar per ottenere almeno delle garanzie sulle forniture di gas. Il Qatar è il terzo fornitore di gas dopo USA (50%) e Russia (17%) con un contributo che va dal 10 al 14%. I qatarioti hanno spiegato ai rappresentanti dell'UE che le norme "ambientali" europee, in via di implementazione, sono un ostacolo in quanto confliggono con le leggi del Qatar e con i contratti di fornitura in essere. Legge alla mano, l'UE potrebbe multare il Qatar perché non adempierebbe alle incomprensibili norme "ambientali" europee. 
 
Quindi fin quando le cose stanno così, il Qatar continuerà a rifornirci ma quando, a febbraio prossimo, la normativa entrerà in vigore, il paese del Golfo dirotterà la propria produzione su paesi che rendono più agevole la definizione di relazioni commerciali solide e redditizie. 
 
Quindi, ed in linea generale, di fronte ad una perdita di concorrenzialità non solo nei confronti del gigante asiatico ma anche di altri produttori e con l'erosione dei mercati interni, frutto delle politiche di austerità degli ultimi decenni, l'industria europea ha pochi sbocchi e l'attuale crisi è destinata a peggiorare. In questa situazione cosa può essere peggiore del litigare con la Russia che ci offriva gas ad un quarto del prezzo a cui ce lo offrono i nostri "amici" americani, indiani e del golfo? Semplice: creare problemi con leggi bizantine e demenziali che niente hanno a che vedere con l'ambientalismo ma che ci rendono ulteriormente più difficile accedere a fonti di approvvigionamento energetico.
 
Finita la pantomima nel Golfo Persico, la Von der Leyen è andata in Scozia a farsi prendere in giro da Trump il quale sa benissimo che gli impegni da lei assunti non è detto che verranno rispettati perché la loro ratifica rimane competenza dei singoli stati. Certo l'acquisto di gas è un conto, in quanto può diventare una necessità, ma investire 600 miliardi nell'industria statunitense è affare ben diverso.
In pratica la UE, un nulla geopolitico e militare, sta affrontando una crisi dell'apparato industriale e produttivo di proporzioni gigantesche, sta iniziando a soffrire anche di un gap tecnologico nei confronti di nemici che si è fatta da sola e non ha altri progetti in mente se non quello di volere la guerra alla Russia. Cosa per la quale siamo sempre più impreparati.

Francesco Corrado

Francesco Corrado

Giornalista 

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