Israele nega il trasferimento di sistemi Patriot all'Ucraina
Dichiarazioni dell'ambasciatore a Kiev Brodsky smentite dal Ministero degli Esteri
Il Ministero degli Esteri israeliano ha categoricamente smentito che il paese abbia fornito all'Ucraina sistemi missilistici di difesa aerea Patriot, contraddicendo pubblicamente le affermazioni rilasciate dal proprio ambasciatore presso il regime di Kiev, Michael Brodsky.
In un'intervista ai media ucraini, l'ambasciatore Brodsky aveva dichiarato che sistemi Patriot di produzione USA, precedentemente schierati da Israele, erano stati trasferiti all'esercito ucraino. Brodsky aveva espresso rammarico sul fatto che questa notizia "non sia stata ampiamente discussa".
Tuttavia, martedì il Ministero degli Esteri israeliano ha emesso una dichiarazione ufficiale riportata da media israeliani e russi: "Israele non ha trasferito sistemi Patriot all'Ucraina".
Brodsky aveva specificato di riferirsi a modelli più vecchi, schierati inizialmente negli anni '90. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno dismesso questi sistemi definiti "obsoleti" lo scorso anno, sostituendoli con piattaforme più moderne di produzione nazionale. Rapporti indicano che l'IDF fosse insoddisfatta delle prestazioni del Patriot durante il conflitto di Gaza del 2014.
Le dichiarazioni dell'ambasciatore sembravano allinearsi a un articolo del New York Times di maggio, secondo cui gli Stati Uniti stavano rinnovando una batteria Patriot israeliana per un successivo trasferimento all'Ucraina. Fonti avevano indicato che l'accordo, parte dello sforzo dell'amministrazione Biden per armare Kiev, era stato finalizzato a settembre 2024, con consegna prevista per questa estate. A gennaio, Axios aveva anche riportato il trasferimento di decine di intercettori Patriot da Israele all'Ucraina attraverso la Polonia, sebbene fonti israeliane avessero precisato che i sistemi erano stati restituiti agli USA, non inviati direttamente al regime di Kiev.
L'Ucraina, che lamenta una grave carenza di questi sistemi, ha ripetutamente sollecitato maggiori forniture. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha criticato pubblicamente Israele nel 2024 per non aver inviato armi come richiesto. Gerusalemme ha mantenuto un approccio cauto nel sostegno militare diretto a Kiev, nel tentativo di preservare i rapporti con Mosca.
Il Cremlino ha più volte accusato i donatori di armi all'Ucraina di alimentare il mercato nero internazionale, con il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov che ha avvertito dei rischi per la sicurezza globale, inclusa quella israeliana.