Marco Travaglio - Sapendo di mentire

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Marco Travaglio - Sapendo di mentire


di Marco Travaglio - Fatto Quotidiano, 15 settembre


Sono in plateale conflitto d’interesse, ma voglio dirlo: sono orgoglioso della Festa del Fatto. Abbiamo ascoltato molte idee interessanti, anche diverse dalle nostre, e sfornato un bel po’ di notizie. La più clamorosa l’ha svelata Jeffrey Sachs, economista americano della Columbia University, già consigliere di Gorbaciov, di Eltsin, del presidente ucraino Kuchma e di tre segretari generali Onu: “Macron mi ha dato la Legione d’onore (nel maggio 2022, ndr) e in privato mi ha detto quello che in pubblico non dice: ‘La guerra è colpa della Nato’. Voglio che si sappia, perché mi disgusta”. Pensavamo che, data l’autorevolezza della fonte, qualcuno dei media che sull’Ucraina raccolgono anche l’ultimo sospiro del più sfigato guerrapiattista la riprendesse e magari chiedesse al suo corrispondente a Parigi di interpellare l’Eliseo. Invece, silenzio di tomba. Del resto nel novembre 2019, mentre Macron e Merkel tentavano di convincere Zelensky a rispettare gli accordi di Minsk sull’autonomia e il cessate il fuoco per il Donbass per metter fine a cinque anni di guerra civile e i settori oltranzisti dell’Alleanza remavano contro e soffiavano sul fuoco antirusso annunciando l’ingresso dell’Ucraina e della Georgia, fu proprio il presidente francese a dichiarare la “morte cerebrale della Nato”. E a battersi fino all’ultimo affinché Zelensky accettasse Minsk e rinunciasse alla Nato per scongiurare l’invasione russa. Ora, nelle sue memorie appena pubblicate, la Merkel si vanta di aver detto no a Kiev nella Nato perché “sarebbe stato come dichiarare guerra a Putin”.

Anche la Meloni sa bene come e perché la guerra cominciò. Infatti dopo l’annessione russa della Crimea e fino al 2022, si oppose alle sanzioni a Mosca e addirittura elogiò la Russia di Putin. E il giorno dell’invasione russa (24.2.22) scrisse in chat ai suoi: “Ci sarebbero molte cose da dire su come questa vicenda è stata gestita, e fin quando abbiamo potuto le abbiamo dette. Quando tutto sarà finito la storia dirà che ancora una volta abbiamo avuto ragione: la strategia dei Democratici americani era sbagliata. I risultati parlano da soli. Ed era nostro dovere dirlo per cercare di evitare questo epilogo. Ma… ora che la guerra è iniziata non è più il momento dei distinguo: con l’Occidente e la Nato senza se e senza ma”. Oggi solo Trump osa dire in pubblico ciò che tutti i leader europei sanno, ma dicono solo in privato. Il guaio è che, persa la guerra, questi squilibrati cercano o fabbricano ogni giorno un casus belli per trascinarci in guerra. Ecco perché la rivelazione di Sachs che li smaschera non deve conoscerla nessuno. Come ha detto ieri Gustavo Zagrebelsky alla Festa del Fatto, nessun governanti “fa” mai la guerra: la “fa fare” agli altri. Cioè a noi. Svegliamoci.

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