Ronnie Barkan, israeliano dissidente: "Sono 72 anni di apartheid in Palestina"

Ronnie Barkan, israeliano dissidente: "Sono 72 anni di apartheid in Palestina"

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Intervista a Ronnie Barkan, attivista israeliano filo-palestinese. Della giornalista slovena Kristina Boži.


Traduzione dall'inglese per LantiDiplomatico di Paola Di Lullo


Noi siamo parte di una lotta globale per i diritti umani globali e la piena uguaglianza. È la sola cosa da fare per chi si considera antirazzista ed è contrario alla supremazia bianca o etnica.
 
Ronnie Barkan, attivista filo-palestinese, spiega perché una prospettiva di annessione israeliana ufficiale di parti della Cisgiordania porterà pochi cambiamenti sul terreno, dal momento che il sistema di apartheid è in atto dal 1948 ed è ben radicato. Co-fondatore del collettivo israeliano Boycott From Within, è uno dei tre attivisti del BDS (Boycott, Divestment, Sanctions), conosciuti come Humboldt3, sotto processo in Germania. Spiega perché, insieme a Stavit Sinai e Majed Abusalama, si troveranno di nuovo davanti alla corte tedesca in agosto e perché ne è orgoglioso. La solidarietà tra Black Lives Matter, altri movimenti ed il BDS è logica e fisiologica, dice, poiché fanno tutti parte della lotta globale contro le idee suprematiste di un gruppo di persone che dominano un altro.
 
Sono passati quasi dieci anni dalla tua prima visita in Slovenia, dove hai incontrato funzionari del ministero degli Esteri. Sembravano aver compreso il livello dell'apartheid israeliano contro i palestinesi, eppure il governo rimane impassibile. Il 23 giugno solo sei parlamentari sloveni hanno firmato una lettera di 1080 europarlamentari, preoccupati dalla futura annessione ufficiale della Cisgiordania da parte di Israele. Come dovremmo interpretare questa passività e inazione politica di fronte al perpetuarsi di crimini internazionali? E come dovremmo reagire?
 
Gli stati europei hanno obblighi legali che sembrano dimenticare. Pertanto, dobbiamo chiedere loro di soddisfarli. Questa dimenticanza è particolarmente evidente quando si parla della situazione in Palestina, meglio conosciuta come Israele.
Durante la mia prima visita in Slovenia abbiamo discusso dell' UE-Israel Association Agreement, che è di nuovo al centro dell'attenzione. Gli studiosi di diritto affermano chiaramente che l'articolo 2 dell'accordo è giuridicamente vincolante, dal momento che l'accordo si basa sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici che ne costituiscono un elemento essenziale.
Ciò significa che nel caso di violazioni costanti dei diritti umani da parte di una delle parti, l'intero Accordo è nullo. L'UE non è autorizzata a continuare a fare affari come al solito con Israele. Possono sanzionare Israele, possono congelare l'Accordo, possono prendere tutti i tipi di misure correttive, ma per legge non sono autorizzati a continuare a fare affari come al solito.
 
Eppure lo fanno. L'UE ha appena firmato un nuovo accordo sul trasporto aereo UE-Israele.
 
Vero. È grottesco. Ad Israele viene dato il via libera per le sue violazioni dei diritti umani anche se si tratta di crimini contro l'umanità. Pertanto, lodo i parlamentari che hanno firmato la lettera esprimendo critiche, ma è troppo poco, troppo tardi. Può essere solo il primo passo necessario. Io chiedo che rispettino il diritto internazionale ed europeo - che sono lì per difendere. L'UE e i suoi membri più potenti, compresa la Germania, sostengono pienamente Israele, qualunque cosa accada. Questo deve cambiare. E le cose stanno cambiando. Il verdetto nel caso di Baldassi  ed altri contro la Francia ,da parte della Corte Europea per i Diritti Umani, che ha sostenuto i diritti degli attivisti che chiedono il boicottaggio di Israele, è importante.
È vero che d'altra parte vediamo espressioni sempre più impudenti tra i politici, ma queste in realtà esprimono il vero volto della situazione attuale. Quando lo stato razziale di Israele è felice di allinearsi con gli impenitenti leader razzisti e fascisti  in tutto il mondo, capita anche che questi legami inquietanti spingano certi politici a riconsiderare la loro posizione.
 
Nell'ultima settimana abbiamo visto le richieste del partito laburista britannico e di un ex politico conservatore di vietare i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani in caso di annessione. Le autorità fiscali slovene evitano domande a proposito di  una chiara etichettatura e controllo sul trattamento preferenziale con lunghe spiegazioni formali sulle procedure burocratiche. In Irlanda si stanno formando politiche più di principio, ma sono dolorosamente poco ambiziose. Il divieto si sta avvicinando?
 
Gli insediamenti illegali e il profitto dell'occupazione aumentano ancor più gli obblighi derivanti dall'accordo UE-Israele. La legge è chiara su ciò che gli Stati membri dell'UE possono e devono fare. Possono essere neutrali, se lo desiderano, ma neutralità significa che non devono sostenere i trasgressori. E la loro posizione attuale non è neutrale: l'UE e gli stati europei devono essere all'altezza delle proprie leggi e normative.
Una direttiva europea in vigore afferma che i prodotti degli insediamenti illegali non devono ricevere la stessa tariffa israeliana con  trattamento preferenziale. La risposta di Israele è quella di mescolare i prodotti provenienti da insediamenti illegali, che si trovano all'interno della Palestina occupata nel '67, con i prodotti della Palestina del '48, nota anche come Israele. Ciò non rimuove la macchia dell'occupazione ma piuttosto imbratta tutti i prodotti, poiché nessuno di essi dovrebbe avere tariffe preferenziali.
I politici europei sembrano determinati ad essere gli ultimi a cambiare strada nonostante i notevoli cambiamenti. La pressione sta aumentando e proviene principalmente dalla gente comune. In Norvegia, la più grande confederazione sindacale LO [Confederazione norvegese dei sindacati], con quasi un milione di membri in un paese di cinque milioni di abitanti, ha votato a sostegno del boicottaggio completo e delle sanzioni contro Israele. Questo è impressionante. Il movimento BDS è supportato dagli indigeni e dai gruppi oppressi di tutto il mondo, tra cui il Black Lives Matter. Numerose organizzazioni di base parlano dei crimini israeliani. Sono motivi di ottimismo.
Con politici del calibro di Jair Bolsonaro, Viktor Orban, Donald Trump e Benjamin Netanyahu, stiamo assistendo alla globalizzazione di un discorso razzista e persino fascista. Tuttavia, questo offre l'opportunità per la globalizzazione di voci antirazziste e antifasciste. Non ci siamo ancora, ma abbiamo una possibilità.
 
Tre anni fa con Stavit Sinai e Majed Abusalama hai protestato durante una conferenza di un membro della Knesset, Aliza Lavie, alla Humboldt University. Per questo dovrai affrontare un procedimento giudiziario in Germania. È un segno che sta crescendo la pressione sull'apartheid israeliano?
 
Sì. Ne è prova anche il panico del Ministero degli Affari Strategici Israeliano. Il ministero esiste esclusivamente per combattere il BDS. Il nome del ministero in ebraico include il termine Hasbara, che è sinonimo di "propaganda sionista". Quindi sarebbe giusto fare riferimento ad esso come al Ministero della Propaganda. Ed è esattamente ciò che Aliza Lavie, con la sua delegazione del partito politico Yesh Atid, stava facendo in Germania. La delegazione era stata inviata in missione esplicita di Hasbara anti-BDS a distribuire opuscoli anti-BDS ,pubblicati dal partito Yesh Atid. Aliza Lavie era all'epoca capo della lobby anti-BDS nella Knesset ed era membro della Commissione per la Difesa e gli Affari Esteri, responsabile del massacro di Gaza nel 2014, durante il quale furono assassinati 550 bambini e 89 famiglie palestinesi furono distrutte. Era a capo della Missione Israeliana presso il Consiglio Europeo, dove ha difeso la tortura israeliana di bambini palestinesi ed il massacro di manifestanti disarmati lungo il border di Gaza.
Stava parlando da alcuni minuti, enfatizzando il supporto amichevole di Israele al movimento LGBTQ +  e di come qualcuno osasse affermare che si trattava di un pinkwashing apartheid .
Mi sono alzato in piedi e le ho chiesto perché Israele minacciava i palestinesi gay di denunciarli se non cooperavano con il regime e le ho spiegato i motivi per cui la ritengo una rappresentante illegittima di uno stato criminale di apartheid, citando il rapporto delle Nazioni Unite sull'apartheid israeliano, che le ho consegnato mentre venivo  scortato fuori. Le ho detto in ebraico di leggerlo. Pochi minuti dopo una collega dissidente israeliana, Stavit, si è alzata ed ha detto ad Aliza Lavie che aveva il sangue dei bambini di Gaza tra le mani. Stavit è stata portata fuori con violenza, colpita a pugni in faccia. L'ultimo a protestare è stato Majed, di Gaza, che ha aspettato il momento del dibattito per fare una domanda e poi lasciare la stanza. Tutti e tre siamo stati successivamente accusati di aver disturbato ed aggredito, nonostante fosse un evento pubblico e nessuno affermi di essere stato aggredito.
Devo sottolineare che il nostro è solo uno dei tanti casi in cui gli stati israeliano e tedesco cercano di mettere a tacere noi e le altre persone che sostengono il BDS. Abbiamo vissuto una campagna calunniosa concertata sui media tedeschi e israeliani. I primi rapporti affermano che c'erano 20 attivisti del BDS che hanno attaccato un sopravvissuto dell'Olocausto e, anche se è tutto registrato  in un video, che mostra quanto siano infondati i rapporti, questa è la narrazione che continua a circolare, tutt'oggi, sulla spinta della  propaganda sionista. Nessun giornale ha pubblicato la nostra dichiarazione " Speaking Up in Times of Apartheid", nessuno ha menzionato il fatto che due di noi sono ebrei israeliani, discendenti da sopravvissuti dell'Olocausto. Invece, quell'anno la nostra protesta è stata menzionata in un rapporto annuale dell'intelligence di Berlino, in un capitolo speciale sull'antisemitismo in città.
 
Nel discorso che hai tenuto l'anno scorso in tribunale hai sottolineato che eri orgoglioso di stare dalla parte giusta della storia e hai invitato il giudice a ritenere Israele responsabile del crimine di apartheid.
 
Sì, sono orgoglioso di essere portato in tribunale per questo tipo di attività. Ed ho detto al giudice che nessun verdetto mi avrebbe impedito di oppormi ancora all'apartheid israeliano. Questa sarà la mia eredità ed ora la corte deve decidere quale sarà la sua - opporsi ai crimini contro l'umanità o guardare dall'altra parte.
Entrambi gli autori del rapporto delle Nazioni Unite sull'apartheid israeliano ci hanno appoggiato ed il prof. Richard Falk è venuto a Berlino, dove ha dichiarato che le nostre azioni dovevano essere viste come patriottismo tedesco, che mira a liberare la Germania dal suo passato oscuro. Ha detto che se vogliamo sbarazzarci dell'antisemitismo dobbiamo cominciare a prendere sul serio la criminalità ovunque si verifichi. Questa accusa ci ha dato l'opportunità di parlare di questioni che altrimenti sarebbero state messe a tacere.
Nella Germania post-nazista esiste la nozione di Staatsraison, che è al di sopra di qualsiasi legge, e che afferma che la vera legittimità dello stato tedesco sta nel proteggere l'esistenza dello Stato di Israele, qualunque cosa accada. È un enorme problema, poiché Israele è stato fondato come uno stato razziale, sulla base della pulizia e della segregazione etniche, ed implementa la differenziazione tra Ubermenschen e untermenschen, cioè tra superumani e subumani. Pertanto, il sostegno incondizionato della Germania ad Israele dimostra semplicemente che non hanno imparato assolutamente nulla dal loro oscuro passato. Se avessero imparato, sarebbero in prima linea nell'opposizione all'apartheid e ad un altro stato razziale, che si basa sulla differenziazione tra le persone in base alle loro caratteristiche etnico-razziali.
 
Il giudice in udienza ha detto che non ha tempo per questi casi ...
 
E dopo due udienze non ha trovato il tempo e non c'è stato alcun verdetto. Pertanto, dovremo affrontare un nuovo processo all'inizio di agosto. Il rapporto delle Nazioni Unite sull'apartheid israeliano è stato parte del processo ed avevamo pianificato che durante la terza udienza il prof. Richard Falk sarebbe stato testimone. Abbiamo anche presentato prove video che dimostrano come la delegazione sionista e i loro testimoni abbiano mentito. Vedremo cosa succederà questa volta.
 
Il rapporto delle Nazioni Unite sull'apartheid israeliano del prof. Richard Falk e di Virginia Tilley sono stati pubblicati nel 2017. Descrive come l'apartheid israeliano sia esercitato non solo sui palestinesi in Cisgiordania, a Gaza e all'interno di Israele, ma anche sui rifugiati palestinesi che non sono autorizzati a tornare alle loro case. Molta attenzione viene ora data alla possibilità di annessione israeliana di parti della Cisgiordania. Quanti cambiamenti sta per portare sul campo e quanto è pericolosa la normalizzazione del regime criminale che dura ormai da anni?
 
L'occupazione israeliana del 1967 non è certamente il problema principale, è solo un sintomo dei crimini sionisti, che includono occupazione belligerante, pulizia etnica, colonialismo e apartheid.
L'occupazione e l'apartheid sono iniziati al più tardi nel 1948, dopo che la terra è stata ripulita etnicamente da gran parte della sua popolazione indigena. Fino al 1966 c'era un governo militare israeliano sui palestinesi, quelli che non erano già stati forzosamente esiliati dalla loro terra. Un anno dopo,  il governo militare ebbe fine e le stesse pratiche furono esportate nei territori di nuova occupazione del 1967. Ecco perché il discorso di cinquant'anni di occupazione non è altro che una propaganda liberale-sionista. Dimentica intenzionalmente la precedente occupazione israeliana e, soprattutto, l'istituzione di un nuovo stato dalla cui terra è stata spazzata via la maggior parte della popolazione autoctona. L'importanza del rapporto delle Nazioni Unite non sta solo nello spiegare in che modo l'apartheid è un crimine sistemico, radicato nella fondazione dello Stato di Israele, ma anche nell'argomentazione secondo cui le persone colpite dall'apartheid oggi non sono solo coloro che vivono su quella terra, ma anche i milioni di rifugiati, che hanno vissuto in esilio forzato negli ultimi sette decenni. Per realizzare questo sistema che differenzia, segrega e nega i diritti delle persone in base alla loro origine etnica, al fine di garantire diritti superiori alle persone dell'etnia prescelta,  cui appartengo, era necessario un atto premeditato di pulizia etnica della popolazione indigena. E la pulizia etnica è ancora in corso e in espansione. Perpetrare il crimine di apartheid significa quindi che a coloro che sono stati espulsi dalla loro terra è negato fino ad oggi il diritto di tornare nelle loro case. Soffrono per un solo motivo, il loro "crimine" di appartenere ad un'etnia sbagliata.
È importante capire che non vi è alcun conflitto israelo-palestinese. Non c'è conflitto. C'è un sistema criminale di oppressione e terrore di un gruppo etnico contro tutti gli altri che si frappongono. Questo sistema deve essere abolito.
Dopo l'occupazione del 1967, il sistema di differenziazione, basato sull'etnia, in quel territorio, fu costituito promulgando la legge militare per alcune persone e la legge civile per altre. Questo è un chiaro caso di politiche di apartheid e Hebron viene spesso presentata come esempio di città in cui, nello stesso territorio, sono in vigore due diversi sistemi giuridici per due diversi gruppi di persone. Ma l'infrastruttura legale dello Stato di Israele è stata costruita, fin dalla sua creazione, per praticare l'apartheid anche tra i cittadini. È stato creato un sistema giuridico a 2 livelli, che si basa sulla differenziazione legale tra nazionalità e cittadinanza. A prima vista, Israele offre gli stessi diritti a tutti i suoi cittadini, ma i diritti di cittadinanza significano molto poco poiché lo stato offre i diritti e i privilegi preziosi solo a quelli di etnia prescelta, legalmente definiti come aventi nazionalità ebraica. Comprenderlo è importante per analizzare le prospettive di annessione. Non c'è assolutamente nulla di nuovo al riguardo. Due anni fa la Legge sullo Stato della Nazione Ebraica è stata approvata con successo come legge fondamentale. Una legge fondamentale è simile a una costituzione in un luogo che non può permettersi di avere uguaglianza ma deve sancire determinate leggi. Lo Stato di Israele non riconosce la propria nazionalità, dal momento che il riconoscimento di una nazionalità israeliana si applicherebbe a tutti i suoi cittadini e rappresenterebbe la base per l'uguaglianza, che potrebbe segnare la fine dell'apartheid. Si parlò molto della Legge sullo Stato della Nazione Ebraica, ma il suo scopo principale venne offuscato. È indiscutibile che abbia reso esplicite le politiche sull'apartheid, ma non c'era nulla di nuovo su quel versante. Il suo scopo non era cambiare qualche legge, ma sancire le leggi attraverso una legge fondamentale, per il bene del futuro. In tal modo la legge risolve la cosiddetta "questione demografica".
 
Come?
 
Tale legge fondamentale  stabilisce che tutti i cittadini avranno i diritti di cittadinanza ma solo gli ebrei avranno i diritti di nazionalità. Ciò concorda con il disegno di apartheid dello stato israeliano. Utilizzando questi due livelli, cittadinanza e nazionalità, l'apartheid israeliano era riuscito a creare una forma di apartheid molto più sofisticata di quella della sua controparte sudafricana, anch'essa istituita anche nel 1948. Mentre il caso sudafricano era letteralmente un caso di nero e bianco, Israele è riuscito a creare una facciata di democrazia usando il suo sistema a 2 livelli, che è lì proprio per negare ogni principio democratico - nega l'uguaglianza, la protezione delle minoranze e il multiculturalismo a tutti coloro che non possiedono la nazionalità ebraica.
Il piano di annessione di Trump è una continuazione diretta della Legge sullo Stato della Nazione Ebraica. Nel momento in cui la legge è passata non è più stato necessario per i sionisti mantenere artificialmente la loro  maggioranza demografica. Possono annettere l'Area C o persino l'intera Cisgiordania, insieme alla sua gente, chiarendo che noi e solo noi siamo i padroni di questa terra. In teoria, potrebbero anche consentire ai rifugiati palestinesi di tornare a casa, sebbene non lo faranno mai, perché ciò non influirebbe sullo stato ebraico israeliano, in quanto il suo regime di apartheid è emanato come una legge fondamentale.
 
Si sta formalizzando l'apartheid in modo legale?
 
Sì. Alcune persone ora affermano che Israele sta diventando uno stato di apartheid. È completamente falso. È sempre stato uno stato di apartheid, è stato concepito e costituito in questo modo. Ora è solo esplicito ciò che per alcune persone era implicito.
 
Quando si discute dell'apartheid all'interno dello stato che si considera Israele, il rapporto delle Nazioni Unite sull'apartheid fornisce l'esempio della legge elettorale, che si intitola Legge Fondamentale: Knesset. Secondo la legge, una persona non può candidarsi alle elezioni se rifiuta il carattere etnico-suprematista dello stato. I palestinesi che hanno cittadinanza israeliana possono effettivamente partecipare alle elezioni israeliane, ma per legge è loro proibito trasformarlo in democrazia. Il rapporto delle Nazioni Unite afferma che ciò è simile a un sistema in cui gli schiavi hanno il diritto di voto ma non contro la schiavitù.
 
Trovandoti attualmente in Palestina, che percezione hai della prospettiva di annessione? Le persone sono per lo più stanche, disilluse?
 
Negli ultimi anni, se non nell'ultimo decennio, c'è una crescente stanchezza tra gli attivisti ma anche tra le persone in generale. Tra gli attivisti filo-palestinesi le energie attualmente sono molto scarse, ma ci sono ragioni per essere ottimisti poiché i cambiamenti stanno avvenendo e molto altro sta accadendo sotto la superficie. Vicino a me vedo la gente stancarsi di ciò che Israele è diventato. Puoi dirmi che ciò è accaduto sin dal principio, ma con Netanyahu c'è una crescente disillusione e delusione per tutti coloro che non sono suoi ardenti sostenitori. Ho parlato con un padre che ha detto che aveva paura di crescere i suoi figli in questo posto. Sembra che siamo in caduta libera e che il razzismo e il fascismo stiano diventando sempre più evidenti.
Fondamentalmente, conosco solo due tipi di sionisti. Quelli esplicitamente razzisti e senza vergogna, persino orgogliosi, ed i sionisti che si considerano liberali, mentre parlano il linguaggio della pace e dei diritti umani, pur essendo razzisti e suprematisti come i primi.  Questi ultimi sentono che stanno perdendo la battaglia mano a mano che Israele mostra sempre più, a tutto il mondo, il suo vero volto, quello dell'apartheid. Si sentono esausti perché si sta sgretolando  l'intera facciata e la percezione di se. Sono liberali che affermano di sostenere uno stato palestinese, ma per tutti motivi sbagliati. Nelle parole del "pacifista" Ami Ayalon il concetto di democrazia ebraica richiede la nostra maggioranza, cosicché abbiamo il diritto di comandare,  e uno stato Palestinese dall'altra parte del confine. Lo ha detto nel 2010: “Non perché se lo meritano. Non perché li amiamo. Ma perché questo è esistenziale per noi! Se non lo facciamo, non c'è sionismo". Ha aggiunto che potremmo creare una realtà a due stati anche senza un partner palestinese. Ma la sua red line è che nessun palestinese ritorna nello Stato di Israele.
 
Hai menzionato la solidarietà tra Black Lives Matter e il movimento BDS. Esiste un riconoscimento del fatto che entrambi, così come altri movimenti, stanno lottando contro il suprematismo in quanto tale, contro la superiorità di un essere umano rispetto a un altro, che sia quella dei bianchi in America, del pluralismo etnico dei gruppi Generation Identity in Europa o dell'apartheid israeliano? Jeff Halper ha scritto del modello israeliano che si sta diffondendo in tutto il mondo, ma a livello globale quale ruolo ed esempio vedi che sta giocando lo stato dell'apartheid israeliano?
 
Vorrei menzionare il lavoro dell'avvocato israeliano Eitay Mack che tratta molti di questi argomenti, concentrandosi sul fiorente commercio israeliano di armi con i peggiori regimi in tutto il mondo, compresi quelli che commettono massacri e genocidi, e anche con alcuni gruppi esplicitamente neonazisti. Israele esporta armi, strumenti e pratiche per opprimere e controllare popolazioni. È un ottimo affare o, come afferma il ministro della Pubblica Istruzione, un criminale di guerra che ha ordinato il massacro di Gaza del 2008, "Il trucco di trasformare il sangue in denaro".
Quindi sì, esiste solidarietà con i Black Lives Matters. È corretto vedere parallelismi tra i regimi di apartheid sudafricano ed israeliano, ma ci sono anche parallelismi con la storia americana della schiavitù, il suo genocidio degli indigeni ed in particolare la supremazia bianca alla base della sua fondazione, ancora viva e vegeta. In confronto, lo Stato di Israele è stato molto più bravo a nascondere la sua vera natura, rendendo il suo apartheid molto più sofisticato dell'ex regime di apartheid del Sudafrica. Quando la maggior parte delle persone legge le parole sulla democrazia israeliana in un giornale, non scoppia a ridere anche se dovrebbe. Lo stato sionista è quanto di più opposto esista ai valori democratici.
Negli Stati Uniti, oggi, le idee del Ku Klux Klan sono inaccettabili nel pensiero dominante, ma in Israele questo è il pensiero dominante. Israele è uno stato che si basa sulle stesse identiche idee del KKK. Richard Spencer, un noto volto della supremazia bianca in America, ha affermato di essere un sionista bianco. Spencer capisce il sionismo molto meglio della maggior parte degli israeliani, specialmente dei sionisti che si autoproclamano liberali. Parla di apprendere e trarre ispirazione dallo stato sionista. Lo dice ad alta voce perché non si vergogna della sua supremazia bianca.
Le persone devono rivalutare il modo in cui vedono lo stato sionista di Israele. Nel frattempo la solidarietà tra BDS e BLM è inevitabile così come la solidarietà tra attivisti sudafricani e palestinesi. Ritorno alle parole del professor Falk poiché spiega come la lotta per i diritti dei palestinesi vada ben oltre la Palestina, dal momento che il regime israeliano e la sua pratica di apartheid vanno ben oltre il territorio della Palestina, i cui rifugiati sono sparsi in tutto il mondo.
Ma il movimento BDS è ormai diventato un movimento di consapevolezza globale, simile al Black Lives Matter, nella sua lotta per l'uguaglianza, la libertà e la giustizia, e si estende oltre la terra della Palestina. Questo è bellissimo. Noi siamo parte di una lotta globale per i diritti umani globali e la piena uguaglianza. È la sola cosa da fare per chi si considera antirazzista ed è contrario alla supremazia bianca o etnica.
 
Parli di come la tua posizione, che definisci privilegiata, di ebreo israeliano bianco non sia qualcosa per cui provare senso di colpa ma, piuttosto, un maggior senso di responsabilità. Dici che invece di aver paura dobbiamo avere più coraggio. Cosa richiede il momento presente?
 
È importante essere preparati ad essere calunniati dai propagandisti sostenuti dallo stato. Abbiamo visto l'efficacia della calunnia nel Regno Unito contro Jeremy Corbyn e il partito laburista. Apprezzo molto Corbyn, ma le sue risposte di scusa sono state un grande errore. Dobbiamo imparare a non essere dispiaciuti se facciamo cose che devono essere fatte e diciamo ciò che deve essere detto.
Non dico che scusarsi sia sbagliato, ma che non abbiamo bisogno di scusarci per ciò in cui crediamo fermamente. Quando siamo falsamente accusati di antisemitismo o altri tipi di assurdità grottesche, dobbiamo negarli nella loro interezza e concentrarci sul vero problema. Nego con forza che vi sia conflitto tra sionismo ed ebraismo. Il sionismo non ha assolutamente nulla a che vedere con l'ebraismo e ne ho già scritto. Ogni volta che i sionisti usano e abusano dell'ebraismo per ottenere legittimità per le loro azioni criminali, ciò è di per se fortemente antisemita.
La seconda cosa che noto è che le persone danno troppa importanza alle parole, fidandosi ciecamente o prendendole alla lettera, senza pensare o considerare la logica esistente dietro il miscuglio di parole espresse, in un discorso o in un articolo.
Il caso  più evidente, per me, è quello di Barack Obama, la cui mostruosa eredità include la più grande persecuzione di informatori e la promozione senza precedenti di torture e uccisioni extragiudiziali. Ma fino ad oggi la maggior parte delle persone lo vede come un umanista. Dobbiamo sicuramente fare di meglio. Essere più seri su ciò che viene effettivamente detto e non così facilmente manipolati dallo stile e dall'eloquenza di questo o quel politico o giornalista.
 
 
 

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