Un 2015 tra virtuale (circo mediatico) e reale: il bilancio de l'AntiDiplomatico

Un 2015 tra virtuale (circo mediatico) e reale: il bilancio de l'AntiDiplomatico

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La Redazione
 
Ultimo dell'anno. Tempo di bilanci anche per l'AntiDiplomatico. Con quasi due milioni di lettori e quattro milioni di pagine visitate, il 2015 è stato un anno ricco di soddisfazioni per il nostro sito. L'affetto con cui ci avete seguito ci ha commosso e ci ha dato la forza per proseguire nei momenti più difficili. L'ingresso di Arsenale Kappa per la parte satirica nella squadra de l'AntiDiplomatico è stato uno dei motivi fondanti del successo di quest'anno.
 
Il 2015 è stato, allo stesso tempo, un anno molto complesso, pericoloso ed interessante per la politica internazionale. Un anno in cui le menzogne e i castelli di carte creati in Ucraina e Siria sono stati tutti smascherati. In questa battaglia contro Golia (il circo mediatico), come AntiDiplomatico vi abbiamo mostrato come austerità e guerra nel mondo della follia cieca della "crociata al terrorismo" prodotto dall'occidente sono due facce della stessa medaglia. 
 
Nato, Unione Europea, euro, Fondo Monetario Internazionale (Troika) sono le facce di una stessa medaglia. Chi sceglie solo uno come bersaglio non ha capito, nella migliore della ipotesi (non crediamo più molto all'ignoranza in buona fede), la complessità del regime che oggi ci governa. Questa sarà anche nel 2016 per noi dell'AntiDiplomatico la madre di tutte le battaglie di informazione. 
 
Russia, Cina, i paesi dell'Alba bolivariana (Venezuela, Ecuador, Bolivia, Nicaragua, Cuba) hanno trovato un ampio spazio nel nostro sito nel 2015. Ognuno di questi paesi ha dei limiti, dei difetti, ogni sistema politico è perfettibile. Nessun paese può rappresentare un modello onnicomprensivo per nessun altro. Ogni comunità di cittadini in piena sovranità ed autodeterminandosi deve scegliere il modello politico che meglio permette di avere una convivenza prospera e pacifica. Ma che il giudizio di come dovrebbe essere governato democraticamente uno stato provenga da presunti intellettuali o commentatori di un paese come l'Italia che subisce le decisione autoritarie e liberticide di tre premier mai eletti da nessuno fa sorridere. Che il giudizio di come dovrebbe essere governato democraticamente uno stato provenga da presunti intellettuali o commentatori che non dicono nulla dell'umiliazione del volere popolare in Grecia e Portogallo da parte dell'autoritarismo di Bruxelles e Francoforte fa inorridire. Che il giudizio di come dovrebbe essere governato democraticamente uno stato provenga da presunti intellettuali o commentatori di un paese come l'Italia, condizionato in ogni sua scelta da un regime, quello di Washington, la cui polizia uccide una persona ogni 6,5 ore, quasi 47 milioni di suoi cittadini vive in condizione di povertà, 46 milioni si rivolgono alla banca alimentare ogni anno, oltre un milione e mezzo di bambini ha dormito in un rifugio per senzatetto nel 2014, dove è detenuta il 25% della popolazione carceraria del mondo, perlopiù afroamericani e ispanici, fa ribrezzo.
 
Nessun paese può rappresentare un modello definitivo. Ma il lento e difficile percorso intrapreso per una de-dollarizzazione del mondo dai Brics e da parte dell'America Latina, rappresenta per un paese come l'Italia che vive sotto un regime (Nato, Unione Europea, euro, Fmi) con finte libertà, un barlume (forse ultimo) di speranza e quindi un punto di riferimento per il 2016. Lo sforzo che soprattutto Russia e Cina stanno compiendo nella costruzione di un nuovo mondo multipolare attraverso i principi del rispetto della sovranità e dell'autodeterminazione dei popoli rappresentano un punto di riferimento per tutti coloro che hanno a cuore un futuro di pace. La nuova Banca dei Brics costituitasi con gli accordi di Fortaleza del luglio 2014 e tutti gli sforzi successivi di integrazione per emanciparsi dal predominio del dollaro (Nato, guerre) sono, a nostro avviso, l'unica via per un futuro di pace al caos creato dall'unipolarità americana, che sta gettando il pianeta in un vortice molto pericoloso. L'alternativa si chiama creazione di nuovi Isis, nuovi terrorismi, nuovi governi di transizione fantocci degli Usa (Nato), nuove guerre e milioni di ulteriori morti sulle coscienze. L'Italia ha il dovere di rompere con tutto questo con un'alleanza con i paesi dell'Europa del sud, viste l'oggettiva difficoltà per un paese singolo a spezzare questa cortina di ferro.
 
Tutto questo l'AntiDiplomatico vi ha raccontato nel 2015. Con nuova e rinnovata passione dal 4 gennaio riprenderemo a fare il lavoro che amiamo per tutto il 2016. Ma la nostra libertà ed indipendenza ha un prezzo e solo tu puoi aiutarci a mantenere in vita il nostro progetto, il nostro sogno.
 

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