Varoufakis: «La disintegrazione della zona euro é iniziata»

43124
Varoufakis: «La disintegrazione della zona euro é iniziata»

 

La crisi innescata dalla pandemia avviato il collasso dell’eurozona. Questo è quanto vaticina l’economista Yanis Varoufakis. Già ministro delle Finanze ellenico durante il primo governo guidato da Alexis Tsipras. 

 

Intervistato dalla stazione radio portoghese TSF che gli chiede se questa crisi possa «portare alla fine della zona euro», Varoufakis risponde così: «Non c'è dubbio, se continuiamo su questa strada. L'Italia dovrà prendere in prestito enormi quantità di denaro e ci sarà un crollo del PIL di almeno il 10%. Il rapporto debito/PIL salirà presto al 180% o più. Il deficit sarà gigantesco: 15%, forse 20%. Bruxelles l'anno prossimo dirà: ‘Dovrai passare, diciamo, dal 18% al 7%’. Questo è un programma di austerità del PIL dell'11%. Qualsiasi governo che attua un programma di austerità dell'11% cadrà molto presto. Matteo Salvini entrerà nel governo e ti posso assicurare che la prima cosa che farà è un piano per l'uscita dell'Italia dall'euro. Quando l'Italia è fuori, siamo tutti fuori».

 

Sulle trattative condotte con la troika quando era ministro ellenico dice: «Penso che avrei dovuto essere molto meno conciliante con la troika. Avrei dovuto essere molto più duro. Non avrei dovuto cercare un accordo interinale. Avrei dovuto dargli un ultimatum: ‘una ristrutturazione del debito, o oggi siamo fuori dall'euro’».

 

Yanis Varoufakis, infine, crede che le misure prospettate dall’Unione Europea per fronteggiare la crisi siano sostanzialmente inutili: «Per cominciare, i 500 miliardi di euro sono quasi interamente prestiti. È esattamente ciò di cui l'Europa non ha bisogno, soprattutto come i paesi più colpiti, come l'Italia, la Spagna o la Grecia, che hanno la capacità minore di ottenere il necessario incremento del debito pubblico. Il motivo per cui gli eurobond - richiesti da nove paesi, tra cui la Grecia e il Portogallo - sono essenziali, è perché costituisce una ristrutturazione del debito, in modo che il debito non vada alle nazioni, ma è diffuso in tutta Europa. Essendo distribuito, il suo valore attuale netto totale si riduce nei prossimi 20 anni ed è quindi molto più gestibile.

 

Rifiutando gli eurobond e dicendo invece "prendi denaro dal meccanismo europeo di stabilità" - e cioè prestiti - o dai mercati, sostenuti dalla Banca centrale europea, paesi come la Grecia o il Portogallo saranno così fortemente indebitati da questa volta il prossimo anno in cui anche se non vi sono precondizioni per tali prestiti, il ritorno del fiscal compact il prossimo anno significherà livelli di austerità per gran parte dell'Europa, anche peggio di quello vissuto dalla Grecia nel 2011 (…) saremo colpiti da un'ondata di recessione secondaria che sarà imposta da Bruxelles, da Francoforte. Possiamo già sentire dalla Germania parlare di tornare a Black Zero [una regola che determina un freno al debito imponendo un equilibrio tra spese e entrate] il prossimo anno».

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza” di Michelangelo Severgnini RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza”

RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza”

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo di Francesco Santoianni Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente di Francesco Erspamer  Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Il vocabolario è saturo di Paolo Desogus Il vocabolario è saturo

Il vocabolario è saturo

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino di Gao Jian Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000 di Alessandro Mariani Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi" di Marinella Mondaini Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi"

Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi"

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania di Michele Blanco Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania

Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti