Venezuela, la Rivoluzione Bolivariana non si ferma: 285 comuni al PSUV

Dopo il trionfo, la sfida: trasformare il mandato elettorale in politiche concrete per i settori popolari

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Venezuela, la Rivoluzione Bolivariana non si ferma: 285 comuni al PSUV


di Fabrizio Verde


Le elezioni municipali del 27 luglio 2025 in Venezuela hanno dimostrato ancora una volta la vitalità del sistema democratico bolivariano, un modello che supera i limiti delle democrazie formali occidentali, spesso dominate da élite distanti dalle esigenze popolari. Con una partecipazione in crescita rispetto a ultima tornata elettorale e oltre 6,2 milioni di votanti, il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) e il Gran Polo Patriottico Simón Bolívar (GPPSB) hanno conquistato 285 delle 335 municipalità, confermando la fiducia della maggioranza nel progetto rivoluzionario guidato dal presidente Nicolás Maduro.

Mentre in molti sistemi occidentali le elezioni sono dominate da campagne finanziate da potenti gruppi economici e da una comunicazione mediatica manipolatrice, in Venezuela il voto ha premiato chi lavora quotidianamente per il popolo. Come ha sottolineato Maduro dal cosiddetto Balcón del Pueblo del Palazzo Miraflores: "Siamo passati da 212 municipi en 2021 a 285, con il voto dell'uomo e della donna comune". Un risultato che riflette una democrazia reale, dove le leadership emergono dalle comunità, non dai salotti del potere.

Il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), riconosciuto per la sua affidabilità tecnica, ha garantito un processo trasparente, con risultati verificabili e un’ampia copertura dell’82,45% delle schede scrutinati già nel primo bollettino. Elvis Amoroso, presidente del CNE, ha evidenziato: "Ha vinto la democrazia", sottolineando il civismo dei cittadini e l’efficienza degli organi elettorali.

A differenza di molti Paesi occidentali, dove l’astensionismo cresce per sfiducia nelle istituzioni, in Venezuela il sistema di democrazia partecipativa coinvolge attivamente la popolazione, anche attraverso consultazioni locali sui progetti comunitari. Come ha spiegato Jorge Rodríguez, presidente dell’Assemblea Nazionale: "Oggi abbiamo chiuso un ciclo virtuoso: in un anno abbiamo eletto il presidente, i governatori, i deputati e ora i sindaci, tutti vicini al popolo".

Mentre il Venezuela consolida la sua sovranità popolare, le potenze straniere continuano a minarne la stabilità. Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino, ha denunciato la violazione dello spazio aereo venezuelano da parte di un aereo spia statunitense durante le elezioni, dimostrando il disprezzo degli USA per la democrazia venezuelana. "Non tollereremo l’imperialismo", ha dichiarato, ribadendo la volontà del Paese a difendere la propria sovranità.

Mentre l’Occidente fatica a garantire una rappresentanza autentica, il Venezuela mostra che un’altra democrazia è possibile: non una farsa oligarchica, ma un sistema in cui il potere viene esercitato dal basso. Con la convocazione del Consiglio Federale di Governo, che riunirà sindaci e governatori per attuare progetti decisi dai cittadini, il Venezuela conferma di essere un faro di democrazia diretta e partecipativa.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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