Vincenzo Costa - Il populismo dopo la fine della democrazia e della politica

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Vincenzo Costa - Il populismo dopo la fine della democrazia e della politica


di Vincenzo Costa*

Nel corso dell'Ottocento masse immense di uomini e di donne fecero irruzione nella storia, cercando di riappropriarsi della propria vita. Da oggetto della storia vollero divenire soggetti, artefici del loro destino. Forse in questo movimento, più che nei testi filosofici, va cercata la fondazione della politica moderna, più nelle società operaie, socialistiche e cattoliche per esempio, che nei testi di Hobbes e Spinoza.

Su quel terreno naquero le organizzazioni e i partiti di massa, la politica e l'esigenza di democrazia. la vita attività si radica qui, non nelle virtù repubblicane o nell'antica Atene.

Ma la democrazia aveva un senso perché rappresentava una strada per introdurre criteri di giustizia. Vi è è un nesso tra democrazia e giustizia, e quando questo nesso viene reciso la democrazia diviene inutile, si trasforma in un sistema di dominio, inutile.

Negli ultimi trent'anni questo processo storico si è concluso. Le masse si sono ritirate dalla storia, si parla di post-democrazia, post-politica.

Quel processo si è esaurito? Come una candela che si è interamente consumata? Davvero le masse desiderano la fine del loro desiderio, come qualcuno ha pure autorevolmente sostenuto? Oppure non siamo capaci di interpretare dove si è spostato e quali nuove domande pone?
 
Le masse si sono ritirate o non hanno più voce, non hanno più una speranza, una strada percorribile?

In questo contesto è maturato il populismo, che è prima di tutto una risposta alla chiusura elitaria, al blocco della mobilità sociale, al familismo diffuso.

Forse il populismo è una risposta al fatto che non si può cambiare: per dirla con De Certeau le masse non hanno strategie, hanno solo tattiche. Sta a noi interpretarle.

Il populismo sorge come risposta al venire meno di ogni possibilità di trasformazione, e vi sono molti populismi, che sarebbe sbagliato ricondurre a un'origine unitaria. Il populismo che si sviluppa in Occidente non ha niente a che fare con il populismo sudamericano (con il peronismo per esempio) o con situazione come quelle che si trovano in Ungheria.

In Occidente e in Europa occidentale il populismo segnala una crisi della politica. C'è populismo perché non c'è più politica, perché la politica non è più esperita come la maniera in cui si può trasformare la vita.

Ma quali scenari apre questa situazione?

Che cosa viene dopo la fine della democrazia?

Che cosa viene dopo la fine della politica?

Verso quali mari sconosciuti si sta dirigendo la nostra barchetta, questa Europa sempre più confusa, senza cultura politica, arretrata nelle sue concezioni rispetto a quanto è maturato nella realtà?

Di queste e altre questioni parliamo, a partire dal mio "Populismo senza popolo. L'esistenza nell'epoca della post-politica", con Nello Preterossi a Napoli il 6 maggio, grazie a Mario Cosenza, che ha voluto creare questa bella giornata di discussione, e a tutti gli amici dell'Università Federico II di Napoli.



*Post Facebook del 31 marzo 2025

Vincenzo Costa

Vincenzo Costa

Vincenzo Costa è professore ordinario alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dove insegna Fenomenologia (triennale) e Fenomenologia dell’esperienza (biennio magistrale). Ha scritto molti saggi in italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo, apparsi in numerose riviste e libri collettanei. Ha pubblicato 20 volumi, editato e co-editato molte traduzioni e volumi collettivi. Il suo ultimo lavoro è Psicologia fenomenologica (Els, Brescia 2018).

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