L'Intervista ad Alessandro di Battista. Seconda parte

L'Intervista ad Alessandro di Battista. Seconda parte

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

- La nuova colonizzazione ha mietuto una vittima certa: gli under 35 in Europa. I dati sulla disoccupazione giovanile sono inquietanti, così come il recente rapporto Oxfam che parla di 25 milioni di nuovi poveri entro il 2025. Qual è la soglia per la rottura del tessuto sociale del continente?
 
"Non è facile rispondere perché soprattutto in Italia abbiamo una qualità che nei momenti di crisi spicca: l'arte di arrangiarsi. Credo però che il punto di rottura ci potrà essere quando non ci saranno i soldi per gli stipendi della pubblica amministrazione. A differenza di un imprenditore che è abituato al rischio e saprebbe reagire, i dipendenti nel pubblico non avrebbero gli strumenti".
 
- Sei andato di recente in Spagna a confrontare l'esperienza del M5s con gli indignados. Cosa manca agli altri paesi dell'Europa del sud per trasformare il dissenso dei cittadini in partecipazione attiva nelle istituzioni come è avvenuto in Italia?
 
"La coerenza degli obiettivi e poche regole di riferimento indissolubili. Questo ci ha portato a perdere alcuni componenti nei primi mesi, ma, ed è un grande merito di Casaleggio, l'inflessibilità su alcuni punti ci ha permesso di mantenere la nostra forza propositiva. In Spagna al contrario gli Indignados si sono divisi in quattro gruppi diversi con cui ho parlato ed ognuno vuole mettere in piedi uno pseudo partito. E questo probabilmente perché non sono state definite delle regole ferree e non sono state fatte rispettate. Bisogna essere duri su alcune questioni, altrimenti il Movimento si scioglie".
 
- Dalla battaglia sugli F-35, all'interpellanza sul caso Eni-Niger, fino alla visita diplomatica in Kazakhistan per il caso Shalabayeva e al no incondizionato ad ogni tipo di intervento in Siria, qual è il tuo primo giudizio sul lavoro nella Commissione Affari esteri?
 
"Partiamo dalle battaglie vinte concretamente. Sulla Siria se non ci fosse stato il M5S, che ha chiesto molto – non solo nessun intervento, ma anche nessun supporto logistico e nessuna base – mozione bocciata per parere negativo di Letta sulle basi - sono sicuro che l'Italia avrebbe avuto lo stesso atteggiamento di Hollande.
Ottima poi l'iniziativa sulla vicenda Shalabayeva. Non compete ad un gruppo parlamentare la diplomazia, ma con il viaggio ad Astana abbiamo dimostrato come con pochissime risorse si possano ottenere risultati concreti sul piano della politica estera. Senza di noi, inoltre, non si sarebbe parlato dell'incredibile errore del ministero degli interni ed esteri sul caso e senza di noi nessuno avrebbe ipotizzato, rispetto al caso marò, l'intervento giusto indiano di non pagare le commesse a Finmeccanica. Il caso sarebbe rimasto scritto su alcuni blog indipendenti, ma noi abbiamo portato questa voce in Parlamento. Il giudizio complessivo è comunque 6,5 perchè ancora dobbiamo ancora fare molto e la Commissione deve accelerare su alcuni temi. Ma il M5S ha già indicato i paletti di riferimento della sua politica estera, che sono i paletti del buon senso ancorati al rispetto indissolubile dell'art 11 della Costituzione".

Quando Mario Monti parla di "sacrifici".... di Fabrizio Verde Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington? di Giacomo Gabellini Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington?

Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington?

"Il Giornale": il cane da guardia "di destra" dell'atlantismo di Marinella Mondaini "Il Giornale": il cane da guardia "di destra" dell'atlantismo

"Il Giornale": il cane da guardia "di destra" dell'atlantismo

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

La dittatura del pensiero liberal di Giuseppe Giannini La dittatura del pensiero liberal

La dittatura del pensiero liberal

Toti e quei reati "a fin di bene" di Antonio Di Siena Toti e quei reati "a fin di bene"

Toti e quei reati "a fin di bene"

Il Piano Mattei (o di quelli che lo hanno ucciso?) di Gilberto Trombetta Il Piano Mattei (o di quelli che lo hanno ucciso?)

Il Piano Mattei (o di quelli che lo hanno ucciso?)

Gli ultimi dati del commercio estero cinese di Pasquale Cicalese Gli ultimi dati del commercio estero cinese

Gli ultimi dati del commercio estero cinese

Il Premio Pullitzer e il mondo al contrario di Andrea Puccio Il Premio Pullitzer e il mondo al contrario

Il Premio Pullitzer e il mondo al contrario

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

La Siberia al centro di nuovi equilibri geopolitici? di Paolo Arigotti La Siberia al centro di nuovi equilibri geopolitici?

La Siberia al centro di nuovi equilibri geopolitici?

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti