Alessandro Orsini - Meloni, imprenditrice politica dell’odio
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di Alessandro Orsini*
Giorgia Meloni ha definito “figli di papà” gli studenti della Sapienza di Roma in protesta contro il genocidio del popolo palestinese. Poco prima, Meloni aveva detto che i lavoratori in sciopero approfittano di Gaza per fare il “weekend lungo”. Offese analoghe ha rivolto contro i volontari della Flotilla. Le continue offese e gli insulti di Giorgia Meloni contro i manifestanti in protesta contro Netanyahu perseguono tre obiettivi concatenati.
Il primo obiettivo dell’uso della comunicazione insultante e incendiaria è accrescere l’odio politico nelle piazze italiane e la rabbia popolare per aumentare le probabilità degli scontri tra manifestanti e polizia. Giorgia Meloni, soprattutto a partire dall’uccisione di Kirk, ha fatto di tutto per esasperare il clima di odio e le divisioni in Italia, accusando addirittura i suoi avversari politici di simpatizzare con l’assassino di Kirk. Nella storia dell’Italia repubblicana, nessun premier, prima di Meloni, aveva mai fatto tanta “impresa politica” sull’odio e le tensioni sociali per portare voti al proprio partito. Per trovare una figura politica simile a Giorgia Meloni, bisogna tornare a Fernando Tambroni, divenuto presidente del Consiglio con il voto decisivo del Movimento sociale italiano (1960).
Il secondo obiettivo della comunicazione incendiaria e insultante di Giorgia Meloni è di usare le forze dell'ordine per porsi nella condizione di reprimere violentemente il movimento pacifista approfittando degli scontri di piazza. È l'uso del monopolio della violenza dello Stato a fini elettorali-personali.
Il terzo obiettivo di Meloni scaturisce logicamente dal secondo: ottenere la criminalizzazione di tutto il movimento pacifista che lotta contro i crimini d’Israele.
Meloni ha bisogno degli scontri di piazza per difendere Netanyahu nello sterminio dei palestinesi. Tutta la politica estera di Meloni verso la Palestina, come ho documentato nel mio ultimo libro “Gaza-Meloni”, è finalizzata a ottenere l’impunità d’Israele.
*Post Facebook del 3 ottobre 2025