Bolivia, Evo Morales aumenta i salari dei lavoratori e al contempo congela il suo e quello dei ministri

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Bolivia, Evo Morales aumenta i salari dei lavoratori e al contempo congela il suo e quello dei ministri

 

Il presidente socialista della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato un rialzo sopra l'inflazione del salario minimo. Ma ha al contempo informato che il suo stesso salario e quello dei suoi ministri saranno congelati.

 

Parlando in proposito, il presidente Morales ha dichiarato: "L'incontro con il COB [sindacato] si è concluso felicemente. Ci saranno sempre richieste da parte dei compagni e li ascolteremo sempre. Abbiamo concordato due leggi e due decreti per i lavoratori, e abbiamo deciso un aumento del 3% del salario minimo nazionale".

 

"Ringraziamo i compagni per la loro comprensione. Gli aumenti salariali non saranno mai al di sotto dell'inflazione, anche se dobbiamo trovare un equilibrio tra lavoratori e investimenti, perché è nostro dovere proteggere la crescita economica che ci caratterizza", ha continuato.

 

L'aumento del 3% significa che i salari saranno cresciuti al doppio del tasso di inflazione, che ha raggiunto solo l'1,5% nel 2018. Mentre l'Argentina ha subito un'inflazione annuale del 46% nel 2018, la Bolivia sotto Morales è stata caratterizzata da una valuta stabile e bassa inflazione . Nel 2017 l'inflazione era appena del 2,71% e la Bolivia del 2009 ha raggiunto un nuovo record dello 0,26%.

 

Nel 2005, durante il periodo neoliberista, il salario minimo in Bolivia era di soli 54 dollari al mese. Ora quella cifra è pari a 308 dollari, il che significa che durante il periodo di potere di Morales, i lavoratori con salario minimo hanno visto un aumento del 372% dei salari nell'arco di 13 anni. Nel frattempo, negli stessi 13 anni, l'inflazione è cumulativamente del 69%, ciò significa un ampio aumento salariale reale per i lavoratori a basso reddito. Il nuovo rilancio pone il paese andino davanti al Brasile e all'Argentina nelle classifiche nazionali sul salario minimo.

 

L'economia è cresciuta del 327% durante lo stesso periodo, rendendo la Bolivia il paese con l'economia in più rapida crescita nella regione, in seguito alla nazionalizzazione delle risorse naturali e delle industrie strategiche.

 

Qualcuno anche davanti a questi dati inconfutabili si ostina ad affermare che il socialismo non funziona propugnando allo stesso tempo un ritorno del neoliberismo nella regione. Con le nefaste conseguenze che questo comporterebbe. Basta vedere a tal proposito quel che accade in Argentina, la cui economia è stata devastata nel mandato di Mauricio Macri. 

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