Fulvio Grimaldi - "Usa: rivoluzione colorata dei ricchi"

Fulvio Grimaldi - "Usa: rivoluzione colorata dei ricchi"

Verso il colpo di Stato della 'sinistra' di guerra

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Sull'argomento - le manifestazioni variegate e confuse fino a questo momento in corso negli Stati Uniti - ci siamo come Antidiplomatico soffermati più volte e restiamo dell'idea che l'imperialismo di Trump come quello di Obama, così come quello eventuale di Biden, sono oggi il nemico non solo per il popolo degli Usa ma per tutto il mondo. Un nemico che può essere in conflitto oggi su alcuni aspetti ma che persegue le stesse barbarie all'interno e all'estero.

Poco conta chi governa oggi negli Stati Uniti è marcio l'intero impianto. Abbiamo criticato quindi la visione di chi vede una non meglio definita "rivoluzione colorata" in corso contro Trump. Nello stile tipico del nostro giornale, tuttavia, e con l'obiettivo di ampliare il dibattito con chi ha dimostrato negli anni di combattere i crimini dell'imperialismo e denunciare le fake news chi li copriva, con molto piacere riceviamo e pubblichiamo questo contributo dell'amico Fulvio Grimaldi. 



di Fulvio Grimaldi


La sineddoche è quell’artificio linguistico, figura retorica, grazie al quale nel particolare si può intravvedere il totale. E’ l’uso della parte per il tutto e viceversa: senzatetto per senza casa, l’Italia per gli italiani, portafoglio di vitello per pelle di vitello. In campo mediatico, forzando, ma di poco, nella frase “la voce del padrone” si può leggere, sia una vecchia casa discografica, sia tutta la TV, dalla RAI a La7 a Mediaset, sia tutti i giornali, dal Corriere a Topolino. I giornali che la mia modesta pensione mi consente di comprare e assolutamente non per stima o affinità, anzi, sono “La Repubblica”, “il manifesto”, “La Verità” (per un’oncia di opposizione) e “Il Fatto quotidiano”.


La spesa più irritante è quella per il mattinale, da me involontariamente sovvenzionato, propagatore di certi precisi interessi politici e geopolitici, che da quasi mezzo secolo turlupina i gonzi che si credono ganzi, con la scritta “quotidiano comunista” sopra la testata. Insisto a comprarlo perché, grazie alla sineddoche, leggendolo è come ascoltassi CIA, FBI,.Pentagono, Open Society di Soros, Fondazioni Rockefeller e Ford, Hillary Clinton, tutti in conclave.



Da Catone a catino


Da qualche tempo mi provoca inappetenza anche il quotidiano di Travaglio, mascheratosi per un po’ da Catone il Censore nei confronti degli inquilini dei piani alti, ma quando costoro si sono fatti madamigelli di quelli dell’attico, ne è diventato il massimo celebrante. Già soffriva della neoplasia di una pagina estera di qualità giornalistica infima e scritto con l’inchiostro made in Pompeo. Ora siamo alla metastasi.


Torniamo un attimo a Catone il Censore. “Non possiamo controllare le malelingue degli altri; ma una vita retta ci consente di ignorarle”. Non lo ascolto e continuo a versare quell’obolo spropositato di €1.50 al “manifesto” per trarne indicazioni, più precise rispetto ad altri, di quanto la destra mondialista, nella sua espressione sorosiana, pensa e architetta. lealtà assoluta al sovrano. Nessuno le sa dare meglio del “manifesto”, scissosi dal PCI, per dar libero sfogo ad anticomunismo e russofobia, per calmierare l’incipiente rivolta sessantottina e per applicare il noto rossetto al suino imperialista.


Il manifesto”, un po’ di storia.


Il “manifesto” si è subito accreditato al Potere avvallando l’inganno delle BR “nati dall’album di famiglia”, filiazione dall’odiato PCI, a dispetto di tutte le documentate e politicamente evidenti derivazioni e sponsorizzazioni dallo Stato e dai suoi servizi segreti, per mandato di altro Stato e altri servizi. Presto è progredito nel supporto all’imperialismo con la formula delle “dittature violatrici di diritti umani” inflitta a tutti i paesi aggrediti da USA e Nato. Poi il supporto alla tratta di schiavi e schiave, a favore di agrobusiness e multinazionali, operata con il traffico di migranti. Segue la sostituzione della lotta di classe, oggi dei dominati ai dominanti, con la propaganda di genere e LGBTQI+ (il + sta per coprofagia e pedofilia tipo Mario Mieli?). Seguendo ordini di servizi, perlopiù impartiti dal Deep State, arrivano il superamento, tramite femminismi con le zanne, del contrasto al capitalismo, l’abolizione della sovranità nazionale a favore di organismi sovranazionali ademocratici e colonizzatori. Ma an che molto sempre secondo gli OdG della Cupola globalista finanzcapitalista, fino a farsi agitprop dell’Operazione bio-tecno-fascista del Coronavirus e fino a gettare bidoni di benzina, magari quella rubata a siriani, iracheni e venezuelani, su una jacquerie statunitense travestita da antifascista e antirazzista.


Etichette applicate al complotto anti-Trump per conto dei più accaniti e potenti fautori e profittatori del razzismo e colonialismo di Stati Uniti e alleati. Il giornale si picca di opporsi alla repressione nei territori occupati da Israele, senza peraltro mai dirci che i poliziotti militarizzati da Obama, sotto Obama sono andati a scuola da istruttori israeliani (di cui qui un’esemplificatrice immagine), a partire da quelli dell’impostazione ginocchio sul collo vista a Indianapolis. Uno su otto dei poliziotti di questa e di altre città sono stati istruiti da Yamam, Polizia di Frontiera israeliana, destinata all’anti-terrorismo e meglio nota in Palestina come squadrone della morte.


La “Comune” autonoma di Seattle


Pretendendo la derivazione dalla “Comune di Parigi” del 1971, prima democrazia socialista in Europa, dopo la Repubblica Romana del 1849, un gruppetto di “anarchici”, sotto le insegne care al “manifesto” e a tutti gli altri portatori d’acqua del Deep State, “Antifa” e “Black Life Matters (BLM), ha instaurato a Seattle, di dimenticata memoria antiglobalista, il CHAZ, “Zona Autonoma di Capitol Hill”. Capitol Hill è il nome di un quartiere derelitto e semiabbandonato. Lì, sotto gli occhi benevoli di polizia e pompieri, di genia e con sindaco Democratici, si è installato un regno del teppismo puro, caratterizzato da decine di ricoverati per overdose, risse tra occupanti, furti da tenda a tenda, che un “tribunale popolare” risolve con la sentenza “il giusto passaggio dai più ai meno abbienti”, pestaggi di cittadini che protestano, incendi di esercizi che invocano la polizia.


Più casino facciamo e meno, a novembre, vince Trump

Antifa a Berkeley


Ora una squadra di bikers, tipo i famosi “Hell’s Angels”, ha promesso di ripulire la zona e restituirla ai suoi abitanti. Un episodio nella guerra civile vaticinata dal Partito Democratico e dai suoi filantropi, finanziatori delle due organizzazioni sopra citate, al fine di creare le condizioni in cui una nuova vittoria di Trump a novembre risulti impossibile. E che, se dovesse verificarsi, data lo spessore di mariuolo incallito e di alzheimeriano, di Joe Biden, candidato dei democratici e dei nostri PD e “manifesto”, lo stesso Biden ha detto si debba affrontare “con risoluto intervento dei militari contro Trump che, se dovesse perdere, sicuramente non mollerebbe”. Se pensiamo cosa succede da noi, privati di parlamento e forniti di covid-19, app di tracciamento, vaccini all’alluminio obbligatori, 5G, mascherine zeppe di germi e Co2 e distanziamenti, riscontriamo una volta di più che tutto il mondo è paese. Sanno già che la “seconda ondata arriva a ottobre, come sanno già che Trump perde, o, semmai, vince con i brogli.

Sardine in solidarietà con BLM

BLM e le Pantere Nere


Teniamo presente che questi sovvenzionatissimi e vezzeggiatissimi BLM – quanto le “#MeToo” d’antan, sparatrici di querele per fatti di trent’anni prima – rappresentano qualcosa che i movimenti di liberazione neri di sessant’anni fa bollavano di depistaggio dalla questione di base, il capitalismo. Quelli di oggi, con i mezzi forniti da Ford, Soros, fondazioni varie, stanno ai Black Panther, a Malcolm X, o perfino a Luther King, come il leone di gesso all’ingresso della villa stanno alla statua di Sacco e Vanzetti.

30 milioni di George Soros a BLM


Interessante e anche il fatto che una “FONDAZIONE BLACK LIVES MATTER”, che esiste da molto prima dei BLM, ha dichiarato di non avere niente a che fare con questi, finanziati e gestiti dalle più ricche banche e multinazionali e da Soros e li ha denunciati per avergli rubato il nome!


I monumenti della Storia e quelli del nichilista


Dal bombardamento di Monte Cassino e delle città d’arte tedesche e italiane, da Vietnam e Cambogia rasi al suolo con tutti i loro templi, dai monumenti e teatri distrutti in Serbia, da Palmira e Niniveh rase al suolo, sappiamo che il nichilista ha bisogno di erodere, fino all’annientamento, la memoria delle genti e della loro costituzione in nazioni, con tutto ciò che il processo ha prodotto ed è costato per costruire un’identità che unisca, rafforzi, garantisca un futuro di continuità della specie che, senza, si riduce a fenomenologia episodica, transeunte, senza tracce


Il discorso vale per chi oggi butta giù monumenti e che, inesorabilmente, “il manifesto”, privo di distinguo, esalta ed esorta a proseguire. Perché, nelle parole su quel giornale del pensatore Alessandro Portelli, “la Storia è anche fatta di oblio e di cancellazioni”. Cosa che farebbe molto comodo al “manifesto” e alla criptodestra che si definisce sinistra. Noi, convinti dall’assunto, vorremmo collaborare, fornendo esempi di altre turpitudini del passato che potrebbero inquinare la nostra via dell’oblio (ringrazio di alcuni suggerimenti il nobile RT).


Lavoro da fare


Casa Bianca. Esempio di feroce razzismo è la Casa Bianca, sia per il suo nome, sia perché venne eretta e abitata da gente che possedeva schiavi neri, Si dovrebbe, anzi, radere al suolo l’intero Stato di Washington DC, visto che è nato sul genocidio dell’etnia nativa ed è intitolato nientemeno che a Cristoforo Colombo (District of Columbia).


Scacchi. Allegoria di violenza razzista, visto che i bianchi devono essere sempre mossi per primi.


Piramidi. Ricordano in eterno agli israeliani che i loro antenati furono schiavizzati dai faraoni e che furono costruite da milioni di schiavi neri.


Shakespeare. Non basta la raffigurazione razzista e malevola di un protagonista nero, Otello, rappresentato come un facilmente manipolabile suicida e assassino di donne. Senza dimenticare la vile misogenia e maniacale transphobia dell’opera “La bisbetica domata”. L’autore va radiato dalla Storia e la sua Royal Shakespeare Company dispersa al vento.


Carte di Poker. Siano maledette per aver escluso del tutto i semi e le figure bianche: segno di razzismo di ritorno, speculare a quello contro gli altri colori.


George Bernard Shaw. Impropriamente venerato come massimo commediografo irlandese, ma autore razzista eugenetico di “Pigmalione” e “Androclo e il leone” , che apertamente aveva elogiato ur-razzisti come Hitler e Mussolini.


Zucchero. La sostanza dolcificante di cui insistiamo a fare uso sebbene resa possibile dal lavoro degli schiavi e definita migliore quando “bianca” e “raffinata”.


Colosseo. Nel quale si esalta il transgenico già ricordata in “Androclo e il leone”, ma soprattutto per secoli si è praticato lo spettacolo razzista e specista del massacro di schiavi e di specie definite belve.


 

La Moschea Blu. La più spettacolare e offensiva struttura del mondo islamico, eretta dall’impero ottomano al quale si deve il crimine di aver utilizzato per costruirla lavoro forzato rastrellato in Africa, Asia e Balcani, costretto poi addirittura a combattere le guerre dei sultani e califfi. Quanto a schiavismo, c’è poi il raccapricciante esempio del costruttore della moschea, Ahmed, che usava abusare di minorenni, addirittura bambine, per generare figli. Ma forse questo ci porta troppo vicino a un certo giornalista italiano. Lasciamo perdere.


Foto Italico e Colosseo Quadrato. Da ridurre in polvere perchè costruiti sotto l’egida e l’impulso del dittatore razzista che ha sterminato bruni e neri in varie parti dell’Africa. E coloro che, infangandosi di complicità col razzismo e arrivando a dichiarare, definendo questi “capolavori universali dell’architettura italiana” e che “il fascismo ha fatto qualcosa di buono”, siano condannati a traghettare in perpetuo potenziali naufraghi africani verso Lampedusa.


Scipione. Detto l’Africano in spregio agli africani che, invasa l’Italia dalle Alpi, anziché essere accolti come ospiti graditi a Roma, furono spietatamente macellati per puro odio della loro origine e del loro colore.


 


 

Mi fermo. Lascio alla vostra immaginazione la prosecuzione di un ripulisti che, procedendo come dovrebbe, ci libererebbe tutti dalle infamie dei padri e ci renderebbe d’un colpo solo i primi abitanti della Terra. Vergini come l’acqua del Dio Po. Con dietro un mondo ripulito da razzisti e cattivi di ogni genere e il presente sanificato da Bill Gates. Del doman non v’è certezza.


 


 

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