La guerra del Nilo

La Grande Diga della Rinascita riaccende l'infinita guerra dell'acqua tra Egitto e Etiopia

3487
La guerra del Nilo


di Simone Massi
Studente di Relazioni Internazionali all'Università di Torino


Dalla metà del secolo scorso si discute del possibile sfruttamento delle acque del Nilo, il fiume più lungo del mondo con un bacino idrografico che copre un decimo dell’Africa, ma solo due anni fa il governo etiope ha inaugurato i lavori della “Grande Diga della Rinascita" (Hidase Gedib in amarico). Il progetto intende deviare il corso del Nilo Azzurro per ricavare 6000 megawatt annui di energia idroelettrica. Il tutto ad un costo non indifferente di 4,8 miliardi di dollari, forniti in gran parte dal governo locale e da banche cinesi (1,8 miliardi): il totale corrisponde a poco più del 15% del prodotto interno lordo etiope. L’appalto è stato vinto dalla Salini Costruttori, l’azienda italiana che aveva già costruito altre tre dighe in Etiopia e che intende completare l’opera nel luglio 2017.  
 
La nuova diga mette in discussione gli accordi del 1929 e 1959 in cui vennero stabilite le percentuali di utilizzo delle risorse fluviali: poco più della metà all’Egitto, un quinto al Sudan e le parti restanti alle nazioni confinanti. Ma si tratta di un’epoca coloniale ormai lontana – e oggi malvista – e sono molti i paesi che intendono ridiscuterne i contenuti. Il governo etiope rivendica da tempo l'usurpazione delle proprie risorse idriche e promuove una nuova spartizione proporzionata agli abitanti. Al tempo stesso cerca di tranquillizzare gli egiziani affermando che il piano non avrà alcun impatto sull’approvvigionamento del paese dei Faraoni. Ma il presidente Morsi, insieme al ministro egiziano per le risorse idriche Mohammed Bahaa el-Din, in più occasioni si è dichiarato preoccupato per i danni che la diga potrebbe procurare al proprio paese. La sua costruzione viene indicata dall’Egitto come una minaccia diretta alla propria sopravvivenza.
 
Il rischio è che 12 miliardi di metri cubi d’acqua non raggiungano più gli egiziani: ragione per cui a gennaio del 2012 è stata istituita una commissione di esperti provenienti da Etiopia, Sudan ed Egitto per studiare gli effetti della nuova diga. Pochi giorni fa il presidente Morsi ha organizzato una riunione a porte chiuse per discutere i risultati della commissione ed eventuali provvedimenti: inavvertitamente l’audio è rimasto aperto e sono stati resti pubblici tutti i contenuti dell’incontro. L’Egitto non esclude ritorsioni anche molto pesanti contro l’Etiopia – tra cui il finanziamento delle frange eversive e dei ribelli locali – e la diplomazia potrebbe non bastare per risolvere un contenzioso che mostra attriti anche con l’alleato meridionale, il Sudan, il cui ministro Ahmed Bilal Osman ha espresso il proprio apprezzamento per il progetto. Ma entrambi i paesi nel 2010 non hanno firmato l’Accordo di Entebbe che annullava i trattati coloniali, a favore di un nuovo sistema di collaborazione sul bacino del Nilo.
 
Al momento restano possibili sviluppi anche molto diversi. Se da un lato la visita ad Addis Abeba del presidente Morsi nel luglio 2012 mostrava i segni di un’apertura politica insperata (era dal 1995 che un capo di Stato egiziano, in quel caso Hosni Mubarak, non visitava la capitale etiope), oggi i toni sono molto più aspri e i due governi si fronteggiano su temi delicati per entrambi. Ad un anno dal suo insediamento il presidente egiziano non riesce ancora ad affermarsi pienamente e deve affrontare un deficit economico di difficile portata, mentre il governo etiope non intende perdere la possibilità di un’autonomia energetica e finanziaria attesa da anni.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole di Michelangelo Severgnini Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole

Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake di Francesco Santoianni Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

Marx e l'ecologia Marx e l'ecologia

Marx e l'ecologia

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione di Giuseppe Giannini La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti