L'art.32 della Costituzione spiegato facile a Bersani

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L'art.32 della Costituzione spiegato facile a Bersani

 

L’art. 32 della Costituzione sancisce che «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Evidentemente il testo va letto in relazione a quanto contenuto all’art. 3 della Carta, ovvero che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli (…) che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana».

La nostra Costituzione vota i diritti sociali al principio di universalità. È quasi mortificante dover ancora sottolineare come i nostri valori costituzionali concepiscano il diritto alla salute quale diritto della persona, che debba essere riconosciuto a tutti, a prescindere da qualsiasi distinzione, persino di cittadinanza.

Nessuna discriminazione è dunque concepibile, men che meno sottesa da scelte legalmente previste, quali appunto l’adesione o meno alla campagna vaccinale. Persino chi, animato da intenti abietti, resta ferito nel tentativo di uccidere un altro uomo avrà diritto ad essere curato col massimo sforzo da parte della comunità. Figuriamoci!

L’universalità di certi diritti è connessa al principio di equità: è giusto che tutti siano curati, sostenuti, protetti, in qualunque circostanza e tutti gli uomini sono eguali dinanzi alla legge. Siamo davvero alla base.

Pierluigi Bersani: «se non ci fosse più posto, un vaccinato ha la priorità su un non vaccinato». Lo ha detto ad un giornalista che si considera di «sinistra», Corrado Formigli, ieri sera a Piazza Pulita. Il giornalista non ha avuto nulla da eccepire: ha lasciato scivolare come l’olio.

In totale franchezza, penso che il ragionamento di Bersani sia quanto di più deplorevole si possa sostenere: è esattamente l’opposto di quanto consacrato in Costituzione. Un’idea becera, divisiva, pericolosamente reazionaria, e il fatto che un giornalista con la fissa (strumentale!) del ritorno al fascismo non abbia avuto nulla da obiettare francamente è davvero indegno. Se non ci fosse da piangere, si potrebbe ridere al ricordo di Bersani che qualche settimana fa da Floris ammoniva paventando il rischio del ritorno dei «sì-Dux».

Certo, qualcuno potrebbe sostenere che non ci si possa aspettare molto da Bersani, bravo con le metafore e con poco altro, un qualunquista, un maestro del luogo comune, un opinionista di punta nei talk mainstream celebrato come uno statista: se esistesse, sarebbe l’ospite d’onore all’annuale sagra della banalità. Si atteggia a vecchio comunista, ma tutti sanno che ha firmato le «lenzuolate liberalizzatrici» (però non pagate più i due euro quando fate la ricarica telefonica, volete mettere?). E pensare che è uscito dal PD perché quest’ultimo era troppo poco di sinistra: ne è uscito dopo aver votato il Jobs Act, dopo aver condannato milioni di lavoratrici e lavoratori alla precarietà, e lo ha fatto semplicemente perché Renzi lo fece fuori. Diciamocelo, Pierluigi non è mai apparso troppo sveglio.

Caro Bersani, la questione è un’altra e se davvero tu fossi un uomo di «sinistra» dovresti saperlo: non è ammissibile che «non ci sia più posto», è questo il punto. Il posto «deve» esserci e, se intravedi il rischio di una carenza di posti letto, quei posti letto li devi creare: quello alla salute è un diritto universale e deve essere garantito a tutti. Il rischio circa l’inadeguatezza del nostro sistema sanitario esiste, certo, e prescinde dalla parentesi attuale: lo avete creato voi, i governi di cui hai fatto parte e che hai sostenuto, quelli che hanno tagliato alla sanità 37 miliardi in dieci anni, quelli che hanno ridotto i posti letto di oltre 35 mila unità.

Dai, torna a casa Bersani, torna nel PD: è quello il tuo posto. Oppure, resta dove sei: cambia poco.

Noi saremo sempre dalla stessa parte, non cambieremo mai idea, saprai sempre dove trovarci: di fianco alla Costituzione.

 

SONO AUTORE DI “CONTRO LO SMART WORKING” (LATERZA 2021): https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858144442...

Savino Balzano

Savino Balzano

Savino Balzano, nato a Cerignola nel 1987, ha studiato Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Perugia. Autore di "Contro lo Smart Working" (Laterza, 2021) e di "Pretendi il Lavoro! L'alienazione ai tempi degli algoritmi" (GOG, 2019). Sindacalista, si occupa di diritto del lavoro, collabora con diverse riviste.

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