Asili "comunali" e Covid-1984

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Asili "comunali" e Covid-1984

 

di Stefano Rosati

 

Due fratelli vengono espulsi dai rispettivi asili comunali perché i genitori non rispettano nella vita privata le norme anti covid (mascherina anche all’aperto e distanziamento).

L’espulsione, secondo il Comune, sarebbe giustificata dalla violazione da parte dei genitori di un fantomatico “patto di responsabilità reciproca” - firmato da insegnanti, dirigente scolastico e genitori - che impegnerebbe questi ultimi "... ad adottare, anche nei tempi e nei luoghi della giornata che il figlio non trascorre a scuola comportamenti di massima precauzione circa il rischio di contagio".

I genitori hanno impugnato l’espulsione dinanzi al Tribunale amministrativo regionale per l’Emilia Romagna chiedendone l’annullamento e la riammissione dei figli al servizio pubblico comunale, anche in via cautelare.

In giudizio la polizia municipale ha depositato i verbali delle sanzioni irrogate a carico dei genitori per mancato “'utilizzo delle mascherine ed il distanziamento interpersonale anche all'aperto”.

Il TAR Emilia Romagna ha rigettato l’istanza di riammissione cautelare ritenendo che il patto di responsabilità reciproca “a prescindere dalla sua esatta qualificazione giuridica” sarebbe “ancorato alla tutela di fondamentali e inderogabili valori costituzionali (in primis artt. 2 e 32 Cost.)”.

Vi chiedo di riflettere qualche minuto sulla gravità di questa pronuncia.

Si deduce agevolmente che genitori e bimbi non fossero positivi né che nell’asilo ci sia stato alcun focolaio, altrimenti i provvedimenti presi sarebbero stati altri e se ne sarebbe dato conto in giudizio.

Qui due bimbi (che non hanno tenuto alcuna condotta pericolosa e sono quindi vittime innocenti) vengono esclusi da un asilo comunale perché i genitori (anch’essi non positivi a quanto sembra), fuori dall’asilo, nella vita privata (cioè in giro per la città), non tenevano la mascherina anche all’aperto o non rispettavano le distanze.

Paranoia vincit omnia.

Una pronuncia che avalla un provvedimento esorbitante, assurdo, folle, di un’amministrazione di psicopatici che esclude da un servizio pubblico dei cittadini per comportamenti neanche tenuti nel contesto di quel servizio (non è che non portavano la mascherina all’asilo) e in assenza di qualsiasi pericolo concreto per gli altri (i figli non erano positivi e nemmeno i genitori).

Paranoia imperat.

Magari quando un giorno vi diranno che non potete portare più i figli all’asilo comunale perché avete preso delle multe per eccesso di velocità capirete meglio la pericolosità di questa deriva che già si intravedeva prima della pandemia.

Ma non è solo questo. Qui vorrei segnalare lo sfacelo totale di un’istituzione un tempo gloriosa. Una pronuncia raccapricciante che legittima l’esclusione da un servizio pubblico sulla base della violazione di un “patto”, non previsto da nessuna legge, che i giudici non si preoccupano nemmeno di qualificare e inquadrare giuridicamente.

“A prescindere dalla sua esatta qualificazione giuridica”, dicono. Quasi che il compito del giudice non fosse proprio quello di dare esatta qualificazione giuridica ai fatti!

E in effetti è proprio la qualificazione giuridica dei fatti che distingue una sentenza da novella 2000 o dal solito pistolotto limaccioso falso progressista borghesotto di Fanpage. Il TAR ha preferito limitarsi a richiamare pilatescamente e superficialmente delle norme costituzionali.

La gravità della vicenda e la superficialità dei giudici non sono certo ridotte dal fatto che l’amministrazione comunale si è offerta di trovare soluzioni alternative per i bambini.

Il “patto di responsabilità reciproca” è il prodotto dello stato di annebbiamento delle residue, già scarse, facoltà mentali di persone oramai sopraffatte dall’isteria, che cercano in ogni modo di imporre la loro sciocca morale fondata sul terrore a tutti gli altri al solo fine di placare la loro ansia e il loro bisogno di controllo, per placare il quale sarebbero tranquillamente disposti a sopprimere chiunque.

È il trionfo del moralismo più sciocco e squallido, del paternalismo peggiore, non solo perché paternalismo degli idioti ma perché il ‘pater’ in questione, l’autorità collettiva, è idiota.

Mamme pancine generano docenti pancini, docenti pancini creano giudici panciuti. Da tutto questo non viene niente di buono.

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