E' sempre la minaccia gialla
Pechino è accusata di complottare contro Washington: ma è proprio così?
di Diego Angelo Bertozzi
Xia Yeliang, professore dell'Università di Pechino da poco riparato negli Usa e firmatario di Carta08 (tra gli autori principali figura Liu Xiaobo), rilancia l'allarme che a suo tempo aveva diffuso il dissidente Chen Guangcheng: quello dell'infiltrazione cinese. L'eminente professore non si limita a dire che tra i numerosi studiosi cinesi che recano negli Stati Uniti molti non sarebbero altro che spie, ma giunge persino a tirare in ballo il nazismo come precedente chiedendo alle autorità statunitensi di difendere valori come la libertà di parola. L'eminente professore ha forse ragione: c'è una minaccia nazista. Ma dimentica che ad aizzarla sono i suoi nuovi amici repubblicani: non era forse McCain, ex candidato alla presidenza, a sostenere a Kiev una piazza nella quale i rapporti di forza si spostavano a favore della destra nazionalista e fascista.
Ma la minaccia "gialla" si manifesta anche sotto altre forme, non solamente in quelle subdole dell'infiltrazione. Pechino è accusata di complottare contro Washington perché, deprezzando lo yuan, mette a rischio i profitti degli stregoni di Wall Street. Già, gli Usa la propria moneta non l'hanno mai svalutata...
Invito alla lettura:
Di "minaccia gialla" ho scritto anche nella prefazione al racconto "Guerra alla Cina" di Jack London.