"Intelligenza dirompente”. La scienza è bellezza
Gabriella Greison, scegliendo di non rinunciare a nessuna parte di sé, ha messo in crisi un intero ordine simbolico. Gabriella, con quello che io chiamo "intelligenza dirompente” ci ha ricordato quanto sia vasto l’universo per chi sa ascoltare. Perché le parole – quando sono piene, autentiche, intelligenti – possono generare un nuovo big bang e creare universi di nuova coscienza.
di Maylyn López
Quando una donna prende la parola in uno spazio pubblico, rompe il silenzio di secoli. Quando lo fa con bellezza, ironia e competenza, rompe anche i preconcetti di oggi.
Luglio 2025, Teatro Antico di Taormina. Gabriella Greison, fisica, scrittrice e divulgatrice scientifica, viene invitata a tenere il discorso di apertura alla cerimonia di laurea dell’Università di Messina. Il suo intervento è profondo, appassionato, coinvolgente. Parla di fisica quantistica, emoziona, fa ridere, riflettere, pensare. Ha creato connessioni profonde per chi l’ascoltava.
Vi riportiamo una parte, secondo noi, molto significativa del suo intervento anche se il consiglio è quello di ascoltarlo tutto con attenzione. “Il futuro ha bisogno di voi. Siamo in un momento storico in cui tutto sembra accelerare, Intelligenza artificiali, crisi climatiche, guerre che non finiscono, tensioni che crescono. Ma voi avete qualcosa che nessun algoritmo potrà mai simulare: la capacità di scegliere”, afferma Gabriella rivolgendosi ai giovani neo-laureati.
Un messaggio così profondo oscurato dall'ignoranza di chi si nasconde dietro uno schermo per insultare.
Il punto qui non è morale. È epistemologico. L’ironia con cui Greison ha risposto: «quello che vi turba non è il vestito, ma il fatto che parlo di fisica quantistica senza citare un uomo» – è un contro-frame perfetto: decostruisce il pregiudizio con l’arma più potente, quella del linguaggio riflessivo e ironico.
Come scrive la filosofa post-strutturalista dell’Università di Berkley, Judith Butler, l’ironia può essere un atto performativo di rivolta simbolica. Del resto, il potere non si vede. Viene trasmesso dalle parole. Questa affermazione - ispirata alle teorie di Teun A. van Dijk sull’analisi critica del discorso - ci aiuta a comprendere perché, ancora oggi, una donna che osa parlare di fisica quantistica, con autorevolezza e bellezza, diventi un bersaglio.
Non ripeterò le parole di questi odiatori perché, come ci ricorda il noto linguista statunitense George Lakoff, dobbiamo evitare di rafforzare questi frame. Invece vi invito a rispondere a questa domanda: perché nella società attuale, la bellezza femminile non è ancora compatibile con l’autorevolezza cognitiva?
Secondo Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia comportamentale, il nostro cervello usa delle scorciatoie mentali – le euristiche – che ci permettono di decidere rapidamente, ma spesso in modo distorto:
Effetto alone negativo: la bellezza femminile, in contesti cognitivi, viene penalizzata. È la cosiddetta beauty penalty.
Bias della coerenza stereotipica: se sei scienziata, non “dovresti” essere bella, femminile.
Bias di conferma: chi già nutre un pregiudizio, seleziona inconsciamente le informazioni che lo confermano, ignorando tutto il resto.
Ancora oggi, la mente collettiva associa la scienza e l’intelligenza a un modello maschile. Quando la realtà contraddice lo stereotipo, si attiva una dissonanza cognitiva.
Una ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Social Psychology ha dimostrato che le donne sono percepite come meno intelligenti, meno adatte a ruoli scientifici o manageriali. Questo effetto si annulla solo se la donna appare “asessuata”. È un patto al ribasso.
Gabriella Greison, scegliendo di non rinunciare a nessuna parte di sé, ha messo in crisi un intero ordine simbolico. Gabriella, con quello che io chiamo "intelligenza dirompente” ci ha ricordato quanto sia vasto l’universo per chi sa ascoltare. Perché le parole – quando sono piene, autentiche, intelligenti – possono generare un nuovo big bang e creare universi di nuova coscienza.
Anche la narrazione mediatica rafforza i frame. Quindi evitiamo di cadere nella trappola dell’attacco o della superficialità, contribuendo attivamente alla riproduzione degli stessi stereotipi. Greison ha capovolto la logica dell’attacco: ha disinnescato il linguaggio normativo ridicolizzandone i codici. Con intelligenza. Con leggerezza. Con forza.
Grazie, Gabriella.