Le lacrime di Benetton
di Paolo Desogus*
La famiglia Benetton si trova in una posizione molto precaria. Si direbbe che la spocchia falso progressista dei giorni scorsi abbia lasciato spazio alla primordiale paura di rinunciare alla "roba". La perdita delle concessioni autostradali potrebbe infatti costare caro, carissimo all'impero di questa famiglia di arroganti sfruttatori. La foto con le Sardine doveva servire a ripulire la loro immagine, era l'estremo tentativo per salvare la faccia nei giorni in cui si discute la revoca delle concessioni. Ma era troppo falsa. A complicare le cose si è messo pure Toscani con la sparata che ha offeso le vittime del ponte Morandi.
A questo punto però non so a quanto servirà la netta presa di distanza di Luciano e Alessandro Benetton dal loro creativo di fiducia, cui devono tanto, tantissimo. La partita non credo sia più solo nell'immagine, ma nella capacità del governo, e in particolare dell'area democratica, di resistere alle sirene padronali che cantano le gesta del capitalismo straccione italiano. Speriamo che il governo non ceda: le lacrime di Benetton non basteranno certo a riscattare il paese dalla sua atrofia, né a restituirci le vittime, ma sarebbero comunque un primo progresso dopo anni e anni di regressione neoliberista.
*Professore associato all'Università Sorbonne di Parigi