Libia. Attentato all'ambasciata francese a Tripoli
Attacchi contro sedi e personale diplomatico si sono registrati con frequenza dalla caduta del regime di Gheddafi
Il 23 aprile un’autobomba è esplosa davanti all’ambasciata francese a Tripoli, ferendo due guardie e causando ingenti danni materiali. L’attacco è il primo che ha preso di mira un’ambasciata straniera nella capitale libica dopo la caduta del regime di Muhammar Gheddafi. Prima il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, e poi lo stesso Presidente, François Hollande, hanno dichiarato che si tratta di un attacco contro tutti i Paesi impegnati nella lotta al terrorismo e che la Francia avrebbe fatto tutto il possibile per far luce sulle circostanze di questo atto e per identificare rapidamente i colpevoli.
Al momento non c’è ancora stata una rivendicazione di responsabilità dell’attentato ma non si esclude che possa essere una rappresaglia per l’intervento francese in Mali contro i gruppi ribelli islamici, alcuni affiliati ad al-Qaeda nel Maghreb Islamico.
L’attacco conferma come la Libia del dopo Gheddafi soffra di gravi problemi di sicurezza interna. Attacchi contro sedi e personale diplomatico si sono registrati con frequenza negli ultimi due anni, in particolare nella città di Bengasi. Il più drammatico l'attacco al Consolato americano dove morirono quattro funzionari statunitensi, tra i quali l'Ambasciatore americano in Libia, Christopher Stevens.