Nella Colombia del neoliberista Duque esplode la disoccupazione
Il neoliberismo è fallimentare e una vera e propria sventura per quei popoli costretti a languire sotto il tallone di ferro di quei governi decisi a implementare politiche economiche di tale segno. Lo vediamo in Argentina. In Colombia e in tutti quei paesi in ogni angolo del globo caduti in questa trappola economica e finanziaria.
Così come in Argentina anche in Colombia esplode la disoccupazione salita nuovamente al 10,3% nell'aprile 2019 rispetto al 9,5% nello stesso mese dell'anno scorso, come riferito dal Dipartimento Nazionale di Statistica (DANE). L’Istat del paese sudamericano.
Secondo il rapporto DANE, il numero di colombiani occupati è diminuito di 775.000 persone rispetto allo stesso mese del 2018.
A livello nazionale, 21,8 milioni di persone sono impiegate rispetto a 22,6 milioni nello stesso periodo dell'anno scorso.
Questo segue una tendenza di crescente disoccupazione nel paese. Dall'inaugurazione del presidente Ivan Duque, il tasso di disoccupazione è salito dall'8% a un massimo del 12,8% a febbraio, il più alto registrato nella nazione sudamericana dal 2011.
Secondo DANE, la crescita della disoccupazione in aprile è principalmente spiegata dalla "diminuzione delle assunzioni di personale nel settore agricolo", tuttavia ciò non spiega i tassi molto più alti di disoccupazione nelle grandi aree urbane.
Nel trimestre analizzato, le città con i tassi di disoccupazione più elevati erano Quibdó (20,8%), Armenia (18,1%) e Florencia (17,3%).
Al contrario, quelli con la minore disoccupazione sono stati Cartagena de Indias (7,5%), Barranquilla (8,0%) e Pereira (9,1%). Secondo quanto rilevato dall’agenzia EFE.
Il Fondo Monetario Internazionale ha posto la Colombia tra i primi cinque paesi del Sudamerica con il maggior numero di disoccupati.
Curioso infine notare che la Colombia è lo stesso paese da cui si volevano introdurre in Venezuela presunti aiuti umanitari. Forse Bogotà ne ha più bisogno di Caracas.