Ora che l'Ucraina (o meglio noi) paga è finita la sceneggiata di Trump e accoliti vari

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Ora che l'Ucraina (o meglio noi) paga è finita la sceneggiata di Trump e accoliti vari


di Francesco Dall'Aglio*

Una volta firmato l'accordo sui minerali (per quanto mascherato da "fondo di investimento per la ricostruzione") e fatto capire che le armi d'ora in avanti si pagano (e le paghiamo noi perché certo l'Ucraina non può: per ora sono 50 milioni di $ in materiale vario e 310 milioni di $ in assistenza e manutenzione per gli F-16 utilizzando come "donatori" di pezzi di ricambio alcuni aerei fuori servizio spediti in Ucraina, link 1), Trump e accoliti vari hanno smesso di piatire ogni giorno su quanto brutta e insensata sia questa guerra e quanti poveri giovani uccida limitandosi, come avevo ironicamente sottolineato due giorni fa, a far dire alla portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, che gli USA "non voleranno più in giro per il mondo a mediare" e che Russia e Ucraina devono risolvere da sole le loro differenze.

E tutto questo la dice molto lunga sulla reale volontà statunitense di chiudere il conflitto (ripeto: se non rischiano nulla in prima persona, fanno pagare agli europei le armi che vendono all'Ucraina, mantengono in piedi le sanzioni alla Russia sostituendola come fornitori energetici, e utilizzano gli ucraini, e magari i baltici e i polacchi se saranno matti abbastanza, per tenere la Russia bloccata indefinitamente, perché mai dovrebbero volere che il conflitto si chiuda?), ma molto anche sulla reale capacità di costringere le due parti a chiuderlo, che è prossima allo zero.

PS: sul fatto che questa idea di non rischiare le sacre chiappe statunitensi non sia un'esclusiva dell'amministrazione Trump ma anche di quella Biden, due giorni fa è uscita sul Times l'intervista all'ex-capo operazioni della CIA Ralph Goff che ha ammesso la cosa senza mezzi termini. All'Ucraina (ovvero agli ascari della NATO, prima lo si ammette - soprattutto in Ucraina - e meglio è) non sono state date armi "per vincere" perché, ma guarda che strano, "vincere" contro una potenza nucleare significa esporsi al rischio che le cose vadano a finire parecchio male per tutti. Dall'inverno nucleare, si sa, non c'è molto da guadagnare nemmeno per Blackrock.

Francesco Dall'Aglio

Francesco Dall'Aglio

 

Francesco Dall'Aglio, medievista, ricercatore presso l'Istituto di Studi Storici al dipartimento di storia medievale della Accademia delle Scienze di Sofia (Bulgaria). Esperto di est Europa e di questioni strategico-militari. Autore di War Room - Russia, Ucraina, NATO: 

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