Per un comitato nazionale di liberazione dall'euro

Come in passato, la lotta al nuovo fascismo, per essere vincente, dovrà unire tutte le forze possibili

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Per un comitato nazionale di liberazione dall'euro


di Paolo Becchi

(Articolo già pubblicato sul Fatto Quotidiano)


Ammettiamolo pure Renzi è stato sottovalutato e le elezioni europee hanno drogato il mercato della politica più di quanto abbia fatto Draghi con i mercati finanziari. L’ex sindaco di Firenze ha preso la guida del Pd, ha asfaltato ogni resistenza e ha creato un nuovo partito a sua immagine e somiglianza. Alla malattia senile del berlusconismo è subentrato il rimedio del renzismo e non vi è dubbio che una parte di italiani si riconosca in lui, come negli anni novanta si erano riconosciuti in Berlusconi.
 
Ma Renzi sta trionfando su un cumulo di macerie. Ha rottamato il suo partito e ridotto Berlusconi ad un ruolo ancillare. Eppure qualcosa si inizia a muovere con il sindacato che torna a farsi sentire dopo anni di sudditanza e con le piazze che si riempiono di nuovo. Ma a lasciare le maggiori speranze sono le dichiarazioni recenti di Fassina e Cuperlo, i principali punti di riferimento della cosiddetta minoranza di sinistra del Pd, che appaiono a dir poco sorprendenti se si pensa alla linea tradizionale di questo partito verso l’Europa. “Senza una correzione di rotta l’Europa andrà a sbattere, ma le condizioni per questa correzione non ci sono. Quindi dobbiamo preparare una soluzione cooperativa per il superamento dell’euro”, ha dichiarato il primo in un’intervista al Manifesto. “Bisogna valutare l’ipotesi di uscita dall’euro”, ha sostenuto il secondo rispondendo ad alcuni manifestanti in una Piazza San Giovanni stracolma.
 
La maggiore forza d’opposizione, il M5S, dovrebbe sfruttare tutte le contraddizioni che emergono dalla società e dalla politica. Il dato di fatto è che Renzi resta l’uomo che, pur sbraitando un po’ con l’Europa nel normale gioco delle parti, si è incaricato di continuare il lavoro sporco iniziato da Monti e continuato da Letta a difesa della moneta unica. Privatizzazioni selvagge e la distruzione dei diritti dei lavoratori sono i prossimi passi. E’ un caso che il finanziere Davide Serra, presidente del fondo speculativo Algebris, e da sempre uno dei principali consiglieri economici di Matteo Renzi, ha ufficialmente chiesto alla Leopolda di limitare il diritto di sciopero dei lavoratori?
 
Il Movimento Cinque Stelle ha un’opportunità enorme: cercare di costruire un fronte ampio contro l’euro che unisca tutti coloro che vogliono realmente uscire da questa trappola che ha distrutto il benessere e la democrazia del nostro paese. La battaglia contro l’euro non è né di destra, né di sinistra, è una battaglia di sopravvivenza che potrebbe unire un fronte ampio che va dalla Lega a quello che resta di buono del vecchio Pd e altre forze minori. Come in passato la lotta contro il fascismo aveva unito forze diverse e che hanno mantenuto la loro diversità, allo stesso modo, la nuova guerra di liberazione nazionale, per essere vincente, dovrà unire tutte le forze.

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