Quanto costerà il conflitto in Ucraina ai contribuenti europei?

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Quanto costerà il conflitto in Ucraina ai contribuenti europei?

 

di Giuseppe Masala

 

Per comprendere la gravità della situazione europea credo aiuti fare una sommaria (e certamente non esaustiva) elencazione dei costi relativi al conflitto ucraino. 

 

1) Per mandare avanti lo stato ucraino nelle annualità 2026 e 2027 abbiamo concesso 90 miliardi di euro di prestito in realtà risorse finanziarie a fondo perduto perchè l'Ucraina non sarà mai in grado di restituirle. A queste risorse andranno aggiunti i fondi per l'acquisto di armi, cura dei feriti, ma anche acquisto di gas, carburante ed energia elettrica (l'Ucraina dal punto di vista energetico è totalmente dipendente dalla EU). Siamo su cifre astronomiche. 

 

2) L'Europa ha perso il mercato russo per la vendita dei suoi prodotti con un costo opportunità altissimo considerato che l'export europeo in Russia nel 2021 era di circa 90 mld di euro e ora è al lumicino. Per quanto riguarda l'import abbiamo perso le materie prime russe a basso costo. Pensate solo che il costo dell'energia elettrica al Kw/h in Europa è diventato il 150% più alto di quello cinese e di conseguenza la competitività europea nei mercati mondiali è semplicemente ridotta al lumicino. 

 

3) Il costo della ricostruzione dell'Ucraina è secondo uno studio della Banca Mondiale del 2024 pari a 600 mld di euro. Tutti a carico della UE che ha voluto la guerra contro la Russia. Il sangue si paga e si paga carissimo come è giusto che sia. Tra l'altro nel frattempo nel 2025 la Russia si è levata i guantoni di velluto e ha iniziato a sparare come non ci fosse un domani demolendo ponti, porti, ferrovie e centrali elettriche ucraine. Quindi la cifra ipotizzata dalla Banca Mondiale va rivista notevolmente al rialzo. 

 

In definitiva la folle avventura ucraina ci costerà solo di spese vive oltre 1000 miliardi di euro ai quali vanno sommati la perdita di competitività e la chiusura dei mercati russi per i prossimi anni. Oltre a quello americano a causa dei dazi e degli accordi commerciali a noi sfavorevoli. Cifre incommensurabili e fuori portata per i paesi europei.

 

L'alternativa al devastante tracollo economico che ci attende è l'entrata diretta in guerra contro la Russia nella speranza folle di ribaltare l'esito disastroso del conflitto. Se pensate che il provvedimento legislativo che chiarisce che le riserve auree italiane (le secondo in Europa) sono del popolo italiano sia stato un capriccio non ci avete capito nulla. A Roma sono arrivate certamente voci d'oltralpe su appetiti relativi ai caveau di Banca d'Italia, figuriamoci.

 

O ci muoviamo adesso o sarà inutile piangere dopo.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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