Roma blindata per la fiera della guerra israeliana

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Roma blindata per la fiera della guerra israeliana


di Agata Iacono

Sui social network si moltiplicano le proteste dei cittadini romani per la chiusura dell'intera zona attorno al Centro Congressi La Nuvola. Dalla notte del 21 ottobre, le strade principali sono blindate, transennate, militarizzate. Soste vietate, linee urbane deviate, automezzi "che potrebbero trasportare armi" fermati e perquisiti.

Cosa sta succedendo?

Perché queste misure di sicurezza così estreme, ben più eccezionali rispetto a quelle dispiegate per visite di capi di Stato, vertici internazionali o manifestazioni nazionali?

Il motivo è che martedì 21 e mercoledì 22 ottobre si tiene a Roma, al Centro Congressi La Nuvola, Cybertech Europe 2025.

Stiamo parlando della fiera della tecnologia bellica israeliana.

Nata nel 2014 proprio a Tel Aviv come piattaforma di networking globale leader nel settore della cybersecurity, questa kermesse, da tempo "nel mirino" della campagna internazionale BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), gronda sangue.

Cybertech Europe è una delle principali fiere internazionali dedicate alla sicurezza informatica, alle tecnologie di difesa e all’intelligence digitale. Fondato, come detto, in Israele, l’evento riunisce imprese, governi e istituzioni del settore della sicurezza cibernetica, con l’obiettivo dichiarato di promuovere cooperazioni e investimenti nel campo della digitalizzazione, del controllo e della sorveglianza.

Si legge sul sito del BDS: "Bisogna porre fine al sostegno internazionale alle violazioni israeliane del diritto internazionale, costringendo aziende, istituzioni e governi a cambiare le loro politiche. Se le aziende e le istituzioni israeliane vengono isolate, per Israele sarà più difficile opprimere i palestinesi. Dietro la solita falsa retorica dell’innovazione tecnologica, Cybertech è uno spazio di promozione dell’industria bellica e dei dispositivi di sorveglianza che alimentano guerre, occupazioni e repressioni in tutto il mondo".

Basti sapere che uno degli sponsor fondamentali è Cisco: "Cisco attualmente fornisce l’infrastruttura tecnologica per automatizzare l’apartheid nei territori palestinesi occupati (OPT) e oltre, attraverso sistemi di sorveglianza mirati. La tecnologia di Cisco consente il genocidio di Israele contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza attraverso reti di comunicazione militare avanzate facilitate dai suoi sistemi di comunicazione unificata. Cisco trae profitto dalla sua partnership con le forze di occupazione israeliane e fornisce volentieri la sua tecnologia per rafforzare il regime di apartheid di Israele, a volte su base pro-bono...."

E, naturalmente, c'è Leonardo...

Leonardo, azienda leader mondiale di armamenti, ricopre infatti un ruolo di primo piano in Cybertech, dati i suoi documentati rapporti con l’industria bellica israeliana.
Nel 2022 si è fusa con l’israeliana Rada Electronic, produttrice di radar utilizzati nel sistema “Iron Fist” sui corazzati da combattimento ora dispiegati a Gaza, oltre ad aver venduto elicotteri da combattimento alle forze armate di Tel Aviv.

Le tecnologie esposte ed esaltate a La Nuvola, dunque, sono frutto di una sperimentazione resa possibile dalle strutture del colonialismo di insediamento, dell’occupazione militare, dell’apartheid e del genocidio, ai danni della popolazione palestinese, sottoposta da decenni a sorveglianza di massa e costante repressione.

È così che Israele ha sviluppato il settore, facendo delle “prove sul campo” una strategia di marketing.

È stata indetta una mobilitazione per martedì 21 ottobre alle ore 18 presso la metro Eur Palasport, per ribadire che Roma e l'Italia tutta non vogliono essere complici del genocidio e non vogliono avere le mani sporche di sangue.

 

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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