Marò, continua l'azione diplomatica del Vice Ministro De Mistura
Sono ormai quasi 20 i giorni trascorsi agli arresti, prima nella foresteria della polizia di Kochi e ora in una dependance apposita nel carcere di Trivandrum, dai due fucilieri del battaglione San Marco accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala. Aumentano le pressioni da parte della diplomazia italiana sia per far assumere al caso una dimensione più internazionale sia per ribadire il difetto di giurisdizione che vede i due marò coinvolti. A breve verranno divulgati i risultati della perizia balistica sulle armi dei due soldati che negano di aver ucciso i due pescatori ma di aver sparato solo raffiche di avvertimento ad un imbarcazione probabilmente diversa dal peschereccio in cui si sono registrate le due vittime. Il Sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura continua la sua infaticabile opera diplomatica e si è opposto alle autorità indiane che volevano far scendere un altro fuciliere del San Marco, per giunta senza divisa per non attirare l’attenzione dei giornalisti, per interrogarlo sull’episodio. Pertanto la magistratura del Kerala ha posto le domande al militare a bordo della nave Enrica Lexie.
Il Primo Ministro Monti ha telefonato in questi giorni al suo omologo Singh per sottolineare l’importanza del caso e chiedere rassicurazioni sul trattamento e sul rispetto dello status dei due militari italiani. Anche il Presidente della Repubblica Napolitano si è pronunciato sulla vicenda affermando la necessità di non incrinare i rapporti con gli amici indiani ma di lasciare lavorare le autorità diplomatiche, giudiziare, istituzionali di entrambi con la calma dovuta per la risoluzione più efficace della vicenda. Roma ha comunque inviato altri due legali dell’Avvocatura di Stato per difendere i due marò al momento imprigionati.