Oliver Stone: "Noi statunitensi siamo il prodotto della nostra mentalità limitata"
Il regista, in un documentario, mette in evidenza il lato oscuro della storia americana
L'acclamato regista Oliver Stone, il cui film più recente mette in evidenza il lato più oscuro della storia americana, afferma che la ragione per cui la società americana non si evolve è per la sua "mentalità limitata".
Stone ha affrontato l'argomento con il quotidiano russo Rossiiskaya Gazeta, che lo ha intervistato alla vigilia della prima tv in Russia del documentario "Usa. La storia mai raccontata", che in 10 capitoli attacca gran parte degli strumenti utilizzati da Washington per dominare il mondo.
Nel film Stone ha sollevato tanti quesiti, nella speranza di rendere gli uomini più consapevoli : "Quando ho visto cosa studiavano i miei figli, - dice nel video documentario - sono rimasto turbato nel constatare che nemmeno a loro, come a me, veniva trasmessa una visione onesta del mondo. Viviamo gran parte della vita immersi nella nebbia. Vorrei invece che i miei figli avessero accesso ad informazioni che vadano oltre quella che io chiamo la tirannia del presente".
"Ho iniziato questo progetto nel 2008, quando George W. Bush giungeva ai sette anni di mandato da presidente. Tutto quello che ha attraversato il mio paese, dall'11 settembre 2001, è stato un incubo per me personalmente. Molte persone nel Paese hanno avuto la sensazione che qualcosa non andava del tutto bene nella nostra politica ", dice Stone.
OLIVER STONE: Usa la Storia Mai raccontata (episodio 1 part 1).
Il regista spiega che per tutto il documentario sorge ripetutamente la questione del perché non si cambia. Ricordando che egli stesso è un veterano della guerra del Vietnam, Stone riflette sull’insistenza del suo paese nell’avviare guerre in tutto il mondo.
"Allora perché sono ancora una volta gli Stati Uniti ad entrare in guerra? In Iraq, in Afghanistan. Col passare del tempo mi sono reso conto che noi siamo il prodotto della nostra mente, che è molto limitata", ha affermato.
"Molti dei miei coetanei, quelli della mia generazione non sono maturati, sono rimasti bloccati nel 1950 e continuano a vivere la realtà della guerra fredda".
Data l'inevitabile raffica di critiche da parte dei suoi detrattori, il regista assicura che tutte le vicende narrate nel documentario sono state esaminate attentamente e si basano su documenti reali. "Prendiamo sul serio il nostro lavoro", ha concluso Stone.