Scandalo Qatargate: Netanyahu interrogato e i suoi collaboratori arrestati

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Scandalo Qatargate: Netanyahu interrogato e i suoi collaboratori arrestati

 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato convocato lunedì per testimoniare davanti alle autorità di polizia nell'ambito delle indagini sul caso "Qatargate", in seguito all'arresto di due dei suoi principali collaboratori, identificati come Eli Feldstein e Yonatan Urich, che sono indagati per presunti legami irregolari con le autorità del Qatar, secondo la polizia israeliana.

Inoltre, Netanyahu avrebbe abbandonato "all'improvviso" il suo processo per corruzione presso un tribunale di Tel Aviv per testimoniare in un'indagine separata sui possibili legami tra i suoi collaboratori e il Qatar.

I suoi consiglieri sono stati arrestati nelle prime ore di lunedì mattina per presunti legami finanziari illeciti con il Qatar. Entrambi sono accusati di aver mantenuto legami con agenti stranieri, di aver ricevuto tangenti, di aver commesso frode, abuso di fiducia e riciclaggio di denaro.

Questa operazione fa parte di un'indagine più ampia su presunte irregolarità finanziarie all'interno del governo israeliano.

L'inchiesta si concentra sui presunti pagamenti irregolari effettuati dal governo del Qatar ai consiglieri di Netanyahu, presumibilmente in cambio dell'influenza della copertura mediatica israeliana al fine di proiettare un'immagine favorevole dell'emirato.

Nell’inchiesta è emerso che i fondi, trasferiti durante la Coppa del Mondo del 2022, avevano lo scopo di sfruttare l'attenzione internazionale che circondava l'evento per migliorare la percezione del Qatar da parte dell'opinione pubblica israeliana. La polizia sta ora analizzando se queste operazioni costituiscano un'ingerenza straniera illegale ai sensi della legge israeliana.

Vale la pena notare che Netanyahu è già comparso in tribunale otto volte dal 10 dicembre 2024, in uno storico processo che lo rende il primo ministro in carica di Israele ad essere accusato penalmente. I suoi avvocati hanno ripetutamente tentato di ritardare i processi, che includono accuse di frode, corruzione e abuso di fiducia in tre casi di corruzione aperti dal 2020, citando conflitti di programmazione e difetti procedurali.

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